rifare
v. tr. [comp. di ri- e fare] (io rifò o rifàccio, tu rifài, egli rifà, ecc.; coniug. come fare). – 1. Fare di nuovo, in quasi tutti gli usi di fare. In partic.: a. Di cose distrutte, deteriorate, vecchie e fuori uso, o mal riuscite, costruirne o foggiarne delle nuove: r. una casa, il soffitto, il tetto; r. il manico di un’ascia, la punta a una matita, l’orlo a un lenzuolo; r. una lettera, un libro, e r. un articolo, r. un conto. Di cose messe in disordine, o non più in ordine, rimetterle in sesto, riordinarle: r. il letto, la stanza; rifarsi il nodo alla cravatta; di persona, non com., renderla migliore di prima, quindi educarla, incivilirla: Il fare un libro è meno che niente Se il libro fatto non rifà la gente (Giusti). Spesso, nei varî casi indicati, con qualche determinazione quantitativa o qualitativa: r. in parte, tutto, da capo a fondo, di sana pianta, come prima, meglio di prima, alla buona, alla meglio, in fretta o in fretta e furia. b. Comprare cose nuove, in sostituzione di altre vecchie o che si siano in qualche modo perdute: con la somma dell’eredità ha rifatto (o si è rifatto) la mobilia, la villa; r. (o rifarsi) la biancheria, la pelliccia. Anche, riacquistare ciò che si è perduto, soprattutto nell’espressione fig. rifarsi una verginità (v. verginità, n. 1). c. estens., fam. Farsi ricostruire o rimodellare chirurgicamente una parte del corpo, anche assol. e nella forma rifarsi: r. il naso. d. Seguito dall’infinito, con valore causativo: mi ha rifatto andare a Milano; lo rifece mettere a sedere. 2. a. Di azioni e di atteggiamenti, compierle o assumerli di nuovo: r. la pace, la guerra; ho rifatto l’abitudine al lavoro, allo studio. Quindi, spesso, ripetere: r. un cenno, un salto, una corsa, una passeggiata, un esercizio; r. l’esame, il racconto, il discorso; r. un tentativo, una proposta, una lode, un invito; r. la strada, le scale, ripercorrerla, risalirle. b. Nell’intr. pron., con sign. varî nei diversi usi: rifarsi da capo, da lontano, ricominciare un discorso, riprendere una narrazione o esposizione di fatti dall’inizio; non so da che parte rifarmi, da dove prendere le mosse, in un discorso o in uno scritto, o anche nel risolvere una questione; rifarsi a qualcosa, a qualcuno, riallacciarsi, prendere spunto: molti drammi (o drammaturghi) moderni si rifanno alla tragedia greca (o ai tragici greci); vorrei ora rifarmi a un’obiezione polemica del mio avversario. 3. a. non com. Far diventare, rendere tale quale era prima: con poche parole lo rifece fiducioso; r. qualcuno forte, sano, sicuro, certo, buono; rifatto Fu ’l Paladin ne la sua prima faccia (Ariosto). Com. le espressioni fig. rifarsi la bocca, lo stomaco, mangiando o bevendo qualcosa di buono, spec. dopo cibi o bevande poco appetitosi, o sgradevoli al gusto, come per es. medicine (anche in senso spirituale, provando qualche impressione buona o piacevole); rifarsi l’occhio, vedendo qualcosa di bello. b. Nel rifl., farsi o diventare di nuovo: rifarsi cristiano; rifarsi forte, sano. Assol., ridiventare sano, ristabilirsi: ero dimagrito, ma in montagna mi sono completamente rifatto (più com. rimesso o ripreso); del tempo, ritornare bello, sereno: se il tempo si rifarà, potremo andare in barca; prov.: tempo rifatto di notte, se dura un giorno dura troppo (anche, non val tre pere cotte). c. In qualche caso, far diventare più bello, migliore: un bel vestito rifà la persona (prov.). 4. Fare gli atti o gli atteggiamenti caratteristici di altri; quindi, imitare, contraffare: rifece alla perfezione le mosse, il modo di camminare, la voce del professore; è bravissimo a r. l’abbaiare del cane; anche, r. il professore, un uccello, il cane, ecc.; r. il verso a una persona, imitarne in modo caricaturale, e con intenzione di scherzo, la voce o gli atti. 5. Compensare, risarcire, in alcune locuz. particolari: è stato onesto e mi ha rifatto dei danni, delle spese, o mi ha rifatto i danni, le spese; ti rifarò le (o delle) perdite che hai subìto; analogam., nel rifl., rifarsi di una spesa (o, anche, rifarsi le spese), rifarsi di un danno, di una perdita, ricuperare i soldi spesi, compensare il danno o la perdita subìti (anche assol., spec. in giochi d’azzardo: con questo colpo fortunato, mi sono rifatto). Fig., rifarsi con (o su) qualcuno (pop. rifarsela con, su qualcuno), prendersela con lui, sfogare su di lui il proprio risentimento, la rabbia, ecc.: non è con me che devi rifarti; se la rifà su quel poveretto, che non si può difendere; ora non venga a rifarsela con me; ... io non intendo d’essere rimproverato da nessuno (Tozzi). 6. Di cibi già cucinati, cucinarli di nuovo e in modo diverso: r. in umido le cotolette alla milanese; cicoria (bollita) rifatta con aglio e peperoncino. 7. ant. a. R. il padre, il nonno, ecc., imporre a un neonato il nome del padre, del nonno, ecc. b. R. la casa, provvedere alla continuazione della casata, della famiglia. ◆ Part. pass. rifatto, come agg. (v.).