monachetto
monachétto s. m. [dim. di monaco]. – 1. Monaco giovane o piccolo di statura; anche monaco in genere, con tono vezzeggiativo o di lieve commiserazione. 2. Nome dato popolarmente al ferro in [...] cui entra il saliscendi per chiudere l’uscio, altrimenti detto nasello. 3. Nell’attrezzatura navale, ciascuna delle piccole bitte, semplici o doppie, sistemate sulla scarpata delle ancore a ceppo, intorno a cui si avvolgono le rizze che assicurano le ...
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volta2
vòlta2 s. f. [lo stesso etimo della voce prec.]. – 1. a. Nelle costruzioni, v. di copertura e più spesso semplicem. volta, struttura di copertura che può avere forme diverse, ma in ogni caso è [...] . Scantinato a volta, cantina: volte piene d’ottimi vini (Boccaccio); io credo bene che la famiglia mia ha tenuto aperto l’uscio della v., e hatti dato bere (Sacchetti); anche, magazzino di merci. 2. In usi estens.: a. Nel linguaggio corrente, la v ...
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adagio1
adàgio1 avv. e s. m. [da ad agio, cioè, in origine, «con comodità»]. – 1. avv. Lentamente, senza fretta: andare, muoversi, parlare, scrivere a.; dovresti dettare un po’ più a.; cantare, suonare [...] » di Beethoven). ◆ Dim. adagino, ma per lo più con valore intens.: camminare, parlare adagino, con molta calma o posatezza; arrivarono all’uscio, lo spinsero adagino adagino (Manzoni); anche come raccomandazione ironica. Come s. m., adagétto (v.). ...
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inchiodare
v. tr. [der. di chiodo] (io inchiòdo, ecc.). – 1. a. Fissare, unire, configgere, con uno o più chiodi: i. un’asse; i. una tavola all’altra (o sull’altra); i. il coperchio alla cassa; gli inchiodarono [...] le mani alla croce; i. un uscio, una finestra, fermarli con chiodi in modo che non si possano aprire; con riferimento a cavalli, buoi, ecc., pungerli nel vivo col chiodo durante la ferratura. b. Rendere inutilizzabile al fuoco un pezzo di artiglieria ...
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banda1
banda1 s. f. [dal provenz. banda, prob. dal lat. mediev. banda nel senso di «partito, fazione» (v. banda2)]. – 1. non com. Lato, parte: passare da b. a b.; uscio, sportello a due b., a due battenti; [...] mettere, lasciare da b., spec. in senso fig., mettere in disparte, tralasciare, non curare o non fare più: mettiamo da b. i complimenti; posi da b. le analisi grammaticali e l’analisi logica, noiosissima, ...
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picchiare1
picchiare1 v. tr. e intr. [da una radice onomatopeica *pikk-, da cui anche picca1, piccare1 ecc.] (io pìcchio, tu picchi, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. a. Battere con colpi secchi su [...] una superficie, bussare, spec. a una porta per farsi aprire: picchiando l’uscio, a lei che già rispondeva dissero ... (Boccaccio); in questo senso è più frequente l’uso intr. o assol.: picchiano al portone; va ad aprire, non senti che picchiano?; ...
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seggiolone
seggiolóne s. m. [accr. di seggiola]. – 1. Sedile per una persona, ampio e massiccio, con braccioli e spalliera alta, generalm. di legno, talvolta imbottito e ricoperto di tessuto o di cuoio: [...] pur brontolando, [don Abbondio] spiccò un salto dal suo s., per lanciarsi all’uscio (Manzoni). 2. Alto sedile utilizzato per i bambini piccoli, in modo che possano arrivare all’altezza di un tavolo comune; è fornito nella parte anteriore di un piano ...
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raggiare
(poet. ant. raiare) v. intr. e tr. [lat. radiare, der. di radius «raggio»] (io ràggio, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. intr. a. Mandare, diffondere raggi, detto spec. del sole, della luna [...] lampade raggiavano solitarie nelle strade deserte. b. estens. Risplendere: Vedi l’albor che per lo fummo raia (Dante); Raggia davanti all’uscio una gran pianta, Che fronde ha di smeraldo e pomi d’oro (Poliziano). E in usi fig.: vedea ... delle Dive ...
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picchio1
pìcchio1 s. m. [der. di picchiare1]. – Colpo o ciascuno dei colpi dati picchiando, e anche il rumore che ne deriva: dare un p., cadendo a terra; si sente un calpestìo nella stanza vicina; poi [...] un p. all’uscio (Manzoni); due discreti p. alla porta lo fecero saltare dallo sgabello su cui era montato (Pirandello). ◆ Dim. picchiétto, picchiettino, picchio leggero, spec. di chi bussa alla porta. ...
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chiudere
chiùdere v. tr. [lat. clūdĕre, per il class. claudĕre, tratto dai composti includĕre, ecc.] (pass. rem. chiusi, chiudésti, ecc.; part. pass. chiuso). – Verbo di significato generico, che è ben [...] o l’uscita da un luogo facendo combaciare imposte o battenti di vario genere e fermandone o no la serratura: ch. l’uscio, la finestra, il cancello, la saracinesca; ch. l’armadio; ch. la porta di casa, di una stanza (anche assol., con lo stesso ...
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USCIO (A. T., 24-25-26)
Claudia MERLO
Comune della Liguria, in provincia di Genova. Comprende una serie di piccoli centri e aggregati, di cui il principale è Chiesa (361 m. s. m.), sede del comune, sparsi nella boscosa valle del Torrente Recco,...
uscio [plur. uscia, nel Fiore]
Guido Favati
Delle non molte occorrenze del termine (s'incontra usato solo nella Commedia e nel Fiore) quella che ricorre nel contesto più drammatico s'incontra certo in If XXXIII 46, dove il conte Ugolino esprime...