ripicchiare
v. tr. e intr. [comp. di ri- e picchiare1 o picchiare2 (nel sign. 2)] (io ripìcchio, ecc.). – 1. Picchiare di nuovo, spec. nell’uso assol. o intr. (aus. avere): ripicchiò all’uscio più forte, [...] pensando che non l’avessero sentito; anche in espressioni fig.: picchia e ripicchia, è riuscito a ottenere quel posto, a forza di insistere. 2. In aeronautica, compiere una nuova picchiata. 3. rifl., tosc., ...
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ripicchiata
s. f. [der. di ripicchiare]. – L’azione di picchiare di nuovo: dài una r. all’uscio; fare una r., in aeronautica. ◆ Dim. ripicchiatina. ...
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largo
agg. e s. m. [lat. largus] (pl. m. -ghi). – 1. agg. a. Che si estende notevolmente in larghezza, spec. in rapporto alle altre dimensioni (lunghezza, altezza); in genere si contrappone a stretto: [...] una strada l.; una l. piazza; una l. entrata; finestra l.; uscio l.; stanza l., ecc.; una l. tavola, uno specchio l.; Via Larga, in parecchie città, nome proprio della via principale o di quella che un tempo era la via principale e più larga; una ...
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lubrico
lùbrico (meno corretto lubrìco) agg. [dal lat. lubrĭcus] (pl. m. -ci, raro o ant. -chi). – 1. a. letter. Sdrucciolevole, che fa scivolare: camminare su un l. pendio; terreno l., anche in senso [...] strisciano sulla terra: la l. lumaca; le l. anguille; di sotto al cavo De l’alto avello un gran l. serpe Uscìo placidamente (Caro); Di velenosi rettili La l. famiglia (Tommaseo). b. ant. Dell’intestino, che ha le evacuazioni facili (contr. di stitico ...
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serrare
v. tr. [lat. *serrare, da serare «chiudere» (der. di sera «serratura, spranga di chiusura»), con doppia r per influsso di ferrum «ferro», oppure di serra «sega» per la forma seghettata di alcune [...] in un luogo o se ne esca, assicurando la serratura o eventuali altri sistemi di chiusura: s. le porte della città; s. l’uscio di casa; s. la finestra; s. la stalla; s. bottega (anche fig., sospendere, cessare il lavoro o l’attività che vi si svolgeva ...
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zangola
zàngola (o żàngola) s. f. [voce di origine dial. settentr.]. – 1. Macchina, un tempo azionata a mano, utilizzata per la produzione del burro (burrificazione): è costituita da un recipiente, fisso [...] l’impastamento del burro. 2. estens. Recipiente di legno in forma di conca, adoperato per varî usi: z. untuose e piene di piatti da lavare (Tozzi); una bottega di fornaio con la z. del baccalà posata su una seggiola vicino all’uscio (E. Cecchi). ...
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lasciare
v. tr. [lat. laxare «allargare, allentare, sciogliere», der. di laxus «largo, allentato»] (io làscio, ecc.). – 1. Smettere di tenere, o di stringere, di reggere, di premere: da subita paura [...] ; prov., tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino (v. gatta2). b. Separarsi da una persona: l’ho lasciato sull’uscio di casa; mi lasciò per salutare uno dei suoi ospiti; mi dispiace, ma debbo lasciarti; ci vuole l., di chi ha deciso di ...
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condannare
v. tr. (ant. condennare) [lat. condemnare, comp. di con- e damnare «condannare», rifatto secondo il verbo semplice; nel sign. 4, sull’esempio del fr. condamner]. – 1. a. Dichiarare colpevole, [...] , uno scritto, in quanto non conforme alle sue dottrine e ai suoi dogmi. 4. fig. Nell’edilizia, c. un uscio, una finestra, chiuderli definitivamente, sopprimerli; c. un edificio, destinarlo a essere demolito. 5. rifl. Mettersi, ritrovarsi per propria ...
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zuppa
s. f. [dal germ. *suppa «fetta di pane inzuppato»; nel sign. 4, è un deverbale di zuppare]. – 1. Nome generico di minestre in brodo preparate con ingredienti e in modi molto varî, ma servite per [...] fatti reali da quelli immaginarî, ha fatto tutta una z.; che z., quell’articolo, o quella conferenza, questa commedia; né uscio né finestra sbarrata salvava dalla z. sonora di liti, pranzi, sciacquoni, feste, lutti e insonnie altrui (Erri De Luca). 4 ...
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dischiudere
dischiùdere v. tr. [dal lat. discludĕre, comp. di dis-1 e claudĕre, rifatto secondo chiudere] (coniug. come chiudere). – 1. a. Aprire: d. l’uscio; d. gli occhi; dischiuse le labbra a un sorriso; [...] estens., poet., mostrare, far apparire: gli eroi Dimenticati il suol quasi dischiude (Leopardi); fig., manifestare, far riconoscere: la prova che ’l ver mi dischiude Son l’opere seguite (Dante). b. Nell’intr. ...
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USCIO (A. T., 24-25-26)
Claudia MERLO
Comune della Liguria, in provincia di Genova. Comprende una serie di piccoli centri e aggregati, di cui il principale è Chiesa (361 m. s. m.), sede del comune, sparsi nella boscosa valle del Torrente Recco,...
uscio [plur. uscia, nel Fiore]
Guido Favati
Delle non molte occorrenze del termine (s'incontra usato solo nella Commedia e nel Fiore) quella che ricorre nel contesto più drammatico s'incontra certo in If XXXIII 46, dove il conte Ugolino esprime...