riservazione
riservazióne s. f. [der. di riservare, sull’esempio dell’ingl. reservation e del fr. réservation], non com. – Prenotazione, spec. nel linguaggio turistico e alberghiero: chiedere la r. di [...] una stanza d’albergo, di due posti in aereo. ...
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lungo1
lungo1 agg. [lat. lŏngus] (pl. m. -ghi). – 1. a. Che si estende notevolmente nel senso della lunghezza, che ha grande estensione dall’una all’altra delle sue estremità (contrario di corto): una [...] , lunghezza (limitatamente a determinate frasi): per l., per il l., ant. per lo l., nel senso della lunghezza: segare un’asse per (il) l.; la stanza misura 5 metri per (il) l. e 4 per (il) largo; per le locuz. in l. e in largo, per l. e per largo, v ...
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muffa
s. f. [dal germ. muff]. – 1. a. Nome generico dato al micelio che certi funghi formano sulla superficie di organi vegetali o animali e delle più svariate sostanze organiche in decomposizione, su [...] .; fare la m.; togliere la muffa. Con riferimento all’odore e al sapore caratteristici della muffa: c’è odore di m. in questa stanza; sentire, sapere di m.; il vino ha preso di muffa. b. Locuz. fig.: far fare la m. alla roba, non usarla; lasciar fare ...
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cenacolo
cenàcolo s. m. [dal lat. cenacŭlum, der. di cenare «cenare»; gli usi fig. sono dal fr. cénacle]. – 1. Nell’antica Roma, sala nella quale si cenava (di solito posta ai piani superiori). 2. Per [...] antonomasia: a. La stanza dove Gesù fece l’ultima cena con gli apostoli istituendo il sacramento dell’Eucaristia, e dove poi discese sugli apostoli lo Spirito Santo nel giorno della Pentecoste. b. Dipinto che rappresenta l’ultima cena: il C. del ...
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garbuglio
garbùglio s. m. [prob. rifacimento onomatopeico di voci come subbuglio, guazzabuglio, borbogliare e sim.]. – Viluppo intricato, confusione, imbroglio di cose o più raram. di persone: c’è un [...] tal g. in questa contabilità che non ci si raccapezza; g. di oggetti in una stanza; g. di idee, di sentimenti, di passioni; g. di gente che litiga; fare, creare garbugli, anche in ambiente sociale o politico, per trarne vantaggio. ...
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sottosopra
sottosópra avv. e agg. [comp. degli avv. sotto e sopra], invar. – 1. Con in alto la parte che normalmente sta in basso; alla rovescia, capovolto: questa cassa è s., rivoltatela!; e questi [...] com’è fitto Sì sottosopra? (Dante). 2. Per estens.: a. In uno stato di grande disordine e scompiglio: la stanza è ancora tutta s.; nella fretta di cercare quei documenti ha messo s. tutti i cassetti; mi scusi se mi presento così, tutta s., ma ero ...
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agitato
agg. e s. m. [part. pass. di agitare]. – 1. agg. a. Mosso, turbato, eccitato: il mare era molto a.; mostrarsi, essere, apparire agitato. b. Didascalia musicale (talvolta precisata: presto a.; [...] in passato a questo tipo di malati (fig. scherz., ambiente turbolento). ◆ Avv. agitataménte, con agitazione, in modo visivamente agitato, concitato: parlare, discutere, gesticolare agitatamente; camminava agitatamente su e giù per la stanza. ...
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plafond
〈plafõ′〉 s. m., fr. [da un ant. platfond, propr. «fondo piatto»]. – 1. Soffitto di una stanza, fatto con cannucce o reti metalliche intonacate di calce; il termine è stato esteso a indicare altri [...] tipi di rivestimenti per soffitti, con funzione fonoassorbente, e, in usi region., il soffitto in genere. 2. In aeronautica, lo stesso che quota di tangenza di regime (v. quota, n. 2 b). 3. Limite massimo ...
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sottotetto
sottotétto s. m. [comp. di sotto- e tetto]. – Ambiente di un edificio compreso tra l’ultimo solaio piano e il tetto: lo stesso che soffitta e, talora, sinon. di mansarda (ma solo quando sia [...] abitato). Anche con funzione di agg. invar.: l’avevo saputo verso le dieci della sera, già nella mia stanza sottotetto (Fenoglio). ...
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STANZA (fr. chambre; sp. cuarto; ted. Zimmer; ingl. room)
Bruno Maria Apollonj
Architettura. - Stanza è ogni ambiente definito della casa d'abitazione nel quale, in base a determinati criterî igienici, sia possibile la permanenza e la vita...
STANZA
Mario Pelaez
. Metrica. - Voce della metrica e propriamente elemento della canzone (v.), così chiamato, secondo Dante (De vulg. Eloq., II, ix, 1) perché "dimora capace e ricettacolo di tutta l'arte". Ma fu adoperata dai poeti antichi...