liberare
v. tr. [dal lat. liberare, der. di liber «libero»] (io lìbero, ecc.). – 1. a. Rendere libero, restituire alla libertà: l. gli schiavi, l. un prigioniero; determinando: l. il paese dai nemici; [...] da una soggezione, dalle catene, da una incomoda posizione, da un pericolo; liberarsi da un grave difetto, dalla superstizione, dal rimorso; non vedo l’ora di liberarmi da questo incarico; liberarsi dagli avversarî, sottrarsi alla loro forza ...
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licantropia
licantropìa s. f. [dal gr. λυκανϑρωπία; v. licantropo]. – In etnopsichiatria, termine sotto cui si comprendono comportamenti e sindromi interpretati, nel folclore o nella superstizione popolare, [...] come identificazione di un soggetto umano con il lupo o altro animale da preda ...
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licantropo
licàntropo s. m. [dal gr. λυκάνϑρωπος, comp. di λύκος «lupo» e ἄνϑρωπος «uomo»]. – Persona affetta da licantropia; è termine usato in letteratura e nella novellistica più che nel linguaggio [...] scient., corrispondente all’immagine del lupo mannaro nella superstizione pop., soprattutto ottocentesca. ...
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combattere
combàttere v. intr. e tr. [lat. tardo *combattĕre, comp. di con- e battĕre: v. battere]. – 1. intr. (aus. avere) a. Partecipare attivamente a una lotta armata, a una battaglia: c. col nemico; [...] . dell’oggetto interno: c. una dura battaglia (anche fig.); fig., c. l’ignoranza, l’errore, i pregiudizî, la superstizione, la barbarie; c. il malcostume; c. un’opinione, un principio. Nel passivo, essere contrastato, agitato, travagliato: come fa ...
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iettatura
s. f. [voce di origine merid., der. di iettare]. – Influsso malefico che la superstizione popolare crede possa essere esercitato da determinate persone o cose. Per estens., sfortuna, scalogna, [...] disgrazia: sono arrivato in stazione quando il treno era già partito, che i.!; avere la i. addosso, essere perseguitato dalla sfortuna ...
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mensa
mènsa s. f. [dal lat. mensa]. – 1. a. La tavola a cui si mangia, e s’intende in genere la tavola apparecchiata: mettersi, sedere, essere a m., a tavola per mangiare; levarsi da mensa. Con questo [...] fine del pranzo: al levar delle m. ci furono i brindisi). M. della fortuna, nel folclore, tavola lautamente imbandita, per superstizione, nella nuova abitazione, allo scopo di attrarvi la fortuna. b. Per metonimia, la qualità e la quantità dei cibi ...
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super-
sùper- [dal lat. super-, super «sopra»]. – Prefisso di molte voci latine, spesso calco del gr. ὑπερ-, che si ritrova anche in alcune parole italiane derivate dal latino per la via dotta (come [...] superficie, superfluo, superlativo, superstite, superstizione, superumerale, ecc.), ma che nella maggioranza dei casi è stato reso in italiano come sopra- o sovra- (cfr. sopravvivere dal lat. supervivĕre, sovrabbondare dal lat. superabundare, ecc.). ...
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pestifero
pestìfero agg. [dal lat. pestĭfer -ĕri, comp. di pestis «peste» e -fer «-fero»]. – 1. Propr., che porta, che comunica la peste: unguenti velenosi, p. (Manzoni); anche, più genericam., che ha [...] e tono scherz., che è causa di molestia e fastidî, che non sta mai fermo, che combina guai, e sim.: un ragazzino veramente pestifero. ◆ Avv. pestiferaménte, raro, con effetti pestiferi, dannosi: una superstizione pestiferamente tirannica (Carducci). ...
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civetta
civétta s. f. [voce onomatopeica]. – 1. Uccello della famiglia strigidi (Athene noctua), comune e stazionario in Italia, che vive non lontano dalle abitazioni, sui tetti, nei tronchi cavi, nelle [...] che sembrano riverenze, viene perciò addomesticata dai cacciatori che se ne servono per attirare gli uccelli nella caccia; la superstizione popolare invece la vuole apportatrice di disgrazie per il suo grido monotono. 2. Locuzioni: andare a civetta ...
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aborrire
(ant. e tosc. abborrire) v. tr. e intr. [dal lat. abhorrēre, comp. di ab «da» e horrēre «avere in orrore»] (io aborrisco, tu aborrisci, o io abòrro, tu abòrri, ecc.). – 1. tr. Avere in orrore, [...] in avversione, detestare: a. il tradimento, la falsità, la superstizione; a. ogni forma di violenza; uno stato di disperazione che fa a. perfino la vita. 2. intr. (aus. avere) Rifuggire da cosa che ripugna: a. dal sangue, o dalla vista del sangue; ho ...
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superstizione Il fatto di avere credenze e compiere pratiche che, nella valutazione della cultura e delle religioni superiori, ufficiali e dominanti, sono ritenute frutto di errore e d’ignoranza, di convinzioni e istituzioni inferiori e sorpassate.
Riguardo...
HOLDA (Hulda, Holle)
Bruno Vignola
Figura della superstizione medievale tedesca, simile a Berchta (v.).
Rappresentata di solito come un essere benigno dai lunghi capelli d'oro, e dimorante presso i laghi o le sorgenti, essa partecipa talora,...