riprendere
riprèndere v. tr. [lat. repre(he)ndĕre, comp. di re- e pre(he)ndĕre «prendere»] (coniug. come prendere). – 1. Prendere di nuovo, prendere un’altra volta; spec. in quei sign. del verbo prendere [...] caduto nel fosso. b. Derivare, prendere da un modello: la lingua italiana ha ripreso molte parole dal francese; Virgilio ha ripreso diversi episodî dell’«Eneide» da Omero. c. Ritrarre, soprattutto fotograficamente: il fotografo riprese gli sposi all ...
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ultimo
ùltimo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. ultĭmus, superlativo, der. di ultra «oltre»]. – 1. a. Che è in fondo a una sequenza formata da un numero qualsivoglia di elementi; che in una sequenza ordinata [...] remoto: La divisa dal mondo u. Irlanda (T. Tasso); ultima Tule, adattam. grafico della locuz. lat. ultima Thule, attestata in Virgilio e in Seneca per designare l’estremo limite settentrionale del mondo, e ancora a volte usata per indicare una terra ...
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parcere subiectis et debellare superbos
‹pàrčere subi̯èctis ...› (lat. «risparmiare i vinti e debellare i superbi»). – Celebre verso di Virgilio (Aen. VI, 853) in cui il poeta ha voluto esprimere il [...] criterio ispiratore della politica imperiale dei Romani ...
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parce sepulto
locuz. lat. (propr. «perdona a chi è sepolto»). – Espressione che nell’Eneide di Virgilio (III, 41) lo spirito di Polidoro rivolge a Enea; è spesso ripetuta per invitare a non parlar male [...] dei defunti, anche se hanno avuto delle colpe, e talora in senso estens. (e per lo più scherz.), riferita a chi è già stato punito dalla sorte o non ha più comunque la capacità di nuocere ...
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ebano
èbano (letter. ant. èbeno) s. m. [dal lat. ebĕnus, femm., gr. ἔβενος, voce d’origine egizia]. – 1. Nome con cui vengono chiamati diversi legni, caratterizzati da colore nero o comunque scuro, molto [...] la specie Diospyros ebenum, che cresce in India e Ceylon, noto con il nome di ebano sin dall’antichità (Teofrasto, Virgilio, Dioscoride, Plinio); il suo legno, di grana finissima, suscettibile di perfetta lucidatura, è molto usato per mobili di lusso ...
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nomare
v. tr. [der. di nome] (io nòmo, ecc.), ant. o letter. – 1. Nominare, nel senso di assegnare, imporre un nome, o in quello di chiamare con il proprio nome o con altro particolare appellativo (che [...] altro senso, avere fama, essere universalmente noto: quell’ombra gentil per cui si noma Pietola più che villa mantoana (Dante), Virgilio, per merito del quale Pietola (oggi Pietole), suo paese natale, è più rinomata della stessa città di Mantova (o ...
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sotto
sótto prep. e avv. [lat. sŭbtus, avv., der. di sŭb «sotto»]. – È l’opposto di sopra e, come questo, ha soprattutto valore locale, indicando che un oggetto è, rispetto a un altro, in luogo più basso, [...] consolato di Cicerone; Gesù patì s. Ponzio Pilato; E vissi a Roma s. ’l buono Augusto (Dante, parlando di Virgilio). Sempre per esprimere soggezione: vivere s. dure leggi, s. una rigida regola (religiosa); popolazioni oppresse s. un durissimo giogo ...
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epitetare
v. intr. [der. di epiteto] (io epìteto, ecc.; aus. avere), letter. – Adoperare epiteti, saper scegliere e collocare bene gli epiteti nel discorso: Virgilio è maestro nell’epitetare. ...
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latet anguis in herba
‹làtet àṅġuis in èrba› (lat. «il serpente sta nascosto fra l’erba»). – Emistichio di Virgilio (Bucoliche III, 93), che si cita talvolta per alludere a un’insidia nascosta. ...
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sticomanzia
sticomanzìa s. f. [comp. di stico- e -manzia]. – Genere di divinazione, diffuso soprattutto nella tarda antichità e nel medioevo (ma, senza alcun dubbio, d’origine più antica), consistente [...] nel trarre un responso da un verso su cui si posava a caso il dito, in un testo sacro o di grande autorità (come Virgilio, o la Bibbia o, in età più recente, Dante). ...
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Comune della prov. di Mantova (fino al 1883 Quattroville; 31,3 km2 con 10.901 ab. nel 2008, detti Virgiliani), traversato dal Mincio. Sede del comune è Cerese, a 22 m s.l.m. Produzioni agricole, zootecniche e manifatturiere.
Secondo la tradizione,...
VIRGILIO
Augusto ROSTAGNI
Salvatore BATTAGLIA
. Publio Virgilio Marone (Publius Vergilius Maro) fu, per il senso sublime dell'arte e per l'influenza che esercitò nei secoli, il massimo poeta di Roma; nonché l'interprete più completo e...