lo2
lo2 pron. pers. e dimostr. m. sing. [lo stesso etimo della voce prec.]. – Forma debole della declinazione del pron. pers. egli, usata per il compl. oggetto, sia riferito a persona o cosa, sia con [...] (lo senti?), o come enclitica (sèntilo, sentirlo, sentendolo, ant. sentìvalo, sentillo, ecc.; similmente, èccolo, glielo, ecc.). Davanti a vocale spesso si elide: l’ascoltai, l’ho sentito dire. È usato come predicato in unione col verbo essere, nel ...
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prosodico
proṡòdico agg. (non com. proṡodìaco) [der. di prosodia] (pl. m. -ci). – Che riguarda la prosodia: accento p. (in greco e in latino), regolato dalla quantità delle vocali; regole, norme p.; [...] licenza p., licenza poetica relativa alla prosodia; caratteri p. (v. prosodia). ◆ Avv. proṡodicaménte, sotto l’aspetto della prosodia, per quanto riguarda i caratteri prosodici: vocale, sillaba prosodicamente ancipite. ...
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mora3
mòra3 s. f. [dal lat. mora]. – 1. a. raro e letter. Indugio: il crudo verno, il tempestoso mare ... Le sconquassate navi in ciò ne danno Mille scuse di m. e di ritegno (Caro). b. Nel linguaggio [...] ’ il lavoro e, nelle m., farò delle ricerche bibliografiche. 2. a. Nella prosodia greca e latina, la minima unità di misura del ritmo, corrispondente a una sillaba breve. b. In linguistica, la durata di una vocale breve o di una consonante implosiva. ...
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la1
la1 art. det. f. sing. [lat. ĭlla, femm. di ille «egli»]. – È il femminile corrispondente all’articolo maschile il, lo; si usa davanti a qualsiasi consonante e, generalmente con l’elisione, davanti [...] a vocale: la casa, l’isola, l’unità. Il plur. è le. Per la funzione e gli usi di la, v. articolo. ...
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la2
la2 pron. pers. e dimostr. f. sing. [lat. ĭlla, accus. ĭllam]. – 1. Forma debole della declinazione dei pron. pers. ella, lei, essa, che si usa con funzione di compl. oggetto riferito a persona o [...] cosa; come il masch. corrispondente lo, si appoggia al verbo in posizione proclitica o enclitica, e davanti a vocale può avere l’elisione: è molto tempo che non la vedo; la invidio, o l’invidio, molto; guàrdala; èccola. Nel dialogo (come ella e lei) ...
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lamentazione
lamentazióne s. f. [dal lat. lamentatio -onis, der. di lamentari «lamentarsi»]. – 1. a. Lamento lungo e noioso; espressione insistente di dolore; usato per lo più al plur.: non posso sopportare [...] lamentoso e importuno (cfr. geremiade, geremiata). c. Nella tragedia antica, il pianto che era eseguito dal coro. 2. Genere di musica vocale sacra, in voga soprattutto nei sec. 17° e 18°. ◆ Dim. lamentazioncèlla, lagnanza fatta in tono scherzoso. ...
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lamento
laménto s. m. [dal lat. lamentum]. – 1. a. Voce, parola di dolore, spesso mista al pianto: fare, mandare un l.; emettere lamenti, rompere in lamenti, levare alti l.; l. pietoso, straziante. Anche, [...] in Francia: il l. della Vergine; il l. di Guittone d’Arezzo per la sconfitta di Montaperti. 3. Pagina musicale, soprattutto vocale, su testo di carattere doloroso, in forma di compianto; per es., Il l. d’Arianna musicato da C. Monteverdi (1609), e ...
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trasporto
traspòrto s. m. [der. di trasportare]. – 1. a. L’azione e l’operazione di trasportare, il fatto di venire trasportato, e le modalità e i mezzi con cui si esegue: t. di persone, di merci, di [...] o l’esecuzione di un brano in un tono (scala tonale) diverso da quello originario; è frequente soprattutto nella musica vocale (allo scopo di adattare un pezzo alle possibilità canore di un dato esecutore), ma anche in quella strumentale (per ...
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soprano2
soprano2 s. m. [uso sostantivato dell’agg. prec.]. – 1. a. La più acuta delle voci femminili, con una estensione normale nelle due ottave comprese tra do3 e do5, sebbene la tessitura migliore [...] (può scendere fino al la2), che canta agevolmente nella parte più grave dell’estensione con notevoli doti di vigore e robustezza vocale (Aida, Turandot). Per mezzo s., v. mezzosoprano. b. Cantante dotato di voce di soprano: da ragazzo ero un s.; mia ...
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Nella grammatica scolastica e nella fonetica tradizionale, suono del linguaggio articolato caratterizzato (in contrapposizione alla consonante) dall’apertura, diversa secondo le varie vocali, del canale di fonazione, dalla continuità dell’articolazione...
vocale (agg.)
Compare, con il valore di " poetico ", nell'espressione usata da Stazio per indicare la sua poesia: Tanto fu dolce mio vocale spirto, / che, tolosano, a sé mi trasse Roma (Pg XXI 88).
Tutto il passo deriva da Giovenale Sat. VII...