rifiutare2
rifiutare2 (letter. ant. refutare e, raro, rifutare) v. tr. [lat. refūtare (comp. di re- e di -futare, presente anche in confutare), con -i- inserita per influenza di fiutare]. – 1. a. Non volere accettare, non voler ricevere, spec. offerte, doni, proposte: malgrado le più cortesi insistenze, rifiutò il regalo; ha rifiutato qualsiasi compenso; r. una lode, un complimento; r. una nomina, una promozione, un’eccellente possibilità, un buon affare; r. il regno, il pontificato, la signoria; Molti rifiutan lo comune incarco (Dante), le cariche pubbliche; la ragazza rifiutava ogni proposta di matrimonio (anche, rifiutò il giovane propostole dai genitori); r. la compagnia, l’amicizia di qualcuno (anche, r. qualcuno come compagno, come amico). b. Non voler dare o concedere (concorre in quasi tutti gli usi con negare, che è più com.): rifiutò il proprio consenso alle nozze del figlio; r. obbedienza ai superiori; mi ha rifiutato il permesso; r. un aiuto, un prestito; spero che non mi rifiuterai questo piacere; sono favori che a un amico non si possono r.; chiede con tanta grazia, che non gli si può rifiutar nulla. Costruito con di e l’infinito, non voler fare, o non consentire a fare: rifiuta di parlare con me; rifiutò di partire, di cedere su quel punto; il medico ha rifiutato di rilasciargli quel certificato; con la part. pron., rifiutarsi di, esprime maggiore decisione o caparbietà, oppure (spec. in prima persona) ha tono sdegnoso: si rifiuta di pagare; mi rifiuto di credere a simili calunnie; s’è rifiutato di ricevermi; mi rifiutai di proseguire; mi rifiuto di venire a patti con lui. c. Con la negazione ha spesso valore di litote, equivalendo ad accettare, acconsentire, dare con entusiasmo, più che volentieri: se egli la chiedesse in matrimonio, lei non lo rifiuterebbe; se m’offrissero quel posto, non lo rifiuterei certo. d. In molti degli usi sopra elencati può concorrere, anche se con tono meno elevato, con ricusare, ma rifiutare è più reciso; quindi, ricusare con cortesia, ma rifiutare recisamente, assolutamente, senza esitazione; e così, sono costretto a ricusare la vostra offerta, ma rifiuto questa ignobile proposta. 2. ant. o raro. a. Rinunciare a un bene, a qualcosa che si possiede: r. un ufficio, il grado; Libertà va cercando, ch’è sì cara, Come sa chi per lei vita rifiuta (Dante). b. Rinnegare, ripudiare: r. il padre, la sposa. Oggi solo di opere letterarie, non riconoscerle come proprie, non accettarne la paternità: il Leopardi rifiutò molte sue poesie giovanili. 3. In alcuni giochi di carte, non rispondere a colore oppure al gioco del proprio compagno: r. a picche, a cuori. 4. Usi estens. tecnici: a. Nell’ippica, r. l’ostacolo, di cavallo che s’arresta davanti all’ostacolo senza saltarlo. b. Nella caccia, si dice del cane il quale, quando è nella traccia di una determinata selvaggina, non cura che quella e rifiuta qualsiasi altro esemplare: è una qualità assai apprezzata propria del cane da ferma e da séguito. c. Nel linguaggio marin., con uso intr. (aus. avere), si dice del vento quando gira, ossia cambia direzione, in modo non favorevole alla rotta del veliero; l’espressione il vento rifiuta equivale all’altra il vento ricusa (v. ricusare, n. 2), o anche scarseggia; la nave rifiuta equivale a la nave ricusa.