riempire
(non com. rïémpiere, ant. o poet. rémpiere) v. tr. [comp. di ri- e empire (o empiere)] (io rïémpio, ecc.; coniug. come empire). – 1. Far pieno; è in genere lo stesso che empire, ma è più com. e più efficace del verbo semplice: r. (d’acqua) la vasca, la piscina; r. un fiasco, una bottiglia, il bicchiere (di vino, ecc.); r. un sacco di grano, un materasso di lana, una fossa di terra, una valigia di indumenti; enfatico o iperb.: mi riempì le tasche di soldi; si è riempito lo stomaco di cibo; era così alto e grosso che riempiva con la sua persona il vano della porta. Spesso fig., di sentimenti e pensieri che occupino tutto l’animo: i progressi del figlio lo riempiono di orgoglio; il saperlo sano e salvo mi riempie di consolazione; quell’atto di bontà gli riempì il cuore di gratitudine; r. di gioia, di dolcezza, di terrore, di disperazione, d’ammirazione, d’entusiasmo, ecc. Assol., saziare: le patate riempiono subito; con l’idea di sovrabbondanza e di fastidio: gli riempì gli orecchi di ciarle, di noiose confidenze. 2. intr. pron. Diventare pieno, empirsi: il secchio, sotto la fontana, si riempì in un attimo; il cielo si è riempito di nuvole; d’estate le spiagge si riempiono di bagnanti; in usi fig.: il mio cuore al vederlo si riempì di gioia; a ripensarci, l’animo mi si riempie d’amarezza. Usato assol., mangiare a sazietà: mi sono riempito troppo. ◆ La differenza fra empire e riempire non si limita all’idea di azione più completa e intensa, propria del secondo. Si dice sempre riempire (e non empire) quando si tratti di interstizî o intervalli lasciati o rimasti vuoti: quindi, r. di libri gli spazi vuoti di uno scaffale; r. con qualche occupazione i momenti di ozio; r. i vuoti, di un esercito o di un organismo burocratico, industriale, ecc., mediante nuovi soldati o nuovi impiegati che occupino i posti rimasti vacanti; in partic., r. un modulo, un formulario, un vaglia, ecc., scrivere negli spazî o nelle righe lasciati in bianco.