gruppo
s. m. [dal germ. kruppa]. – 1. Insieme di più cose o persone, distinte l’una dall’altra, ma riunite insieme in modo da formare un tutto: un g. di case, di persone; un g. di stelle; un g. d’aziende; [...] i g. a or a or coi denti (Pascoli); il nonno, da uomo, non diceva nulla, ma si sentiva un g. nella gola anch’esso (Verga); g. di vento, lo stesso che groppo di vento: Cominciano apparir baleni e gruppi E par che l’aria e ’l ciel si ravviluppi (Pulci ...
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mirallegro
mirallégro (o 'mi rallégro') s. m. (pl. -i o invar.). – Congratulazione, espressione di complimento formulata con le parole mi rallegro o sim., ormai non più com.: fare, dare, mandare, ricevere [...] anche a Agnese, che l’aveva passata liscia (Manzoni); la lettura del lavoro finiva tra i battimani e i mi rallegro (F. De Sanctis); non era allegro neppur lui, poveraccio, sebbene dovesse far la bocca ridente ai mirallegro e ai salamelecchi (Verga). ...
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pattume
s. m. [der. del lat. pactus «compatto», part. pass. di pangĕre «congiungere»], tosc. – 1. Roba sudicia e inutile che si raccoglie spazzando, o che si ammassa per terra: le comari filavano al [...] sole e le galline razzolavano nel p., dinanzi agli usci (Verga); per terra è un p. di calce dispersa, di gusci di fagiuoli, di penne di gallina,... (De Marchi). 2. non com. Melma, fanghiglia: quando piove, c’è un p. per queste strade che ci s’affonda ...
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cristo
(o Cristo; sempre maiusc. nel sign. 1) s. m. [lat. Christus, gr. Χριστός, da χριστός «unto», a sua volta traduz. dell’ebr. māshīah cioè «unto (del Signore)»]. – 1. Designazione, nell’Antico Testamento, [...] stesse mai né aperto né serrato (Giusti); avrebbe prestato anche la camicia; ma poi voleva essere pagato, senza tanti cristi (Verga); segnato da C., di persona che ha qualche imperfezione fisica. Assol., Cristo!, come esclam. di forte stupore o di ...
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arruffapopoli
arruffapòpoli (o arruffapòpolo) s. m. e f. [comp. di arruffare e popolo1]. – Agitatore, sobillatore del popolo; spec. chi istiga le masse per interesse proprio o per bassi fini personali: [...] , che sembra essere il coniatore della parola, e che nello stesso anno 1849 scrisse anche un sonetto intitolato L’arruffapopoli); degli arruffapopolo stuzzicavano anche i villani con certi discorsi che facevano spalancare loro gli occhi (Verga). ...
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virgulto
s. m. [dal lat. virgultum, che è dall’agg. virgultus «pieno di ramoscelli», der. di virgŭla «ramoscello sottile», dim. di virga «verga, ramoscello»], letter. – Arbusto con rami sottili e numerosi; [...] anche rimessiticcio, pollone: teneri v.; Quanto giova a mirar pender da un’erta Le capre, e pascer questo e quel v. (Poliziano). In usi fig., giovane rampollo ...
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esercito
eṡèrcito (ant. essèrcito) s. m. [dal lat. exercĭtus -us, in origine «esercizio», der. di exercere «esercitare»]. – 1. a. Il complesso delle forze armate di uno stato: l’e. italiano; la formazione [...] lavora per salvare una vita umana (Alvaro); vi siete mai trovata, dopo una pioggia di autunno, a sbaragliare un e. di formiche? (Verga); spesso iperb.: un e. di camerieri, di creditori; un e. di gatti, di topi; accanto, su una tavola, l’e. schierato ...
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scantonare
v. tr. e intr. [der. di cantone1, col pref. s- (nel sign. 4 per l’uso tr. e nel sign. 3 per l’uso intr.)] (io scantóno, ecc.). – 1. tr. a. Rompere, smussare ai cantoni, agli spigoli: s. il [...] domande ha subito scantonato. ◆ Part. pass. scantonato, anche come agg. (con il sign. 1 del verbo), smussato agli angoli: una lastra di marmo, incrinata in più punti e scantonata; stemma logoro, scantonato, appeso ad un uncino arruginito (Verga). ...
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tupe
tupè (e tuppè) s. m. – Adattamenti ital. del fr. toupet (v.); anche nel sign. fig.: occorrono altri requisiti: del tupè, l’occhio ardito (Verga). ...
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verga (virga)
Maria Adelaide Caponigro
Con il significato di " bastone " ricorre in Pg XXVII 80 [il] pastor... 'n su la verga / poggiato; e in If XX 44, nell'episodio della metamorfosi di Tiresia (ripreso da Ovidio Met. III 324-325 " duo magnorum...
VERGA, Andrea
Agostino Palmerini
Psichiatra, nato a Treviglio il 2 giugno 1811, morto a Milano il 21 novembre 1895. Studiò a Pavia, fu direttore del frenocomio di S. Celso a Milano, poi dell'ospedale maggiore di Milano dov'ebbe la cattedra...