accordatura
s. f. [der. di accordare]. – 1. L’operazione dell’accordare due o più corpi sonori; si usa quasi soltanto con riferimento alle parti d’un solo strumento, come per es. alle corde nel violino [...] uno strumento (per es. nel violino le quattro corde sono intonate a intervalli di quinta giusta: dal sol 2 della quarta corda al re 3 della terza, al la 3 della seconda e al mi 4 della prima). 3. L’operazione dell’accordare racchette da tennis, dando ...
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rheniforming
〈rìinifoomiṅ〉 s. ingl. [comp. del lat. scient. Rhenium «renio» e dell’ingl. (re)forming], usato in ital. al masch. – Nella tecnologia del petrolio, processo di reforming catalitico con riciclo [...] di idrogeno, realizzato in impianti a letto fisso in cui il catalizzatore è a base di platino-renio e cloruri supportati su allumina ...
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Rhesus
〈rè∫us〉 s. m., lat. scient. – Forma corrispondente all’ital. rèso, come nome di genere di scimmie, dalle cui lettere iniziali prende origine il simbolo del «fattore Rh» dei gruppi sanguigni (v. [...] Rh) ...
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accordo
accòrdo s. m. [der. di accordare]. – 1. Concordia, armonia di sentimenti in una o più cose: c’è stato sempre fra loro un buon a.; essere in buon a.; buon a. fra marito e moglie, fra suocera e [...] es., nel tono di do maggiore, formano accordo le note do-mi-sol (triade di tonica), fa-la-do (di sottodominante), sol-si-re (di dominante), ecc.; a. maggiori, a. minori, secondo che l’intervallo tra la tonica e la mediante sia di 3a maggiore (es. do ...
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croce
cróce s. f. [lat. crux crŭcis]. – 1. a. Strumento di pena in uso presso gli antichi, in partic. presso i Romani, costituito da un palo infisso nel suolo o, nella forma più tradizionale (ma non [...] all’altezza del cuore. Croce di ferro, decorazione militare germanica (ted. eisernes Kreuz), istituita da Federico Guglielmo III re di Prussia nel 1813 (e ristabilita all’inizio di ogni guerra successiva, nel 1870 dall’imperatore Guglielmo I, nel ...
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quadriade
quadrìade s. f. [der. di quadri-, sul modello di triade], non com. – Serie di quattro: q. di romanzi (B. Croce). In musica, accordo di 4 suoni o accordo di settima: per es., sol-si-re-fa. ...
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poco
pòco (tronc. po’ 〈pò〉) agg., pron. e avv. [lat. paucus] (pl. m. -chi). – 1. agg. Indica in genere quantità o numero limitato, scarso, e si contrappone direttamente a molto. Quindi, unito a un sost. [...] che poco poco lo prendevo a schiaffi); senza la negazione, per poco, quasi: tutti stavano taciti e sospesi a ascoltare, e il re per p. più che gli altri (Boccaccio). C’è poco da, seguito da un infinito, espressione con cui si ordina o si invita ...
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virtuoso
virtüóso agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. tardo virtuosus, der. di virtus: v. virtù]. – 1. agg. a. Che ha virtù, cioè disposizione morale a fare il bene: persona v.; uomo v.; donna v.; gente v.; [...] v., doverresti cognoscere, che quelle tal virtù da per voi non le potete mostrare (Cellini, riferendo parole a lui dette dal re di Francia). In partic., dotato di virtuosismo, che dimostra o dà prove di virtuosismo: un v. solista; un v. tenore; meno ...
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fosfotransferasi
fosfotransferaṡi s. f. [comp. di fosfo- e del lat. transfer(re) «trasportare», col suffisso chim. -asi]. – In biochimica, denominazione generica di enzimi che operano il trasporto di [...] radicali fosforici da un estere fosforico a un altro ...
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maiuscolo
maiùscolo agg. [dal lat. maiuscŭlus «alquanto più grande», dim. di maior «maggiore»]. – 1. a. In paleografia, detto di scrittura caratterizzata dall’altezza uniforme delle singole lettere, [...] gesuita); 4) come iniziale di nomi comuni adoperati con valore di nomi proprî (Dio, la Provvidenza; Lorenzo il Magnifico, il Re Galantuomo); come iniziale, talvolta, di nomi comuni da tenere distinti da omografi d’uso più corrente (la messa a fuoco e ...
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Diritto
Il capo riconosciuto e legittimo di uno Stato che si regge a monarchia. In quanto organo supremo, gode di un particolare stato giuridico, fondato su un insieme di prerogative che gli sono attribuite in considerazione della sua funzione...
Seconda nota della scala naturale di do, nei paesi germanici e anglosassoni detta D come nella antica notazione musicale alfabetica (➔ notazione). Il nome fu adottato nei paesi latini, dalla riforma di Guido d’Arezzo (11° sec.) in poi.