derivare1
derivare1 v. intr. e tr. [dal lat. derivare tr., propr. «trarre l’acqua da un ruscello», der. di rivus «ruscello, corso d’acqua»]. – 1. intr. (aus. essere) Scaturire, aver origine, provenire [...] dalla sua testardaggine. b. Avere origine da un altro vocabolo o da un’altra lingua: il sostantivo «battuta» deriva dal verbo «battere»; «dogana» deriva dall’arabo; l’italiano deriva dal latino. 3. tr. a. Far provenire, sviare, avviare in altra parte ...
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esatto2
eṡatto2 agg. [dal lat. exactus, part. pass. di exigĕre nel sign. di «condurre a termine»]. – 1. Di persona che fa le cose nel modo dovuto, senza omissione o negligenza; quindi preciso, scrupoloso, [...] ); il conto non mi pare e.; le notizie, le informazioni, le risposte sono e., rispondenti a verità; con ellissi del verbo essere, per confermare la verità e precisione di una affermazione o risposta: «La radice quadrata di 729 è 27» «Esatto!» (nell ...
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presentatore
preṡentatóre s. m. (f. -trice) [der. di presentare]. – Chi presenta, nei varî sign. del verbo: il p. di una domanda, di un titolo bancario, di un disegno di legge; il p. di un nuovo libro; [...] il p. di un conferenziere, ecc. In partic., chi, in spettacoli teatrali, cinematografici, radiofonici, televisivi, e sim., ha l’incarico di presentare i varî attori o i partecipanti a una trasmissione, ...
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o2
o2 ‹ó› interiez. [lat. ō] (senza radd. sint.). – Ha la funzione di rafforzare il vocativo nei casi seguenti: nel rivolgere il discorso o un’invocazione: O patria mia, vedo le mura e gli archi (Leopardi); [...] o quella donna!; in apostrofi enfatiche: o ragazzi, ma che siete impazziti?; è letter., oltreché enfatica, se preceduta dal verbo: Marciate, o de la patria incliti figli (Carducci). L’interiezione o vocativa è proclitica; non è invece necessariamente ...
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vinto
agg. e s. m. (f. -a) [part. pass. di vincere]. – Con funzione participiale, ha gli stessi sign. fondamentali del verbo, e cioè sconfitto, sopraffatto, costretto alla resa e sim., in senso proprio [...] e fig.: i nemici, vinti, chiesero la pace; essere v. dalle preghiere; Vinto dal sonno, in su l’erba inchinai (Dante); E dal gran caldo e da la sete infesta Vinto, si trasse l’elmo da la fronte (Ariosto). ...
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impolarsi
v. intr. pron. [der. di polo1] (si impòla). – Verbo usato da Dante, con riferimento all’empireo: È ogne parte là ove sempr’era, Perché non è in loco e non s’impola (Par. XXII, 66-67), non ha [...] poli intorno ai quali girare, è cioè immobile ...
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quietare
(letter. quetare) v. tr. [dal lat. tardo quietare o quietari, der. di quietus «quieto»] (io quièto, o quèto, ecc.). – 1. Porre in quiete, calmare: q. le tempeste; q. il mare, le onde; q. un [...] primo che facesse quietare tanti mali (Machiavelli), qui senza la particella si perché preceduto da fare, ma anticam. il verbo fu adoperato anche intransitivamente. Ant., mettersi in stato di pace con altri, stabilire rapporti pacifici: né era meno ...
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annuire
annüire v. intr. [dal lat. annuĕre, comp. di ad- e nuĕre «far cenno» (il verbo semplice è documentato solo in glosse, e presente nei composti e nei derivati, tra i quali numen, nutus)] (io annüisco, [...] tu annüisci, ecc.; aus. avere). – Accennare di sì, muovere il capo in segno di assenso: alla mia domanda annuì; a ogni sua parola i presenti annuivano; estens., acconsentire: a. a una richiesta. ◆ Part. ...
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annunciare
(o annunziare) v. tr. [dal lat. annuntiare, der. di nuntius «messaggero, messaggio»] (io annùncio o annùnzio, ecc.). – 1. Far conoscere, rendere noto un fatto, un avvenimento, comunicandone [...] di X; mi vuole a. al capoufficio? 3. Con riferimento esclusivo all’annuncio dato dall’angelo Gabriele a Maria, il verbo è stato usato anticam. con l’accus. della persona (da cui il valore passivo di Annunziata come appellativo della Madonna): questa ...
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verbo linguistica Nella grammatica tradizionale, parte del discorso che indica azione, stato, o divenire, in contrapposizione al nome, che indica sostanza o qualità; variabile secondo la flessione verbale, cioè la coniugazione, l’insieme delle...
verbo
Alessandro Niccoli
Il termine ha più valori. In primo luogo, designa la " parola " in quanto voce significativa, segno convenzionale che fa parte di un sistema linguistico; designa, inoltre, il " concetto ", ciò che la mente concepisce...