snocciolare
v. tr. [der. di nòcciolo, col pref. s- (nel sign. 4)] (io snòcciolo, ecc.). – 1. Privare del nòcciolo, togliere il nòcciolo: s. le ciliegie, le olive. 2. fig. a. Dire, proferire rapidamente, [...] : s. bugie, bestemmie, imprecazioni; indignato di dover stare a sentire tante sciocchezze che l’altro snocciolava lentamente (Svevo). b. Dire apertamente, senza reticenze: gli snocciolò tutta la verità; messo alle strette, ha snocciolato ogni cosa ...
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politica
polìtica s. f. [femm. sostantivato dell’agg. politico (sottint. arte); cfr. gr. πολιτική (τέχνη)]. – 1. a. La scienza e l’arte di governare, cioè la teoria e la pratica che hanno per oggetto [...] con riferimento a don Rodrigo); perseguì una certa sua p. con la quale tendeva a farsi aumentare il salario (Svevo). 3. fig. Linea di condotta accorta e astuta al tempo stesso, caratterizzata dalla capacità di destreggiarsi abilmente nelle situazioni ...
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integrazione
integrazióne s. f. [dal lat. integratio -onis, con influenza, nel sign. 3, dell’ingl. integration]. – 1. In senso generico, il fatto di integrare, di rendere intero, pieno, perfetto ciò [...] senso più astratto: avevo ... nei miei stessi suoceri un esempio d’i. fra marito e moglie quale io la sognavo (Svevo). b. Nella fisiologia del sistema nervoso, la coordinazione e la confluenza di più attività elementari in un’attività complessa (per ...
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pallido
pàllido (ant. pàlido) agg. [lat. pallĭdus, der. di pallere «essere pallido»]. – 1. a. Smorto, sbiancato, che ha perduto il colore naturale: un volto p.; essere di carnagione p.; diventare improvvisamente [...] , o sbiancata: Amorosette e pallide vïole (Petrarca); non conservo della sua prima infanzia altro che delle pallide fotografie (Svevo); la lettera era scritta ... con un inchiostro pallido che dava la sensazione di un documento tenuto lunghi anni ...
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pallinata
s. f. [der. di pallino], non com. – Raffica di pallini da caccia: il cane ... aveva ricevuto una p. nella schiena perché non s’era tenuto fermo (Svevo). ...
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sobbollimento
sobbolliménto (non com. subbolliménto) s. m. [der. di sobbollire]. – Il fatto di sobbollire, in senso proprio e fig.: un s. del sangue; un s. d’ira, di sdegno; vi fu nel suo petto un lieve [...] sobbollimento morale (Svevo). In enologia, malattia del vino, detta comunem. girato. ...
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ubbia
ubbìa s. f. [etimo incerto]. – Pregiudizio, credenza o convinzione infondata che è causa di idee, timori, sospetti non giustificati: un uomo ignorante, pieno di ubbie; si è messo in testa l’u. [...] che tutti lo perseguitano; lèvati dal capo queste u.!; non ho mica le u. umanitarie che hai tu! (Svevo). ◆ Pegg. ubbïàccia. ...
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lietezza
lietézza s. f. [der. di lieto], non com. – Il sentimento di chi è lieto, soprattutto in quanto si manifesta esteriormente (è più vicino per sign. a contentezza che a letizia): poteva questa [...] l. essere anche il segno di un buon appetito (Svevo). ...
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teletta2
telétta2 s. f. – Adattamento, disus. (insieme con tolètta, toelètta e toelètte) del fr. toilette (di cui è anche traduz., essendo toilette un dim. di toile «tela»): andò prima in passando a [...] fare una visita alla ballerina veneziana nel suo camerino, dove stavasi alla sua t. per il secondo ballo (Casanova); con tutta calma rifece teletta, ... e uscì canticchiando (Svevo). ...
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alpe
s. f. [lat. alpis, e come toponimo, al plur., Alpes, da una base mediterranea preindoeuropea alb-, alp- «roccia, altura, monte»]. – 1. Al plur., come toponimo (scritto quindi in genere con iniziale [...] più elevato sistema montuoso d’Europa, compreso tra la pianura padana, la valle del Rodano, l’altopiano svizzero e svevo-bavarese e il bassopiano pannonico. Vengono indicate con lo stesso nome anche sezioni o catene del sistema stesso (A. occidentali ...
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Pseudonimo dello scrittore Ettore Schmitz (Trieste 1861 - Motta di Livenza 1928). È ritenuto uno dei principali esponenti della cultura mitteleuropea. Nei suoi tre romanzi Una vita (1892, ma con data 1893), Senilità (1898), e La coscienza di...
Nobile, usurpatore del trono svevo di Spagna nel 583. Vinto da Leovigildo, re dei Visigoti, fu fatto prigioniero; costretto a farsi monaco, fu confinato a Pax Iulia (Beja). Con lui, nel 585, la monarchia sveva cessò di esistere.