singolare
(ant. singulare) agg. e s. m. [dal lat. singularis «proprio di uno solo», der. di singŭlus «singolo»]. – 1. agg. a. ant. Che concerne una singola persona o cosa, che è proprio di un individuo [...] ), classe della categoria grammaticale del numero, presente in molte lingue nella flessione dei sostantivi, degli aggettivi, dei pronomi e dei verbi, per indicare che si tratta di una sola persona o di una cosa unica o che un’azione è fatta da una ...
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classe
s. f. [dal lat. classis, di origine incerta]. – 1. Ciascuna delle cinque categorie in cui fu divisa, in base al patrimonio fondiario, la cittadinanza di Roma, nell’ordinamento timocratico introdottovi, [...] accezioni più specifiche: a. Nella grammatica greca, ognuno degli otto aggruppamenti nei quali si collocano i verbi in base alle loro caratteristiche formali (classificazione tradizionale e diffusa nelle scuole, ma senza fondamento scientifico). Più ...
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tornare
v. intr. e tr. [lat. tornare «lavorare al tornio, far girare sul tornio», der. di tornus «tornio»] (io tórno, ecc.). – 1. intr. (aus. essere) Avviarsi, essere diretti al luogo da cui si era partiti [...] appetito; le forze gli tornano a poco a poco (si noti, in questi e altri simili esempî, il compl. di termine dipendente dal verbo); sono tempi passati che non tornano più; la giovinezza se n’è andata, ormai, e non torna più. In partic., di stagioni e ...
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raddoppiamento
raddoppiaménto s. m. [der. di raddoppiare]. – 1. L’atto, il fatto, e l’effetto del raddoppiare, del raddoppiarsi: r. degli sforzi; r. della posta del gioco; in pochi anni si ha il r. del [...] ddìci?〉, come te 〈kóme tté〉; cfr. come), quando è formata da dà, dì, fa, sta, va, imperativi di 2a persona sing. dei verbi dare, dire, fare, stare, andare (per es., dì tutto 〈di ttùtto〉, fa piano 〈fa ppi̯àno〉), e quando produce anche nella grafia il ...
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me1
me1 ‹mé› pron. pers. sing. [lat. mē] (radd. sint.). – 1. Forma forte della declinazione del pron. di 1a pers. sing. (io), usata come compl. oggetto quando si vuol dare a questo forte rilievo (hanno [...] !; o me infelice!), nelle comparazioni dopo come o quanto (è alto come me; ne sa quanto me), e in funzione predicativa dopo i verbi essere, parere, sembrare e sim. (tu non sei me; con i miei occhiali, pareva me); scherz., in funzione di soggetto: il ...
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conificatrice
s. f. [der. di cono, sul modello dei derivati di verbi in -ficare]. – Macchina utensile adoperata per la fabbricazione di tubi o raccordi a forma troncoconica. ...
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avanti
(ant. e poet. avante) avv., prep. e s. m. [lat. tardo abante, da ante rafforzato con la prep. ab]. – 1. Avv. di luogo. a. Indica la direzione che si ha di fronte, in contrapp. a dietro, indietro, [...] buon punto. 2. Avv. di tempo. Indica anteriorità, ed è sempre posposto al sost. (assumendo allora valore di agg.) o al verbo: il giorno a., la settimana a., un anno a. (cioè il giorno precedente, il giorno prima, ecc.); bisognava pensarci avanti. In ...
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coniugare
v. tr. [dal lat. coniugare «congiungere, unire», comp. di con- e iugare «aggiogare», der. di iugum «giogo»] (io còniugo, tu còniughi, ecc.). – 1. Unire in matrimonio; è usato quasi soltanto [...] il presente, l’imperfetto, l’indicativo, il condizionale, ecc. di un verbo; nell’intr. pron., coniugarsi, avere una determinata flessione: il verbo «fare» si coniuga irregolarmente; i verbi «andare» e «venire» si coniugano con l’ausiliare «essere». 3 ...
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-eggiare
[lat. volg. -idiare, gr. -ίζειν]. – Suffisso derivativo di verbi tratti da nomi (amoreggiare, corteggiare, favoleggiare, guerreggiare, lampeggiare, occhieggiare, sceneggiare, schiaffeggiare, [...] signoreggiare), da aggettivi (amareggiare, biancheggiare, folleggiare, largheggiare, scarseggiare, vaneggiare), più raramente da avverbî (indietreggiare). Ha una variante di tradizione dotta, -izzare, ...
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coniugazione
coniugazióne s. f. [dal lat. coniugatio -onis (der. di coniugare «congiungere») «congiunzione, relazione etimologica tra vocaboli», e nel lat. tardo «flessione del verbo»]. – 1. Nella terminologia [...] del nome (che è detta invece, per le lingue in cui esistano i casi, declinazione), cioè il complesso delle forme che il verbo può assumere per esprimere il tempo, il modo, il numero, la persona e la diatesi. Si dice c. anche la sistemazione delle ...
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Assieme ai ➔ nomi, i verbi sono una categoria di parole (➔ parti del discorso) cruciale nell’organizzazione lessicale e grammaticale delle lingue, al punto da essere considerati un universale linguistico: mentre infatti nelle lingue questa o...
I verbi sintagmatici sono verbi polirematici (cioè composti da più elementi; ➔ polirematiche, parole) come andare giù, tirare su, venire fuori, mettere sotto, ecc., che hanno la struttura verbo + particella. Il verbo è di solito un verbo di...