ratto1
ratto1 agg. [lat. rapĭdus], letter. – 1. Rapido: E se non fusse il suo fuggir sì ratto ... (Petrarca); ratti quanto potevano (Boccaccio); talora raddoppiato con valore rafforzativo: se ne sono [...] così dal tenue Obblio torna immortale L’amor sopito (Manzoni); e nella locuz. congiuntiva ratto che (o ratto come), tosto che, appena che: Ratto come imbrunir veggio la sera, Sospir del petto ... escono (Petrarca). 2. Ripido, scosceso: Così s’allenta ...
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streptobacillo
s. m. [lat. scient. Streptobacillus, comp. di strepto- e Bacillus «bacillo»]. – In microbiologia, genere di batterî, gram-negativi, aerobici facoltativi, parassiti e patogeni di ratti, [...] affetti da manifestazioni simili a quelle del sodoku (v.), provocate dall’inoculazione del microrganismo in seguito al morso di un ratto. Il nome è anche impropriam. usato per il batterio che causa l’ulcera venerea, cioè il bacillo di Ducrey (lat ...
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scotofobina
s. f. [der. di scotofobia; ingl. scotophobin]. – In biochimica, polipeptide isolato dal cervello di ratti fotofobi che, iniettato in altri ratti, o anche in animali diversi, li rende timorosi [...] del buio ...
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spalacini
s. m. pl. [lat. scient. Spalacinae, dal nome del genere Spalax: v. la voce prec.]. – In zoologia, sottofamiglia di roditori miomorfi cui appartengono due generi, Spalax e Nannospalax, con poche [...] specie dell’Europa sud-orient., dell’Asia occid. e dell’Africa settentr., note come ratti talpa, fortemente adattati alla vita ipogea, con arti brevi, coda assente, occhi ridotti, completamente coperti dalla pelle, orecchie non visibili all’esterno, ...
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animale2
animale2 s. m. [lat. anĭmal -alis, der. di anĭma «anima»]. – 1. In senso lato (che è anche quello originario), ogni essere animato, cioè ogni organismo vivente dotato di moto e di sensi, e quindi [...] a. da macello, quelli destinati alla macellazione (bovini, suini, ecc.); a. da laboratorio, usati per esperimenti scientifici (cavie, ratti, conigli, ecc.); a. sacri, adorati presso popoli antichi (bue, gatto, leone, ecc.); a. ammaestrati, quelli che ...
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eleggere
elèggere v. tr. [dal lat. eligĕre, comp. di e-1 e legĕre «scegliere»] (io elèggo, tu elèggi, ecc.; coniug. come leggere). – 1. Elevare a un grado, a una carica, a una dignità, a un pubblico [...] ufficio attraverso elezioni: e. i deputati, i senatori; fu eletto papa il cardinale A. Ratti; fu eletto presidente per acclamazione, a maggioranza, a scrutinio segreto, ecc.; con sign. più generico: [Enea] fu de l’alma Roma e di suo impero Ne l’ ...
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derattizzazione
derattiżżazióne (o deratiżżazióne) s. f. [dal fr. dératisation; v. derattizzare]. – Disinfestazione dai ratti, effettuata per mezzo di sostanze tossiche gassose (in ambienti chiusi o [...] comunque isolabili) o di esche avvelenate, o anche con mezzi biologici ...
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aleggiare
v. intr. [der. di ala] (io aléggio, ecc.; aus. avere), letter. – 1. Agitare le ali, volando con leggerezza; estens.: un aleggiar leggiero Di remi (Chiabrera); fig., poet.: benché a le dame [...] iddii (Carducci). Più com., alitare, spirare lievemente (del vento): E i montanini zefiri fuggiaschi Docili al suono aleggiano più ratti (Foscolo); Sovra campagne inargentate ed acque, Là ’ve zefiro aleggia (Leopardi); e con uso estens: un «ah!» di ...
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disinfestante
diṡinfestante agg. e s. m. [part. pres. di disinfestare]. – Sostanza (insetticida o gas tossico) atta a distruggere insetti, ratti, erbe infestanti, ecc. ...
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trionomio
trionòmio s. m. [lat. scient. Thryonomys, comp. del gr. ϑρύον «giunco» e μῦς «topo»]. – Genere di roditori istricomorfi appartenente alla famiglia trionomidi (Thryonomidae) e comprendente due [...] sole specie, diffuse nelle zone paludose nell’Africa a sud del Sahara e comunem. note come ratti del bambù. ...
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RATTI, Bartolomeo
Franco Colussi
RATTI (Rati, De Rattis), Bartolomeo. – Nacque a Padova nel 1565 e abbracciò la regola francescana nel convento di S. Antonio, divenendo pure sacerdote.
Sono scarse le notizie circa la sua formazione musicale,...
RATTI, Lorenzo
Noel O'Regan
RATTI, Lorenzo. – Nacque a Perugia da Girolamo e da Isapaola Ugolini nel 1589-1590.
Gian Vittorio Rossi (16452, pp. 170-173) lo dice infatti quattordicenne nel riferire un episodio miracoloso occorsogli a Roma...