santo
agg. e s. m. (f. -a) [lat. sanctus, propr. part. pass. di sancire «sancire, rendere sacro», in rapporto etimologico con sacer «sacro», essendo anche questo connesso con sancire]. – 1. agg. a. In [...] e serafini; il s. angelo custode. Nella Chiesa cattolica, Santo Padre, espressione tradizionalmente riferita al papa (sia come vocativo: ci rivolgiamo a Voi, Santo Padre ...; sia nominandolo: la benedizione del Santo Padre). Preposto a un nome ...
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voi
vói (ant. e poet. vui) pron. pers. pl. [lat. vōs]. – È il pronome di seconda persona plurale, usato cioè dalla persona che parla quando si riferisce ad altre persone realmente o idealmente presenti; [...] si adopera sia come soggetto o come vocativo (corrispondente in questo caso al sing. tu): voi non mi credete; e voi chi siete?, che volete?; Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono Di quei sospiri ... (Petrarca); sia come compl. ogg. o compl. ...
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polpa
pólpa s. f. [lat. pŭlpa, di origine incerta]. – 1. a. La parte carnosa del corpo umano e animale; nell’uso com. odierno, è frequente soprattutto con riferimento ad animali macellati, per indicare [...] tratta di cor, ma d’ossa e di gran polpe ricca (Ariosto); polpe delle mie p., espressione che si trova usata, spec. come vocativo affettuoso, con lo stesso sign. dell’odierno carne della mia carne; in partic., essere, o essere fatto d’ossa e di polpe ...
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frate
s. m. [lat. frater «fratello»]. – 1. ant. Fratello: Moronto fu mio f. ed Eliseo (Dante). La parola fu molto in uso anche come vocativo, soprattutto per esprimere affetto o un sentimento di amore [...] cristiano (e perciò rivolto talora ad animali o a cose inanimate, in quanto considerate creature di Dio, come fu proprio dello spirito francescano): o dolce f., che vuo’ tu ch’io dica? (Dante); Ben mi ...
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ragazzo
s. m. [dall’arabo raqqāṣ «fattorino, corriere», passato già nel lat. mediev. ragatius e varianti]. – 1. Chi è nell’età dell’adolescenza o della giovinezza (per il femm., ragazza, che ha anche [...] : è un buon r., un bravo r., una brava persona; il tenente era molto affezionato ai suoi r.; più spesso nel vocativo: r. mio, gli affari vanno male; forza (coraggio), ragazzi!; arrivederci, ragazzi. In altri casi, riferito a persona adulta, vuol ...
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professore
professóre s. m. (f. -éssa, pop. -a) [dal lat. professor -oris, der. di profiteri (part. pass. professus), che oltre al sign. di «dichiarare» ha anche quello di «insegnare pubblicamente»]. [...] , può essere usato da solo (il p. entra in classe; il degente sarà operato personalmente dal p.; e così come vocativo: professore, o professoressa, permette una domanda?), oppure premesso al nome e cognome, o al solo cognome: il professor Mario Rossi ...
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picciona
piccióna s. f. – Femm. di piccione, poco usato sia in senso proprio, sia come appellativo o vocativo affettuoso rivolto a donna o ragazza (per cui è invece frequente il dim. piccioncina: v. [...] piccioncino), anche per rilevarne il candore, l’ingenuità: ha ragione tuo padre, quando ti chiama picciona! (Pratolini) ...
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figlia
fìglia s. f. [lat. fīlia]. – 1. Persona di sesso femminile, considerata nel suo rapporto di generazione rispetto ai genitori; è quindi il femm. di figlio, di cui ha il sign. proprio e alcuni usi [...] età da potersi maritare. Riferito a giovinetta in genere, o anche a donna adulta, spec. in espressioni di compatimento o come vocativo affettuoso: povera f., quanto deve aver sofferto!; ascolta, f. mia! Usi fig.: bellissima e famosissima f. di Roma ...
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figlio
fìglio s. m. [lat. fīlius, della famiglia di fecundus, femĭna, ecc.]. – 1. a. Il generato rispetto ai genitori (talora anche rispetto ai progenitori): mio, tuo, suo f. (normalmente senza articolo); [...] i quali si parla in genere di prole nel linguaggio scient., e di piccoli o nati nell’uso comune. 2. Usi fig.: a. Vocativo affettuoso rivolto da persona anziana, da un religioso, da un superiore, ecc., a un giovane o anche a persona adulta (spec. al ...
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messere
messère s. m. [dal provenz. meser «mio signore»; v. sere]. – Titolo di dignità assai comune un tempo, che spettava di norma a giudici e notai, ma era usato anche, per rispetto e riverenza, come [...] di alti personaggi e attribuito persino ai santi; in posizione proclitica, troncato di solito in messèr. Poteva essere adoperato come vocativo (messer sì, messer no), o precedere il nome, senza articolo se nome proprio, per lo più con l’articolo ...
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Il vocativo è un elemento nominale (1) o più raramente pronominale (2) che serve a richiamare l’attenzione di un destinatario rivolgendogli la parola, e a identificarlo selezionandolo fra diversi possibili interlocutori (Mazzoleni 1995: § 1)....
In grammatica e in linguistica, caso della declinazione latina e greca, e anche di altre lingue flessive, antiche e moderne, che esprime il chiamare, il richiamare o l’invocare, persone, divinità e altri esseri animati, o anche cose (manca generalmente...