orecchio
orécchio s. m. [variante di orecchia]. – 1. Organo pari dei vertebrati, situato ai due lati del capo, che ha la caratteristica funzione dell’udito e partecipa, insieme ai centri encefalici e [...] si quis habet ecc. in Marco 4, 23 e 7, 16). Con altro senso il prov. chi ha orecchie intenda, chi ha denaro spenda, per dire che : v. orecchia, che in questa accezione è forma più comune. b. Prominenza o rilievo laterale, di forma tondeggiante, di ...
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lume
s. m. [lat. lūmen (-mĭnis), affine a lūx «luce»]. – 1. a. In genere, sorgente luminosa, apparecchio o mezzo, anche molto semplice, per produrre luce artificiale e illuminare: Facesti come quei che [...] la candela (v. candela, n. 1), e meno spesso nel senso di reggere il candeliere (v.); arrivare quando sono spenti i l., dare rilievo alle parti più in luce mediante il lumeggiamento. c. In comune con luce è anche l’uso fig. per indicare la vista, la ...
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capo
1. MAPPA Il CAPO è la parte più elevata del corpo umano, unita al torace per mezzo del collo; la parola è un sinonimo di testa, che è un termine più comune (non però in Toscana). Negli insetti, [...] indica la regione anteriore del corpo, in cui si apre la bocca e si trovano i più importanti organi di senso. Nell’uso comune si usa spesso in riferimento a quella parte del cranio normalmente coperta dai capelli (c. ricciuto, pelato; scoprirsi il c ...
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autosvezzamento s. m. Metodo di alimentazione basato non sulla somministrazione di preparazioni o prodotti specifici per i bambini, ma sull’accesso libero e graduale al lattante al cibo preparato per la [...] Nel tempo noi abbiamo perso, almeno in parte, la regolazione del senso di sazietà». (Daniela Natali, Corriere della sera, 28 febbraio ha bisogno per crescere sano. Nel parlare comune restano molto utilizzati i termini svezzamento e autosvezzamento ...
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genere
gènere s. m. [dal lat. genus -nĕris, affine a gignĕre «generare» e alle voci gr. γένος «genere, stirpe», γένεσις «origine», γίγνομαι «nascere»]. – 1. Nel suo sign. più ampio, termine indicante [...] filosofia, categoria di oggetti che hanno in comune proprietà essenziali mentre differiscono per proprietà non essenziali più sinon. di qualità, sorta, tipo, e anche di specie (nel senso più largo e meno scientifico di questo vocabolo): è un g. di ...
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nave
s. f. [lat. navis, affine al gr. ναῦς]. – 1. a. Nome generico delle costruzioni di una certa grandezza e capacità, munite di adeguati sistemi di propulsione, adibite al trasporto per acqua di persone [...] e merci (o anche ad azioni belliche) sia, in senso stretto e più comune, che galleggino sull’acqua, sia, in senso più ampio, che scivolino sulla sua superficie (idroscivolanti) o che navighino a una certa profondità (sottomarini). Con riferimento ...
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radice
s. f. [lat. radix -īcis]. – 1. a. In botanica, uno dei tre organi caratteristici delle cormofite, che manca in generale di clorofilla e, a differenza del fusto, non porta le foglie: si forma nell’embrione [...] ., le fondamenta. b. In anatomia (e a volte anche nell’uso comune), il termine può indicare sia la porzione d’impianto di un organo in di Cacciaguida, trisavolo del poeta. 3. Locuz. più com., in senso proprio e fig.: mettere radice o radici, o le r., ...
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libero
lìbero agg. [dal lat. liber -ĕra -ĕrum]. – 1. a. Che non è soggetto al dominio o all’autorità altrui, che ha facoltà di agire a suo arbitrio, senza subire una coazione esterna che ne limiti, materialmente [...] . free-masons e del fr. francs-maçons); l. comunità protestanti, comunità sorte in Germania verso la metà del sec. 19°, che , concedere loro licenza di lasciare il posto di lavoro. In senso più ristretto, che può disporre del proprio tempo, che non ...
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fratello
fratèllo s. m. [lat. *fratĕllus, dim. di frater] (pl. poet. fratègli e fratèi). – 1. Ciascuno dei figli nati dagli stessi genitori, nel reciproco rapporto dell’uno con gli altri; nel sing., [...] appartenenti ad alcuni collegi sacerdotali, come i 12 f. Arvali, addetti al culto di Cerere; e per un intimo senso della comune dipendenza da un Dio padre, fratelli si chiamarono tra loro i primi cristiani, uso che tuttora si conserva nella liturgia ...
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giorno
giórno s. m. [lat. tardo diŭrnum (tempus), dall’agg. diurnus «giornaliero», der. di dies «giorno»]. – 1. In astronomia, intervallo di tempo entro il quale la rotazione della Terra attorno al proprio [...] per il pagamento di obbligazioni o di effetti scaduti. In senso generico: il mio, il tuo g., ecc., il giorno g., che si fa, si vede, si usa tutti i giorni, quindi solito, comune, ordinario: non è di tutti i g. avere una fortuna simile; l’abito di ...
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SENSO COMUNE
Guido Calogero
COMUNE È uno fra i termini filosofici che hanno maggiormente mutato di valore attraverso l'evoluzione storica. La sua origine è nella denominazione di κοινὴ αἴσϑησις ("sensazione comune") adottata da Aristotele,...
Razionalità pratica tra senso comune cultura e natura
Antonio Rainone
Nella tradizione filosofica si parla da lungo tempo di razionalità ‘teoretica’ e razionalità ‘pratica’. Teoretica (o cognitiva) è la razionalità che si suppone operi nella...