malanno
s. m. [comp. di malo e anno]. – 1. Genericam., disgrazia, sventura: tutti miei consorti Ha ella [la superbia] tratti seco nel m. (Dante); portare il m., il malaugurio; Dio ti dia il m.; avere [...] il male, il m. e l’uscio addosso, frase proverb., sopportare ogni sorta di disgrazie. Più com., singolo evento calamitoso: un m. finisce e un altro ne viene; quella grandine fu un vero malanno. 2. Malattia, acciacco, male fisico: la vecchiaia porta ...
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fermare
v. tr. [lat. fĭrmare «rendere stabile», der. di fĭrmus «fermo, stabile, saldo»] (io férmo, ecc.). – 1. a. Fissare, rendere saldo, stabile: f. un bottone che ciondola; f. un chiodo; f. il punto, [...] l’abitudine di fermarsi proprio sul tetto del cascinale a cantare con voce di sventura (Romana Petri); fig., fermarsi al primo uscio o alla prima osteria, appigliarsi al primo partito che càpita. b. Trattenersi in qualche posto o con qualcuno: debbo ...
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riaprire
v. tr. [comp. di ri- e aprire] (coniug. come aprire). – 1. Aprire di nuovo: r. la porta, la finestra, le imposte, una cassa, un cassetto, l’armadio, il rubinetto dell’acqua. Locuz. particolari: [...] dichiarato concluso: r. un’inchiesta; r. un’istruzione penale (v. riapertura). 4. intr. pron. Aprirsi di nuovo: l’uscio si riaprì silenziosamente; spesso con valore passivo: domani si riaprono le scuole; le iscrizioni si riapriranno il 20 giugno. Con ...
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smeraldo
s. m. [lat. smaragdus (attraverso una forma pop. *smaraudus), gr. σμάραγδος, voce di origine orientale]. – 1. a. Pietra preziosa di grande pregio, varietà di berillo di intenso colore verde [...] nel linguaggio com., la locuz. aggettivale di smeraldo (dove la pietra preziosa è assunta come termine di raffronto): Raggia davanti all’uscio una gran pianta, Che fronde ha di smeraldo e pomi d’oro (Poliziano); prati di smeraldo; occhi di smeraldo. ...
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rabbattere
rabbàttere v. tr. [comp. di r- e abbattere]. – 1. non com. Socchiudere, accostare, detto dei battenti dell’uscio e della finestra: un usciaccio intarlato e sconnesso era rabbattuto, senza [...] chiave né catenaccio (Manzoni). 2. intr. pron., ant. Tornare a imbattersi (e talora anche col semplice sign. di imbattersi, con valore intensivo) ...
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ferrare
v. tr. [der. di ferro] (io fèrro, ecc.). – 1. Munire di ferro, soprattutto per rinforzo o armatura: f. un uscio, una botte; scherz.: A quei tempi si ferrava Non la via ma il viaggiator (Visconti [...] Venosta); più com., f. un cavallo, effettuarne la ferratura; f. una scarpa, un paio di stivali, in passato, applicare le bullette alle suole; ant., f. gli schiavi, i prigionieri, metter loro i ferri, le ...
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guida
s. f. [der. di guidare]. – 1. L’azione di guidare: affidarsi alla g. di una persona esperta; la g. di una motocicletta, di un autoveicolo; per le navi o gli aeromobili è sinon. di pilotaggio, che [...] o redini, con cui il guidatore regola l’andatura dei cavalli da tiro. m. Striscia di tappeto che traversa una stanza da un uscio all’altro o è distesa lungo un atrio, un corridoio, o sopra una scala nel mezzo degli scalini. 7. Complesso di comandi ...
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male2
male2 s. m. [lat. malum «male fisico o morale», rifatto secondo male avv.]. – In senso ampio, il contrario del bene, tutto ciò che arreca danno turbando comunque la moralità o il benessere fisico [...] nella liturgia del matrimonio. b. Disgrazia, sfortuna: nella sua malvagità, gli augurava ogni m.; avere il m., il malanno e l’uscio addosso (v. malanno, n. 1). In imprecazioni: Se non fosse il gran prete, a cui mal prenda! (Dante); v. anche mannaggia ...
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cheto
chéto agg. [lat. quiētus: v. quieto], tosc. o letter. – Fermo, tranquillo, silenzioso, riferito a persone e più raram. a cose: il bambino non vuole stare ch.; sta’ ch. e non ti muovere dal tuo [...] v. quieto, che è la forma più comune. ◆ Avv. chetaménte, in silenzio, piano piano, senza far rumore, sommessamente: piangeva chetamente fuori dell’uscio; lentamente, con flemma, senza scomporsi: si figurava ... d’alzar chetamente la testa (Manzoni). ...
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USCIO (A. T., 24-25-26)
Claudia MERLO
Comune della Liguria, in provincia di Genova. Comprende una serie di piccoli centri e aggregati, di cui il principale è Chiesa (361 m. s. m.), sede del comune, sparsi nella boscosa valle del Torrente Recco,...
uscio [plur. uscia, nel Fiore]
Guido Favati
Delle non molte occorrenze del termine (s'incontra usato solo nella Commedia e nel Fiore) quella che ricorre nel contesto più drammatico s'incontra certo in If XXXIII 46, dove il conte Ugolino esprime...