condizionale
agg. [dal lat. tardo (dei grammatici e dei giuristi) conditionalis, der. di conditio -onis «condizione»]. – In genere, che esprime condizione, che è sottoposto a una condizione: clausola [...] ; liberazione c. (v. liberazione, n. 1). In partic.: 1. In grammatica: a. Modo c. (o assol. condizionale s. m.), modo del verbo italiano, e di altri sistemi verbali, il quale indica soprattutto il desiderio o la possibilità che un fatto si compia in ...
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flettere
flèttere v. tr. [dal lat. flectĕre] (io flètto, ecc.; pass. rem. flettéi o flèssi; part. pass. flèsso, raro flettuto). – 1. Piegare, sia formando un angolo sia incurvando: f. un braccio, f. [...] di una parte variabile del discorso, cioè declinare (il sostantivo, il pronome, l’aggettivo) o coniugare (il verbo); e come intr. pron.: verbo che si flette regolarmente. ◆ Part. pres. flettènte, anche come agg. e s. m. (v. la voce). ◆ Part ...
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condizionamento
condizionaménto s. m. [der. di condizionare]. – 1. L’operazione di condizionare, nell’accezione 2 e 3 del verbo, e il modo: c. di un pacco; c. della frutta. C. di una merce, lo stato [...] al momento sociale o stilistico. 3. a. Il fatto di condizionare, d’essere condizionato, nell’accezione 5 a del verbo: c. sociali, culturali; essere libero di agire a propria discrezione, senza c. esterni. b. In neurofisiologia, l’istituzione di ...
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piu
più (ant. o pop. tosc. piùe) avv. e agg. [lat. plūs, compar. neutro di multus «molto»]. – 1. avv. a. Come comparativo dell’avv. molto, significa «in maggior quantità, in maggior misura», contrapponendosi [...] ecc. Unito con aggettivi e avverbî forma in genere il comparativo di maggioranza; in tale caso (e anche quando specifica un verbo) vi è, espresso o sottinteso, un secondo termine di paragone o una proposizione comparativa: la discesa è in genere più ...
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non di solo pane vive l'uomo
nón di sólo pane vive l’uòmo. – Traduzione delle parole del Vangelo (Matteo 4, 4 e Luca 4, 4) non in pane solo vivet homo (dove vivet, futuro, significa propriam. «vivrà», [...] in pane le pietre del deserto, per saziare la fame sopravvenutagli dopo 40 giorni e 40 notti di digiuno; il testo di Matteo prosegue: sed in omni verbo quod procedit de ore Dei «ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (in Luca: sed in omni ...
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condotta
condótta s. f. [der. di condurre, nei varî sign. del verbo]. – 1. a. Ufficio del condurre e capitanare milizie, comando supremo: un esercito grossissimo militava sotto la c. dell’arciduca Carlo [...] in Germania (Botta). b. Come termine storico (dal sign. di «assoldare» che ebbe anticam. il verbo condurre), patto per il quale un capitano di ventura era assoldato da un principe o da un comune con un certo numero di milizie ai suoi ordini; per ...
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s, S
(èsse) s. f. o m. – Diciottesima lettera dell’alfabeto latino; della sua forma originaria nella scrittura si hanno scarse notizie per la fase anteriore al greco, non sapendosi con certezza quale [...] , anche in alta Italia, dalla maggior parte delle voci composte (es. presento 〈presènto〉, del verbo presentire, diverso da presento 〈pre∫ènto〉, del verbo presentare) e da alcune voci che si scrivono anche con s doppia (es. musulmano, susurrare ...
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s-
– Prefisso presente in molte parole italiane, soprattutto verbi e, in misura minore, aggettivi e sostantivi. Rappresenta in genere la continuazione del lat. ex, preposizione e prefisso (per la forma [...] esplicare, ecc.); la maggioranza è di formazione più recente. Significati e funzioni più notevoli del prefisso: 1. Premesso a verbi, può esprimere azione contraria (s-fiorire, s-gonfiare, s-legare; in s-piovere, invece, indica cessazione). Talora la ...
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andare1
andare1 v. intr. [etimo incerto; nella coniugazione, il tema and- si alterna in alcune forme con il tema vad- del lat. vadĕre «andare»] (pres. indic. vado [tosc. o letter. vo, radd. sint.], vai, [...] , rispetto alle quali si dispone subito parallela; a. in (o alla) deriva (v. deriva). In altre locuz. del linguaggio marin., il verbo ha valori generici: a. in costa, incagliarsi sulla costa; a. a picco, colare a fondo; a. in potere, riferito a un ...
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bene2
bène2 s. m. [dall’avv. bene1]. – 1. a. Ciò che è buono in sé, cioè perfetto nella compiutezza del suo essere o nel suo valore morale, e quindi oggetto di desiderio, causa e fine dell’azione umana: [...] F. Nietzsche. b. Con valore neutro, cosa buona, quindi anche giusta, utile, opportuna; spec. in unione col verbo essere e con altri verbi copulativi, col verbo credere e sim.: è b. che sia così; sarà b. avvertirlo; sarebbe b. che fossi presente anche ...
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verbo linguistica Nella grammatica tradizionale, parte del discorso che indica azione, stato, o divenire, in contrapposizione al nome, che indica sostanza o qualità; variabile secondo la flessione verbale, cioè la coniugazione, l’insieme delle...
verbo
Alessandro Niccoli
Il termine ha più valori. In primo luogo, designa la " parola " in quanto voce significativa, segno convenzionale che fa parte di un sistema linguistico; designa, inoltre, il " concetto ", ciò che la mente concepisce...