deverbale
agg. e s. m. [der. di verbo, col pref. de-]. – In linguistica, di vocabolo (aggettivo o sostantivo) derivato da un verbo; per es. in latino dictator da dictare, in italiano ferita, ferimento, [...] feritore, feritoia da ferire ...
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h, H
(acca) s. f. o m. – Ottava lettera dell’alfabeto latino, nel quale indicava, come già originariamente in greco (dove in seguito venne sostituita dallo spirito aspro ῾), la fricativa laringale. L’aspirazione [...] è degno di honore»); la regola della Crusca, di mantenere l’h etimologica soltanto nelle quattro voci ho, hai, ha, hanno del verbo avere, s’impose definitivamente in Toscana col sec. 17°, nel resto d’Italia col 18°. Usi più comuni della lettera h ...
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ributtare
v. tr. [comp. di ri- e buttare]. – 1. a. Buttare di nuovo, nei varî sign. del verbo semplice: raccolse il giocattolo, e poi lo ributtò a terra; nel rifl.: hai ancora bisogno di riposo, ribùttati [...] , la sua volgarità, il suo modo di parlare mi ributta; anche assol.: sono cose che ributtano. In questo senso, che deriva dal prec., il verbo è divenuto intr. per influenza del sinon. ripugnare. ◆ Part. pres. ributtante, anche come agg. (v. la voce). ...
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via1
via1 avv. [dal sost. lat. via «via», che ha preso sign. avverbiale in locuz. come ire viam o ire via «andare per la (propria) strada»; la connessione etimologica del n. 4 con gli altri sign. non [...] da fare; è un lavoro tirato via, va rifatto (per queste e altre espressioni consimili v. le voci relative ai singoli verbi). Con verbo non di moto, essere via, nell’uso fam., essere fuori di casa; essere di fuori via, pop., essere di paese straniero ...
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colare2
colare2 v. tr., ant. letter. – Onorare, venerare. Fu così interpretato concordemente dagli antichi commentatori il passo di Dante (Inf. XII, 120): Colui fesse in grembo a Dio Lo cor che ’n su [...] colĕre con mutamento di coniugazione; ma alcuni commentatori moderni preferiscono leggere ancor sì cola, cioè «ancora gronda (sangue)», intendendo il verbo come una forma del colare precedente, con sì rafforzativo. Col sign. di «onorare, venerare» il ...
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dispiacere2
dispiacére2 v. intr. [lat. *displacēre, rifacimento del class. displicēre, comp. di dis-1 e placēre «piacere»] (coniug. come piacere; aus. essere). – 1. Non piacere, riuscire sgradevole, [...] e sim.: mi dispiace questo tuo atteggiamento; sono fatti che dispiacciono; questo mi dispiace davvero. Più spesso il verbo si costruisce con prop. soggettiva o è usato impersonalmente: dispiace sentire queste lagnanze; a tutti dispiace perdere; mi ...
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essere2
èssere2 s. m. [uso sostantivato del verbo]. – 1. a. La condizione di aver vita, di avere realtà, esistenza, conforme al sign. primo e assoluto del verbo: l’e. e il nulla; passare dall’e. al non [...] e. (per estens. può indicare anche il passaggio da una condizione di qualche importanza nella vita sociale, nel proprio ufficio, a una condizione molto inferiore). Con uso più strettamente filosofico: ...
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profórma s. f. [der. di forma, col pref. pro-¹ «in luogo di»]
In linguistica, qualunque forma (spec. agg., pron. o verbo) dal significato generico, che abbia la funzione di sostituire, in una frase [...] o in un testo, un’altra forma di significato pieno (per es., il verbo fare è una p. in lui suona il violino, io non lo so fare, dove sostituisce suonare il violino). ...
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richiedere
richièdere (ant. richièrere o richèrere) v. tr. [lat. pop. requaerĕre (per il class. requirĕre), comp. di re- e quaerĕre «chiedere»] (coniug. come chiedere; part. pass. richièsto, ant. richèsto). [...] un piacere, di un servigio, di un consiglio (anche nel passivo: essere richiesto di un consiglio; e seguito da un verbo: sono stato richiesto di testimoniare a suo favore); col solo compl. ogg., quando significhi pregare o quando si sottointenda «di ...
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continuativo
agg. [dal lat. tardo continuativus]. – Che vale a continuare; più com., che ha durata, che ha carattere di continuità: impiego, incarico c., rapporto di lavoro continuativo. In linguistica, [...] c., modo e insieme aspetto del verbo (proprio soprattutto delle lingue bantu), il quale esprime che un’azione è considerata nel suo sviluppo. ◆ Avv. continuativaménte, in modo continuativo, con continuità: prestare continuativamente la propria opera ...
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verbo linguistica Nella grammatica tradizionale, parte del discorso che indica azione, stato, o divenire, in contrapposizione al nome, che indica sostanza o qualità; variabile secondo la flessione verbale, cioè la coniugazione, l’insieme delle...
verbo
Alessandro Niccoli
Il termine ha più valori. In primo luogo, designa la " parola " in quanto voce significativa, segno convenzionale che fa parte di un sistema linguistico; designa, inoltre, il " concetto ", ciò che la mente concepisce...