sillaba
sìllaba s. f. [dal lat. syllăba, gr. συλλαβή, der. del tema di συλλαμβάνω «prendere insieme, riunire»]. – La minima unità fonica (autonoma e distinta sotto l’aspetto dell’articolazione) in cui [...] es., te-cni-co accanto a tec-ni-co, se-gmen-to accanto a seg-men-to); 2) che non si possa andare a capo con una vocale, è soltanto una regola di prudenza, la quale viene meno quando si abbia uno iato costante (per es., in ma-estro, pa-ura, sci-are ...
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v, V
(vu, meno com. vi, ant. o region. ve 〈vé〉) s. f. o m. – Ventunesima lettera dell’alfabeto latino. Fino almeno al sec. 16° ha avuto una storia comune con la lettera U, di cui costituiva una variante [...] per diceva, diceano per dicevano), e nel moderno vernacolo fiorentino si estende praticamente a tutti i casi di v tra vocali, o tra vocale e r (es. arò per avrò, la oglia per la voglia). ◆ Usi della lettera come abbreviazione o simbolo: nella forma ...
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semiconsonante
s. f. [comp. di semi- e consonante, sul modello di semivocale]. – In linguistica, sinon. di semivocale, usato però quasi esclusivam. per quelle semivocali che precedono una vocale e costituiscono [...] dell’italiano non dispone di segni appositi per le semiconsonanti: la lettera u ha sempre avuto tutt’e due i valori, vocalico e semiconsonantico, e un tempo aveva anche quello consonantico di v (es. uno 〈ùno〉, uomo 〈u̯òmo〉, e nella scrittura antica ...
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raddoppiamento
raddoppiaménto s. m. [der. di raddoppiare]. – 1. L’atto, il fatto, e l’effetto del raddoppiare, del raddoppiarsi: r. degli sforzi; r. della posta del gioco; in pochi anni si ha il r. del [...] zitti, ben bene), della radice (lat. mur-mur-are, sanscr. dar-dar-ti «egli spezza»), o della consonante iniziale seguìta da una vocale (per lo più e, i, e in sanscr. a) per le radici che cominciano con consonante (per es., nei perfetti, come nel ...
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l, L
(èlle) s. f. o m. – Undicesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma maiuscola (L) deriva, come per il lambda greco (Λ), da una modificazione di quella che aveva nell’alfabeto fenicio, mentre [...] pronuncia. Storicamente l’ital. l’ è la continua-zione regolare del lat. volg. li̯ (lat. class. li o le atono davanti a vocale): es. foglio, lat. folium; maglio, lat. malleus; dal Rinascimento in poi, alle voci in cui l’l’ derivava da li̯ si sono ...
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articolo
artìcolo s. m. [dal lat. articŭlus, dim. di artus -us «articolazione, arto, membro»]. – 1. Parte variabile del discorso che si premette al sostantivo o a parti del discorso sostantivate, precisando [...] lo Heine, l’Heine). Il femm. la si elide quasi sempre davanti a vocale (l’anima, l’uva); meno com. è l’elisione di le: le negli stessi casi di il e di lo mentre davanti a vocale si usa un, sempre senz’apostrofo (un libro, un cristallo ...
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lungo1
lungo1 agg. [lat. lŏngus] (pl. m. -ghi). – 1. a. Che si estende notevolmente nel senso della lunghezza, che ha grande estensione dall’una all’altra delle sue estremità (contrario di corto): una [...] l. a rimarginarsi. e. Sempre con valore temporale, in alcune lingue (con partic. riferimento al latino e ad altre lingue antiche), vocale l., la cui articolazione ha una certa durata nel tempo, valutata non in senso assoluto ma relativamente ad altra ...
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apostrofo
apòstrofo s. m. [dal lat. tardo apostrŏphus, gr. ἀπόστροϕος, propr. «vòlto indietro», der. di ἀποστρέϕω «volgere altrove»]. – Segno grafico in forma di virgoletta (’), che nell’ortografia italiana [...] stai, vai (di fronte alle forme dà, fa, sta, va); 2) quando il troncamento di un’intera sillaba lascia la parola con terminazione vocalica, come be’ per bene, di’ (e ridi’ o ridì’) per dici (e ridici), gua’ per guata, ma’ per mali, me’ per meglio, po ...
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accento
accènto s. m. [dal lat. accentus -us, comp. di ad- e cantus «canto1», per calco del gr. προσῳδία]. – 1. a. Rafforzamento o elevazione del tono di voce (a. tonico in senso largo) con cui si dà [...] e ed o chiuse (per es. fémmina, córrere), grave (`) per e ed o aperte (per es. sèdia, mòbile) e anche per le vocali a, i ed u. Questo è l’uso seguito in questo Vocabolario, ma sono possibili anche usi diversi, soprattutto quello dell’accento grave ...
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n, N
(ènne) s. f. o m. – Tredicesima lettera dell’alfabeto latino, il cui valore fonetico è in tutte le lingue quello di consonante nasale. A differenza però della lettera m, che rappresenta costantemente [...] Altra differenza tra i nessi grafici gl e gn è che il primo rappresenta nelle parole dotte g duro + l (davanti a vocali diverse da i, sempre; qualche volta, anche davanti a i), il secondo invece rappresenta g duro + n soltanto nel caso eccezionale di ...
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Nella grammatica scolastica e nella fonetica tradizionale, suono del linguaggio articolato caratterizzato (in contrapposizione alla consonante) dall’apertura, diversa secondo le varie vocali, del canale di fonazione, dalla continuità dell’articolazione...
vocale (agg.)
Compare, con il valore di " poetico ", nell'espressione usata da Stazio per indicare la sua poesia: Tanto fu dolce mio vocale spirto, / che, tolosano, a sé mi trasse Roma (Pg XXI 88).
Tutto il passo deriva da Giovenale Sat. VII...