stampa s. f. [der. di stampare]. - 1. (tipogr., bibl.) [l'imprimere e il riprodurre, in un alto numero di copie, scritti e disegni mediante opportuni procedimenti] ≈ impressione, (non com.) stampatura. [...] 2. (estens.) a. [l'arte e la tecnica dell'imprimere: l'invenzione della s.; s. tipografica, serigrafica] ≈ tipografia. ⇓ grafica, stampaggio. b. [l'imprimere e il diffondere libri, giornali e sim.] ≈ edizione, pubblicazione. ● Espressioni: dare alle ...
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lingotto /lin'gɔt:o/ s. m. [dal fr. lingot, ingl. ingot, con agglutinazione dell'art.]. - 1. (metall.) [blocco metallico ottenuto per solidificazione di una massa di metallo fuso: un l. di acciaio, d'oro] [...] ≈ ‖ Ⓖ pane, Ⓖ panetto. 2. (tipogr.) [spazio interlineare di una riga tipografica equivalente a 12 punti di spessore] ≈ ⇑ interlinea. ...
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zincografia /tsinkogra'fia/ o /dzinkogra'fia/ s. f. [comp. di zinco e -grafia]. - 1. (tipogr.) [procedimento di incisione in rilievo su lastre di zinco da usarsi come matrici per la stampa tipografica] [...] ≈ autografia, zincotipia. 2. (estens., tipogr.) [laboratorio, officina o reparto di uno stabilimento tipografico in cui si eseguono i lavori con tecnica zincografica] ≈ zincotipia. ...
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zincotipia /tsinkoti'pia/ o /dzinkoti'pia/ s. f. [comp. di zinco e -tipia]. - 1. (tipogr.) [procedimento di incisione in rilievo su lastre di zinco da usarsi come matrici per la stampa tipografica] ≈ [→ [...] ZINCOGRAFIA (1)]. 2. (estens., tipogr.) [laboratorio e sim. di uno stabilimento tipografico in cui si eseguono i lavori con tecnica zincografica] ≈ zincografia. ...
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giustezza /dʒu'stets:a/ s. f. [der. di giusto¹]. - 1. a. [qualità di ciò che è giusto, conveniente, appropriato: g. di un provvedimento] ≈ adeguatezza, appropriatezza, bontà, convenienza, idoneità, opportunità. [...] misura, di un calcolo, delle proporzioni] ≈ accuratezza, correttezza, esattezza, precisione. ↔ erroneità, imprecisione, inesattezza. 2. (tipogr.) [dimensione di una linea tipografica espressa in unità tipografiche, cioè righe e punti] ≈ Ⓖ larghezza. ...
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giustificazione /dʒustifika'tsjone/ s. f. [dal lat. tardo iustificatio -onis]. - 1. [atto, fatto di giustificare, di motivare: g. di una spesa; g. delle assenze] ≈ motivazione, spiegazione. ⇑ documentazione. [...] di Dio che, con la sua grazia, rende giusto l'uomo] ≈ redenzione, salvazione, salvezza. ↔ dannazione, perdizione. 4. (tipogr.) [operazione con cui una linea di composizione tipografica viene portata alla giustezza esatta prescritta] ≈ ‖ allineamento. ...
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granire² v. tr. [der. di grano e grana¹] (io granisco, tu granisci, ecc.). - 1. [ridurre in grani] ≈ granulare. ‖ frantumare, sbriciolare, sgretolare, sminuzzare, tritare. 2. (industr.) [sottoporre a granitura [...] una superficie metallica, una lastra tipografica e sim.] ≈ irruvidire. ↔ levigare, lisciare, smerigliare. ...
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spaginare v. tr. [der. di impaginare, per sostituzione del pref. s- (nel sign. 1) a in-¹] (io spàgino, ecc.). - (tipogr.) [disfare l'impaginazione di una composizione tipografica] ≈ scompaginare. ↔ impaginare, [...] reimpaginare ...
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stereotipia /stereoti'pia/ s. f. [dal fr. stéréotypie]. - (tipogr.) [matrice di piombo o altro materiale che permette di ottenere da una composizione tipografica lastre di piombo o di plastica fuse in [...] un blocco unico per la stampa] ≈ [→ STEREOTIPO s. m. (3)] ...
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stereotipo /stere'ɔtipo/ [dal fr. stéréotype]. - ■ agg. 1. (tipogr.) [stampato con il procedimento della stereotipia: ristampa s. di un volume] ≈ stereotipato. 2. (fig.) [di gesto, espressione e sim., [...] dire, slogan. 3. (tipogr.) [matrice di piombo o altro materiale, usata per la riproduzione, che permette di ottenere da una composizione tipografica a caratteri o a righe mobili lastre di piombo o di plastica fuse in un blocco unico per la stampa in ...
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METRICA tipografica
È l'insieme delle misure che si riferiscono alla composizione tipografica e che permettono di dare a questa un assetto geometrico determinabile in precedenza. Oltre che per motivi di ordine estetico, la pagina tipografica...
Unità tipografica per la misura della forza di corpo dei caratteri, desunta da quelli dell’incunabolo delle Epistolae ad Familiares di Cicerone, stampato a Roma nel 1467 da C. Sweynheym e A. Pannartz.