islamofobico
agg. Derivato da ostilità pregiudiziale nei confronti dell’islam. ◆ Sono state pugnalate inflitte ai valori più profondi dell’Olanda quelle che hanno tolto la vita a Theo van Gogh. […] Ma [...] dall’altra, quelli che criticano il suo stile stellare, il suo gusto per l’estremo e il grottesco, le acrobazie stilistiche che danno forza ai romanzi ma risulterebbero banali quando vengono applicate allo scontro tra civiltà che si combatte con il ...
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dove
dóve avv. [lat. de ŭbi; v. ove] (radd. sint.). – Serve a domandare o a determinare un luogo. Introduce in genere prop. interrogative dirette o indirette, oppure prop. relative, unendosi con verbi [...] ?; di dove indica più spesso uscita: di dove è sbucato?; di dove salta fuori costui?; ma spesso si tratta soltanto di varianti stilistiche o regionali). 2. In prop. relative significa «nel luogo in cui»: resta d. sei; siediti d. vuoi; va’ d. ti pare ...
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fioritura
s. f. [der. di fiorire]. – 1. a. Il fiorire delle piante, consistente nello schiudersi del bocciolo del fiore, che mette allo scoperto stami, carpelli o loro parti, e rende possibile l’impollinazione: [...] una f. di opere di pensiero, di iniziative culturali, e sim. b. Abbellimento, ornamento, aggiunta di eleganze formali: f. stilistiche; una prosa piena, ricca di fioriture. Per estens., frangia, aggiunta che si fa a un racconto: spogliato delle f., il ...
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attributo
s. m. [dal lat. attributum, part. pass. neutro di attribuĕre «attribuire»]. – 1. a. Qualità o elemento che si riconosce come proprio ed essenziale di un oggetto: gli a. virili (s’intendono [...] , aveva almeno vent’anni. All’infuori di questi casi, la collocazione dell’attributo è libera e determinata da ragioni stilistiche o di euritmia. Talora, la differente posizione può variare il significato della frase: un buon uomo, diverso da un ...
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attribuzionismo
s. m. [der. di attribuzione]. – Nella critica d’arte, termine polemico per indicare la tendenza ad abusare, nell’attribuzione di opere figurative, di affinità stilistiche troppo tenui, [...] col pericolo di creare personalità artistiche in realtà inesistenti ...
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usus scribendi
locuz. lat. (propr. «modo di scrivere»), usata in ital. come s. m. – In filologia, il complesso delle abitudini linguistiche, grammaticali e stilistiche, peculiari di uno scrittore, di [...] una scuola o anche di un’epoca: l’usus scribendi del Boccaccio, dello Stil Novo, del Seicento; una congettura che ripristina un termine più rispondente all’usus scribendi dell’autore ...
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ineleganza
s. f. [dal lat. inelegantia]. – L’essere inelegante; mancanza di eleganza, di gusto, di finezza: i. d’un abbigliamento, di un complesso architettonico. In senso concr., non com., ciò che è [...] privo di eleganza: rilevare le i. stilistiche di uno scrittore. ...
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redazione
redazióne s. f. [der. del lat. redactus (v. redattore): cfr. il lat. tardo redactio -onis «il ricondurre»]. – 1. a. L’azione, il fatto di redigere un testo scritto: r. di una relazione, di [...] delle stesure di una stessa opera letteraria: fra le tre r. dei «Ricordi» del Guicciardini esistono notevoli differenze stilistiche; uno studio sulle varianti delle tre r. dell’«Arcadia» di Sannazzaro; raffronto di due redazioni. Per estens. può ...
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arcaico
arcàico agg. [dal gr. ἀρχαϊκός der. di ἀρχαῖος «antico»] (pl. m. -ci). – 1. Antico, primitivo, detto per lo più della fase iniziale d’un processo naturale o storico, d’un ciclo formale artistico, [...] letterario e sim., o anche di atteggiamenti, modi e forme stilistiche arieggianti al primitivo. In partic., nello studio delle antiche civiltà, si definisce arcaico ogni periodo o manifestazione o prodotto immediatamente precedente all’età classica; ...
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arcaismo
s. m. [dal gr. ἀρχαϊσμός der. di ἀρχαῖος «antico»]. – 1. a. In arte, letteratura, ecc., tendenza a riferirsi a usi o a forme iniziali o primitive. b. Ripresa intellettualistica di forme stilistiche [...] primitive da parte di un artista di civiltà più matura (cfr. arcaistico, arcaizzante). 2. In linguistica, parola, forma grammaticale o grafica, o costruzione di frase non più viva nella lingua parlata, ...
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Genere cinematografico con meccanismi e dinamiche stilistiche proprie, volte a provocare il riso.
Fu G. Méliès a intuire per primo le possibilità del cinema come macchina produttrice di fantasie ludiche. La produzione comica dei primi quindici...