vetta
vétta s. f. [lat. vĭtta «benda intorno al capo, nastro per legare i capelli»]. – 1. a. Sommità, cima, punto più alto, soprattutto di piante (nelle quali indica il tratto apicale di un fusto), di [...] vetticciòla (una vetticciola, una fronda d’albero di quelli che ci aveva lasciati, non si vedeva passare il muro, Manzoni), vettolina, roman. vettarèlla, tutti soprattutto col sign. 2; accr. vettóne m., la parte estrema del tronco d’un albero, o d’un ...
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scrocchiazeppi
scrocchiazéppi s. m. e f. [comp. di scrocchiare e zeppo2], roman. – Persona, e soprattutto bambino o ragazzo (o bambina o ragazza) magro e di costituzione gracile (quasi a dire che, nei [...] suoi movimenti, fa scrocchiare le ossa come se fossero dei fuscelli, degli stecchi): dov’è quello s. di mio figlio?; una ragazzina esilissima, una scrocchiazeppi che faceva tenerezza ...
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scrocchio1
scròcchio1 s. m. [der. di scrocchiare]. – Rumore di cose che scrocchiano; roman., scarpe con lo s., scarpe nuove che scricchiolano. ...
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malloppo
mallòppo s. m. [voce region. (roman., pisana, ecc.), forse affine a inviluppo]. – 1. Involto, fagotto piuttosto voluminoso; nel linguaggio gerg., refurtiva: nascondere il m., dover restituire [...] il m.; per estens., gruzzolo di denari, patrimonio ereditario, e sim.: fino alla maggiore età della pupilla, il m. doveva essere conferito, per l’amministrazione, a due curatori (C. E. Gadda). Meno com. ...
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buso
buṡo agg. e s. m. [cfr. bugio e, come s. m., il roman. bucio «buco», forme non bene spiegate], ant. e dial. settentr. – 1. agg. Bucato, forato, vuoto internamente: io non avea veduto ancora Se tu [...] t’avevi lancia o soda o busa (Pulci); fig., testa b., cervello b., testa vuota, cervello senza giudizio; anche, inutile, senza effetto: I lor colpi eran tutti b. e vani (Berni). 2. s. m. Buco: serrar bene ...
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scapicollarsi
v. intr. pron. [voce di origine roman., comp. di capo e collo1, col pref. s- (nel sign. 4)] (io mi scapicòllo, ecc.), region. – Scendere, correre giù a precipizio per strade, scale o luoghi [...] scoscesi, rischiando di cadere e di farsi male: s. giù per una discesa; anche con il sign., più prossimo all’etimologia, di rompersi il collo: di notte, senza cavalcatura, zoppo a quel modo, è venuto giù ...
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scapicollo
scapicòllo s. m. [voce di origine roman., der. di scapicollarsi], region. – Luogo scosceso; soprattutto nella locuz. avverb. a scapicollo, a rompicollo, a precipizio: vi sono due sentieri [...] che precipitano a s. verso la strada bassa (O. Ottieri) ...
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ROMAN (A. T., 79-80)
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Virgil VATASIANU
Città della Romania, nella Moldavia, capoluogo dell'omonimo dipartimento e sede vescovile (sec. XV); sorge sulla riva sinistra della Moldava, circa 6 km. a O. dalla confluenza col Siret, ed è mercato...
Regista, sceneggiatore e attore polacco, di famiglia ebrea, naturalizzato francese (n. Parigi 1933). La sua produzione cinematografica appare dominata da ossessioni: la circolarità e il ritorno, l'acqua, la claustrofobia, il delirio e l'allucinazione...