ricovero
ricóvero s. m. [der. di ricoverare]. – 1. a. L’azione di ricoverare, il fatto di ricoverarsi o di venire ricoverato, soprattutto in luoghi di cura o di assistenza: provvedere al r. d’un malato, d’un ferito; r. in clinica, in sanatorio, in un ospizio; foglio di r.; per l’improvviso aggravamento del malato, si è reso necessario il suo r. d’urgenza in ospedale; istituto, casa di r., o più brevemente ricovero (v. al n. 3 a). b. Sempre in senso astratto, rifugio, riparo, asilo (contro le intemperie, i pericoli, le insidie): cercare, chiedere, dare, offrire r.; trovammo r. dalla bufera, o dalla tormenta, in una grotta, in una capanna abbandonata. 2. Luogo dove, di propria iniziativa o per offerta altrui, si può trovare o s’è trovato riparo, rifugio, difesa, tranquillità e sicurezza contro eventuali pericoli: cercare un r. dove passare la notte; mi sono procurato un ottimo r.; r. improvvisato; e noi, lasciando le donne nel loro r., torneremo al palazzotto di costui (Manzoni). Nell’alpinismo, riparo provvisorio in anfrattuosità o spaccature della roccia, in crepacci di ghiacciai e in pendii di neve dura poco profondi e riparati. 3. Costruzione destinata a ricovero di persone, materiali e mezzi, in situazioni e per finalità particolari: a. Edificio o complesso di edifici attrezzato e destinato a ospitare e assistere persone che non hanno la possibilità di vivere in modo indipendente o presso familiari e amici: r. per vecchi, per persone anziane (ora sostituito dalla denominazione eufemistica casa di riposo); r. di mendicità, come ospizio o dormitorio per indigenti. b. Sinon. meno com. di rifugio, come riparo contro le offese belliche (v. rifugio, n. 2 b). c. Impianto per il riparo e la protezione di mezzi aerei e navali subacquei: r. per aeromobili, anche come sinon. di aviorimessa; r. (in roccia, in cemento armato) per sommergibili.