mondo2
móndo2 s. m. [lat. mŭndus (voce d’incerta origine), che designò dapprima la volta celeste e i corpi luminosi che la popolano, poi la Terra e i suoi abitanti, assumendo poi, nel linguaggio della [...] m. prima di voi; e il m. lo conosco un poco (Manzoni); essere al m., esser vivo, essere nato; essere solo al m., non avere grandi cose. d. Con valore avverbiale, un m., moltissimo, assai: se la godeva un m. a stuzzicarlo; mi sono divertito un m.; ...
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chiudere
chiùdere v. tr. [lat. clūdĕre, per il class. claudĕre, tratto dai composti includĕre, ecc.] (pass. rem. chiusi, chiudésti, ecc.; part. pass. chiuso). – Verbo di significato generico, che è ben [...] , oltre all’idea concreta di sbarrare un’apertura, di fermare, assicurare una chiusura (che è propria di serrare), ha anche in sé il concetto del terminare, porre fine, e indica in genere azione meno momentanea. 1. Nell’uso proprio: a. Ostruire un ...
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voto
vóto s. m. [lat. vōtum, der. di votus, part. pass. di vovere «votare2»]. – 1. a. Impegno o promessa di compiere una determinata azione, di fare o non fare qualcosa, liberamente assunti davanti alla [...] e cinquanta contrarî; raccogliere i v.; fare lo scrutinio dei v.; dare il proprio v. a ...; mettere ai v. una proposta. Nelle votazioni di organi collegiali il voto può essere deliberativo, se determina la decisione, consultivo se espone solo ...
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soliloquio
solilòquio s. m. [dal lat. tardo soliloquium, comp. di solus «solo» e -loquium der. di loqui «parlare»; propr. «il parlare a sé, tra sé stesso»]. – L’atto di parlare tra sé, di esprimere a [...] voce più o meno alta i proprî pensieri pur sapendo che non vi è nessun interlocutore o ascoltatore: fare un s., dei s.; abbandonarsi a lunghi s.; stava sempre sulla branda steso ai suoi soliloqui (Pavese). ...
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tale
agg. e pron. [lat. talis]. – 1. agg. a. Di questa o di quella sorta; che ha le qualità, le caratteristiche, la natura di cui si sta parlando o a cui si accenna in modo chiaro o sottinteso: non si [...] Uno spirto celeste, un vivo sole Fu quel ch’i’ vidi: ese non fosse or tale, Piaga per allentar d’arco non sana (Petrarca ., si usa solo in sostituzione di un nome proprio, in esemplificazioni o nel riferire fatti: ti presenti a lui e gli dici «io ...
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porta1
pòrta1 s. f. [lat. pŏrta, affine a pŏrtus -us «porto3»] (pl. -e; pop. ant. le pòrti). – 1. a. Vano aperto in un muro o altra struttura per crearvi un passaggio costituito da un elemento orizzontale [...] valore avv. sia con valore di agg., è talora scritta anche con grafia unita: se a certe note osterie di fuoriporta noi ci trovare le p. chiuse, tutte le p. chiuse, vedersi opporre solo rifiuti; non chiudere la p. alla fortuna!, come consiglio di non ...
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proposizione
propoṡizióne s. f. [dal lat. propositio -onis, propr. «il mettere innanzi», der. di proponĕre: v. proporre]. – 1. In genere, ciò che si enuncia, si dichiara, si afferma, e la frase stessa [...] , aggiuntive, esclusive, eccettuative, limitative, di adeguatezza. Il centro della proposizione è normalmente il verbo, che solo in casi eccezionali è isolato ed esaurisce in sé l’espressione (per es., in frasi impersonali, come piove, nevica, o ...
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semisommatore
semisommatóre s. m. [comp. di semi- e sommatore]. – In elettronica digitale, circuito che realizza la somma aritmetica di due bit, il cui risultato vale 0 se entrambi i bit da sommare sono [...] nulli, vale 1 se uno solo dei due bit è 1, e vale 0 con riporto di 1 se entrambi i bit valgono 1; è l’elemento di base del sommatore (v.). ...
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rimasuglio
rimasùglio (o rimaṡùglio; pop. tosc. rimasùgliolo o rimaṡùgliolo) s. m. [der. di rimaso, part. pass. ant. di rimanere]. – Ciò che rimane, che avanza di ciò che c’era prima, o una cosa usata [...] l’idea di scarsa quantità o di poco pregio: qualche rimasuglio di neve scintillava qua e là sugli embrici nerastri (Deledda); c’èsolo un r. di vino in fondo al fiasco; cenò con i r. del pranzo; fig.: se ti resta ancora un r. di dignità, di pudore. ...
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finire
v. tr. e intr. [lat. fīnīre, der. di finis «limite; cessazione»] (io finisco, tu finisci, ecc.). – 1. tr. a. Condurre a fine, a termine, a compimento: f. un lavoro, un articolo, un disegno; f. [...] soffrire, di penare, morire dopo lunghe sofferenze (o anche solo morire, quando si consideri la vita come un seguito di ciò che stai facendo), passa da me; e a persona che stia parlando da un pezzo, spec. se dice cose spiacevoli o noiose: hai finito ...
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Una delle cinque tradizionali parti del mondo e la più vasta tra esse (44.600.000 km2, comprese le acque interne). Si estende per oltre 75° di latitudine (tra Capo Čeljuskin, 77° 41' N, e Capo Piai, 1°16' N) e, con le isole, addirittura per...
Comune dell’Emilia (140,86 km2 con 395.416 ab. nel 2020, detti Bolognesi), città metropolitana e capoluogo della regione Emilia-Romagna. È posta sulla Via Emilia, a 54 m s.l.m., allo sbocco della valle del Reno.
La pianta della città mostra...