stenderello
stenderèllo s. m. [der. di stendere]. – Nome roman. del matterello o lasagnolo (nella pronuncia locale, stennerèllo o stennarèllo). ...
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pennichella
pennichèlla s. f. [der. del lat. *pendiculare: v. pencolare], roman. – Sonnellino che si fa spec. nelle prime ore del pomeriggio, dopo aver pranzato: fare la p., farsi una p.; l’estasi della [...] p., la gioia di lasciare che il mondo vada (A. Baldini) ...
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ficozza
ficòzza s. f. (o ficòzzo s. m.) [der. di fico2], roman. – Gonfiore vistoso in qualche parte del corpo, e spec. sul capo, sulla fronte, provocato da caduta o percossa; bernoccolo (nel solo sign. [...] proprio) ...
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caciaio
caciàio (roman. caciaro) s. m. (f. -a) [der. di cacio]. – Chi fabbrica cacio o lavora nei luoghi dove si produce; anche, venditore di cacio. ...
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caciara
s. f. [prob. da gazzarra raccostato a caciara nel senso di «luogo dove si fabbrica il cacio»], roman. – Trambusto, cagnara: far c.; che è ’sta caciara? ...
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caciarone
caciaróne s. m. e agg. [der. di caciara], roman. – 1. s. m. (f. -a) Persona allegra e rumorosa. 2. agg. Che è caciarone: un gruppo di amici un po’ caciaroni. ...
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fratta
s. f. [prob. dal gr. mediev. ϕράκτη «siepe»]. – Macchia intricata di pruni, sterpi, ecc., e il terreno stesso, di solito scosceso e impervio, che ne è coperto; nell’uso region. anche siepe, cespuglio: [...] tempesta (Leopardi); Sbuca il can dalla f., come il vento (Pascoli); lungo le f. in fiore (D’Annunzio). Nell’uso roman., andare per fratte, con riferimento a una coppia, appartarsi per amoreggiare; con altro sign. fig., tosc., essere o andare per le ...
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vignarola
vignaròla s. f. [da vignarolo, variante roman. di vignaiolo (propr., «al modo dei vignaioli»)]. – Nome laziale di una vivanda di verdure primaverile molto appetitosa (consumata in genere come [...] antipasto) a base di fave fresche di stagione (sgusciate) e piselli; viene cotta lentamente in tegame con aggiunta di carciofi tagliati a quarti e foglie di lattuga, in un soffritto di cipolline novelle ...
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sbrilluccicare
v. intr. [comp. di bril(lare1) e luccicare, col pref. s- (nel sign. 6)] (io sbrillùccico, tu sbrillùccichi, ecc.; aus. avere), roman. – Brillare a tratti, con rapidi guizzi di luce intermittente: [...] sbrilluccicavano le stelle, le luci delle case nella vallata, i fari delle autovetture sull’autostrada lontana; lontano sbrilluccicava il mare (S. Nievo) ...
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sbrilluccichio
sbrilluccichìo s. m. [der. di sbrilluccicare], roman. – Luccichìo intenso, a rapida intermittenza; anche, per estens., di cosa che appaia e scompaia rapidamente. ...
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ROMAN (A. T., 79-80)
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Virgil VATASIANU
Città della Romania, nella Moldavia, capoluogo dell'omonimo dipartimento e sede vescovile (sec. XV); sorge sulla riva sinistra della Moldava, circa 6 km. a O. dalla confluenza col Siret, ed è mercato...
Regista, sceneggiatore e attore polacco, di famiglia ebrea, naturalizzato francese (n. Parigi 1933). La sua produzione cinematografica appare dominata da ossessioni: la circolarità e il ritorno, l'acqua, la claustrofobia, il delirio e l'allucinazione...