ricorrere
ricórrere v. intr. [lat. recŭrrĕre, comp. di re- e cŭrrĕre «correre»] (coniug. come correre; aus. essere, raro avere). – 1. non com. Correre di nuovo: son dovuto r. in cerca del medico; hai intenzione di r. quest’anno?, di partecipare anche quest’anno alla corsa (come competizione sportiva); e con uso trans.: ha ricorso i cento metri in undici secondi. 2. Correre indietro là donde si era partiti: è ricorso via prima che potessi parlargli; ant., con la particella pron.: ciascun dentro a pruova si ricorse (Dante). In usi fig., per lo più col senso generico di ritornare: Ricorro al tempo ch’i’ vi vidi prima (Petrarca); r. con la mente, con la memoria, col cuore ai bei giorni passati (ma anche con altra costruzione: mi ricorre alla mente il ricordo di quella sera); la mente, appena risentita [dal sonno] ricorre all’idee abituali della vita tranquilla antecedente (Manzoni); Al pensier ti ricorro (Leopardi). 3. a. Rivolgersi (con una certa premura o ansietà) a persona che possa fornire aiuto o soccorso in una circostanza difficile, ovvero informazioni, notizie, prestazioni o chiarimenti necessarî: r. a Dio; Signor, fidando, al tuo paterno seno L’anima mia ricorre (Giusti); r. al medico, r. a un avvocato; r. a qualcuno per consiglio; non sapeva più a chi r.; ricorri pure a me in caso di bisogno; ricorre ai familiari solo per chiedergli denaro; mi sono permesso di r. alla Sua benevolenza, alla Sua generosità; con compl. di cosa: quando vi siano gravi incertezze di lettura, conviene r. all’autografo; r. al dizionario, a un manuale specializzato. b. Rivolgersi all’autorità o alla magistratura competente per farsi rendere giustizia: se ti pare di essere stato trattato ingiustamente, ricorri al ministero; esaurito ogni tentativo di comporre pacificamente la vertenza, decise di r. al giudice; r. in appello, in cassazione contro una sentenza; r. nelle forme previste dalla legge, fare ricorso (v. ricorso2, n. 1 a). c. Servirsi di qualche mezzo per raggiungere lo scopo voluto: non essendoci ormai altra possibilità, si dové r. alle armi; r. all’inganno, alla frode; r. a un espediente; r. alle minacce, alla maniera forte. 4. Di date, di avvenimenti degni di ricordo, di feste, ritornare nel tempo (ma spesso usato e sentito come equivalente di celebrarsi, sempre che si tratti di feste e commemorazioni ritornanti a date fisse): domani ricorre l’onomastico del babbo; il 2 giugno ricorre la festa della Repubblica; ricorreva il giorno (o l’anniversario) della presa della Bastiglia; quest’anno ricorre il giubileo. Più genericam.: fatti, vicende che ricorrono, che si rinnovano nel corso della storia; spese, entrate che ricorrono, che si ripetono, che ricompaiono in successivi bilanci; nelle sue pagine ricorrono spesso espressioni dialettali, arcaiche, s’incontrano, si ripetono; un motivo ornamentale che ricorre spesso sui portali di antiche chiese. In partic., che si verifica un determinato numero di volte: una poesia in cui «morte» ricorre ben sette volte (v. ricorrenza, n. 1); che si ripete con frequenza: il motivo che più ricorre in un brano musicale, in un dramma (v. ricorrente, n. 2). 5. Nell’architettura, di fregi ornamentali, di basamenti, cornici e altri elementi, correre tutt’intorno, svolgersi in continuità su facciate, pareti, ecc. ◆ Part. pres. ricorrènte, spesso usato, in alcuni dei sign. del verbo, come agg. (v. la voce ).