riconciliare
v. tr. [dal lat. reconciliare, comp. di re- e conciliare «riunire insieme, conciliare»] (io riconcìlio, ecc.). – 1. Rimettere d’accordo, far tornare in pace o in buona armonia: r. due amici che hanno litigato; r. due avversarî; è riuscito a r., dopo tanti anni che non si parlavano, padre e figlio (o il padre col figlio). Nel linguaggio eccles., r. con Dio, rimettere in grazia di Dio, assolvere dal peccato (talora anche assol., riconciliare); in partic.: r. una chiesa o un cimitero, restituirli al loro uso di culto o di sepoltura ecclesiastica, con il rito della riconciliazione; r. un chierico sospeso, v. riconciliazione. Molto frequente il rifl. riconciliarsi, con o senza valore reciproco, rappacificarsi, tornare in armonia, in buoni rapporti: i due avversarî non si sono voluti riconciliare; s’è riconciliato con la moglie; riconciliarsi con Dio, riaccostarsi ai sacramenti o anche soltanto confessarsi e ritornare così nella grazia di Dio; nel linguaggio eccles. si usa spesso ellitticamente riconciliarsi, confessarsi di qualche peccato veniale prima di fare la Comunione. 2. Con riferimento al sign. di conciliare, cattivare, procurare nuovamente, far riprendere o riacquistare: il suo gesto gli ha riconciliato le simpatie di tutti; r. a qualcuno la stima, la benevolenza (da parte di altri); si alzò a chiudere le imposte, e la penombra gli riconciliò il sonno.