bene2
bène2 s. m. [dall’avv. bene1]. – 1. a. Ciò che è buono in sé, cioè perfetto nella compiutezza del suo essere o nel suo valore morale, e quindi oggetto di desiderio, causa e fine dell’azione umana: [...] altro b. che quel figlio; quindi, la persona che è oggetto di amore: l’amato b., scherz., la persona amata; spec. come vocativo affettuoso: mio b.; mio caro b.; dolce mio bene. c. Fortuna, buona sorte, soprattutto nella locuz. portare b. (contrapp. a ...
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delizia
delìzia s. f. [dal lat. deliciae -arum, der. di delicĕre «dilettare»]. – Intenso piacere, squisito godimento dei sensi o dello spirito: provare una grande delizia. Più spesso riferito a ciò che [...] spirava un’arietta leggera e profumata che era una d.; anche di persona: quel bambino è la d. dei suoi genitori; e come vocativo affettuoso: d. dell’anima mia. Spesso iron.: strillava che era una d.; piove che è una d.; che d. sentire le sue prediche ...
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nossignore
nossignóre (o 'nò signóre') locuz. avv. – Forma di cortesia o di rispetto che si usa talvolta invece del semplice no in risposte negative: «Ha qualche cosa da opporre?» «Nossignore»; n., non [...] l’ho visto; essendo signore vocativo, ha la forma del femm. e del plur. masch e femm.: nossignora, nossignori, nossignore. È sempre usata la forma divisa quando signore è completato da altre parole: no, signor presidente; no, signora mia cara; sempre ...
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angelo
àngelo (o àngiolo; ant. àgnolo) s. m. [lat. tardo angĕlus, dal gr. ἄγγελος «messaggero, angelo», usato dai traduttori greci dell’Antico Testamento per rendere l’ebraico mal’āk «messaggero, ministro»]. [...] un a.; è un a. di bontà, d’innocenza; o per indicare perfezione: canta, parla, dipinge, danza come un a.; e come vocativo affettuoso: a. mio!, a persona cara. 2. In numismatica, moneta d’oro coniata da Filippo VI di Valois re di Francia nel 1341-42 ...
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stornello1
stornèllo1 s. m. [prob. dal provenz. estorn «tenzone poetica», che ha lo stesso etimo dell’ital. stormo]. – Forma di canto popolare italiano, di varia figura metrica: la più antica sembra [...] quella del distico rimato, cui fu poi premesso un quinario, contenente l’invocazione a un fiore, a una pianta, un vocativo in genere, oppure un’esclamazione; il quinario rima col secondo endecasillabo, mentre il primo è in assonanza con gli altri due ...
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milord
‹milòod› s. ingl. [dal fr. milord, che a sua volta è dall’ingl. my lord «mio signore»] (pl. milords ‹milòod∫›), usato in ital. al masch. – Titolo che nel passato si adoperava in Inghilterra come [...] vocativo rivolgendosi a un lord o altro nobile. In Italia la parola (pronunciata milòrd e talora in passato adattata in milòrde o milòrdo) è spesso usata per indicare persona d’aspetto distinto e signorile o autorevole, soprattutto se inglese o ...
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Il vocativo è un elemento nominale (1) o più raramente pronominale (2) che serve a richiamare l’attenzione di un destinatario rivolgendogli la parola, e a identificarlo selezionandolo fra diversi possibili interlocutori (Mazzoleni 1995: § 1)....
In grammatica e in linguistica, caso della declinazione latina e greca, e anche di altre lingue flessive, antiche e moderne, che esprime il chiamare, il richiamare o l’invocare, persone, divinità e altri esseri animati, o anche cose (manca generalmente...