pago1
pago1 agg. [part. pass. di pagare, senza suffisso] (pl. m. -ghi), letter. – Appagato, soddisfatto, contento: essere, mostrarsi, dichiararsi, tenersi p. (in senso assol., o di qualche cosa); di [...] (Parini), soddisfatto soltanto di sé stesso e di ciò che realmente vale, senza cercare onori e ricompense da altri, ecc.; e con valore più propriam. verbale: ah, se una volta, Solo una volta il lungo amor quieto E pago avessi tu (Leopardi), se tu ...
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modaiolizzarsi
v. intr. pron. (iron.) Conformarsi alle mode, alle tendenze dominanti. ◆ L’intellettuale non dà più valore aggiunto alla mondanità. La modella, sì. Perché l’intera società si è «modaiolizzata», [...] ha fatto propri valori come la superficialità, la leggerezza, l’estetica, il glamour, la griffe, e quant’altro. (Massimo Piombo, Giornale, 17 agosto 2003, Giornale della domenica, p. II).
Derivato dal s. m. e agg. modaiolo con l’aggiunta del suffisso ...
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paradigmatico
paradigmàtico agg. [dal gr. παραδειγματικός] (pl. m. -ci). – 1. Che serve di paradigma, cioè di esempio, di modello; che ha valore esemplare. In grammatica, che costituisce il paradigma, [...] un paradigma. 2. In linguistica, rapporti p., i rapporti che intercorrono tra gli elementi della frase e gli elementi che virtualmente potrebbero alternarsi con essi nella frase, distinti dai rapporti sintagmatici che intercorrono tra gli elementi ...
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calore
calóre s. m. [lat. calor -ōris, der di calere «essere caldo»]. – 1. La sensazione determinata dalla vicinanza o dal contatto del corpo umano con un oggetto o con un ambiente caldi, cioè a temperatura [...] tra c. e lavoro meccanico, principio enunciato dal fisico inglese J. P. Joule (1818-1899), in base al quale l’energia spesa degli elementi radioattivi in essa presenti. d. Con uso e valore particolari nelle due locuz. c. rosso (ingl. red heat), ...
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metodo
mètodo s. m. [dal lat. methŏdus f., gr. μέϑοδος f., «ricerca, indagine, investigazione», e anche «il modo della ricerca», comp. di μετα- che include qui l’idea del perseguire, del tener dietro, [...] di determinate grandezze al fine di stabilirne il valore più probabile con il relativo intervallo di indeterminazione o sugli attrezzi leggeri, secondo i principî della scuola svedese di P. H. Ling (1776-1839). f. Talora equivale a metodologia ...
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senato
(ant. sanato) s. m. [dal lat. senatus -us, der. di senex «vecchio, anziano», propr. «consiglio, assemblea degli anziani»]. – 1. a. In Roma antica, il supremo consiglio dello stato, principale [...] il S. e il Popolo Romano (traduz. della sigla lat. S.P.Q.R., che compare nelle iscrizioni monumentali). Il nome è attribuito, mondo medievale, la parola è talvolta usata anche, con valore generico, per indicare un consiglio di anziani: le rosse ...
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scherzo
schérzo s. m. [der. di scherzare]. – 1. a. L’atto, il fatto di scherzare, di parlare cioè o di fare qualcosa mostrando di volersi divertire e di non dare alle parole o alle cose il significato [...] simultaneamente dal russo è uno scherzo. d. Cosa o fatto di nessun valore, senza importanza: una cifra così alta non mi sembra uno s.!; es., lo Scherzo sinfonico L’Apprendista stregone di P. Dukas). 3. In letteratura, breve componimento poetico ...
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ex-
〈èks〉 pref. – È la prep. lat. ex (v. ex), molto usata in latino come prefisso per la formazione di verbi e loro derivati, sia nella forma intera ex-, davanti a vocale e alle cons. c, p, q, s, t (come [...] natura (effemino «effeminare»); in altri ancora esprime il concetto della pienezza, del compimento, conferendo quindi al verbo valore estensivo o intensivo (ebibo «bere fino all’ultima goccia», elaboro «lavorare con cura, elaborare», evinco «vincere ...
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morte
mòrte s. f. [lat. mŏrs mŏrtis]. – 1. a. La cessazione delle funzioni vitali nell’uomo, negli animali e in ogni altro organismo vivente o elemento costitutivo di esso: è in lutto per la m. di un [...] qualcuno, odiarlo di un odio asprissimo. Queste espressioni hanno spesso valore iperbolico; sempre iperb. le locuz. tormentare, seccare, annoiare a espressione (nota soprattutto per l’omonimo dramma di P. Giacometti, 1861) rimane tuttavia nell’uso per ...
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apprendista
s. m. e f. [der. di apprendere] (pl. m. -i). – Chi è occupato in un’azienda industriale o commerciale allo scopo di acquisire le capacità necessarie per diventare lavoratore qualificato. [...] un’arte, di un mestiere, ecc.; spesso in frasi di valore limitativo: è un lavoro da apprendisti, facile, che non richiede un componimento di W. Goethe, Der Zauberlehrling, messo in musica da P. Dukas (1897) col titolo fr. L’apprenti sorcier (in cui è ...
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p-value
p-value o valore p, in statistica, valore sotto il quale i dati ricavati da un test statistico conducono al rifiuto dell’→ ipotesi nulla. Nella pratica, anziché fissare in anticipo il livello di significatività α, che corrisponde alla...