rilasciare
v. tr. [comp. di ri- e lasciare, tranne i sign. che ha in comune con rilassare, nei quali è, come questo, dal lat. relaxare] (io rilàscio, ecc.). – 1. Lasciare di nuovo: dopo qualche giorno che era tornato in città decise di rilasciarla; i due fidanzati avevano fatto la pace ma poi si sono rilasciati. In partic., rimettere in libertà: tutte le persone fermate dalla polizia furono rilasciate dopo un breve interrogatorio. 2. a. ant. Rimettere, perdonare, condonare: r. un’offesa, un debito, una pena. Esentare da un’imposizione: r. un tributo. b. non com. Cedere, rinunciando a qualche cosa: r. una percentuale sul guadagno. 3. Nel linguaggio comm. e burocr., dare, consegnare, concedere: r. e farsi r. ricevuta (di un pagamento, di una consegna, ecc.); rifiuta di r. la merce a persona non conosciuta; era andato in questura per farsi r. il passaporto; r. il permesso, la ricevuta, un attestato, copia di un documento. Nel linguaggio giornalistico, concedere interviste: il ministro ha rilasciato alla stampa, o alla televisione, una lunga dichiarazione. 4. a. non com. Allentare, mollare, lasciare andare: r. un cavo. b. Riferito a tessuti, organi e parti del corpo, a situazioni fisiche e psichiche, distenderli, allentarli, farne diminuire la tensione (in questo sign. concorre, ed è più com. spec. nell’uso scient. e tecn., rilassare): r. i muscoli, i nervi, le membra contratte, le gambe, e r. l’animo, la tensione nervosa (assol., nel rifl.: cerca di rilasciarti); r. la disciplina, la severità dei costumi; come intr. pron., allentarsi, distendersi, in senso sia fisico sia spirituale: con l’età la pelle si rilascia; nella pace della campagna tutto il suo spirito si rilasciava; in questi ultimi tempi la sua partecipazione alla vita politica si è molto rilasciata. 5. intr. (aus. avere) Nel linguaggio marin. si dice che la nave rilascia (ma è più com. l’espressione navigare di rilascio) quando, per forza di tempo o per avaria, è costretta a interrompere il suo viaggio e a rifugiarsi in un porto.