zuppa
s. f. [dal germ. *suppa «fetta di pane inzuppato»; nel sign. 4, è un deverbale di zuppare]. – 1. Nome generico di minestre in brodo preparate con ingredienti e in modi molto varî, ma servite per [...] zuppa di pesce, che, nelle varie regioni, ha diverse preparazioni, con nomi diversi come boiabessa, brodetto, buridda, cacciucco, ecc. Proverbî e modi proverbiali: qual pane hai, tal z. avrai (ormai ant. o raro), il risultato è in funzione dei mezzi ...
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agiografo
agiògrafo s. m. [dal lat. tardo hagiogrăphus, gr. tardo ἁγιογράϕος, comp. di ἅγιος «santo» e -γράϕος «-grafo»]. – 1. Scrittore di vite di santi; studioso di agiografia. Per estens., chi scrive [...] che compongono l’Antico Testamento secondo il canone ebraico (gli altri due gruppi sono la Tōrāh e i Profeti); ne fanno parte i Salmi, Giobbe, Proverbî, Cantico dei Cantici, Rut, Lamentazioni, Ecclesiaste, Ester, Daniele, Esdra e Neemia, Cronache. ...
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cencio
céncio s. m. [forse affine al lat. cento -onis «centone, insieme di pezzi disparati»]. – 1. Sinon. di straccio in quasi tutti i suoi sign., di uso soprattutto tosc. ma largamente noto anche altrove. [...] indosso, con quell’unico abito mal ridotto; e di persona: non le riesce di trovare un c. di marito, un marito qualsiasi. Proverbî: i c. sudici vanno lavati in casa, non è bene far sapere agli altri le miserie o le vergogne di casa propria; sono ...
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lupo
s. m. (f. -a) [lat. lŭpus, con svolgimento fonetico non del tutto chiaro (di fronte alle forme con -ó- ant. o dialettali: cfr. umbro lópo, tosc. ant. lóbo, ven. lóvo), forse per influsso di dialetti [...] dentro, c’è il l.!; se sei cattivo, ti mangia il l.; ora viene il l.; guarda che chiamo il l., ecc. Tra i proverbî più noti: il l. cambia (o perde) il pelo, ma non il vizio, chi ha cattive tendenze difficilmente le perde anche col passare del tempo ...
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fango
s. m. [da una voce germ., affine al gotico fani «fango»] (pl. -ghi). – 1. La terra dei campi o la polvere delle strade ridotta dall’acqua a una poltiglia più o meno densa e di vario spessore: camminare [...] E sorga ad atti illustri, o si vergogni (Leopardi); poco com., fare fango dell’onore, della coscienza, della parola data, farne vilissimo conto. Proverbî: chi casca nel f., più ci si dimena e più s’imbratta; anche il sole passa sopra il f. e non s ...
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mulino2
mulino2 (o molino) s. m. [dal lat. tardo molinum, neutro sostantivato dell’agg. molinus, der. di molĕre «macinare»]. – 1. a. Stabilimento in cui si esegue la macinazione dei cereali (soprattutto [...] di girare a grande velocità, e di suddividere finemente i liquidi da emulsionare o i solidi da disperdere nei liquidi. c. In proverbî o frasi proverbiali: chi va al m. s’infarina; il m. non macina senz’acqua, non si può lavorare senza un adeguato ...
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fante2
fante2 s. m. [per aferesi da infante1]. – 1. Soldato di fanteria (ant. f. a piedi): i f. d’Italia; li fanti Ch’uscivan patteggiati di Caprona (Dante); una divisione di diecimila fanti. 2. Figura [...] Campagnatico ogne f. (Dante); parendogli essere un bel f. della persona (Boccaccio). Questo sign. resta ancor oggi in alcune locuz. e proverbî: bisogno fa buon f.; scherza coi f. e lascia stare i santi; per lesto f. (ant. fante lesto), v. lestofante ...
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miele
mièle (poet. o region. mèle) s. m. [lat. mĕl (genit. mellis), affine al gr. μέλι -ιτος]. – 1. a. Sostanza zuccherina di consistenza viscosa e di color biondo, che alcuni insetti imenotteri, in [...] (v. luna, n. 2). In espressioni vezz.: boccuccia, visino di m.; un sorriso tutto m.; voce di m., esageratamente dolce e suadente. Proverbî e modi proverbiali: non c’è m. senza mosche, non vi è benessere senza rischi o disagi, oppure non c’è ricchezza ...
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matto1
matto1 agg. e s. m. (f. -a) [forse lat. tardo mattus, matus «ubriaco»]. – 1. a. ant. Stupido, stolto: così m. come egli è, senza alcuna cagione è ... fuori d’ogni misura geloso di me (Boccaccio). [...] dei m., l’ospizio dei m., il manicomio. È sinon. più pop. di pazzo e di folle, dai quali non è però sostituibile in alcuni proverbî, quali: chi canta a tavola e a letto è m. perfetto; ne sa più un m. in casa propria che un savio in casa d’altri ...
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mietere
miètere v. tr. [lat. mĕtĕre] (io mièto, ecc.; il dittongo -ie- si conserva anche fuor d’accento: mietiamo, mieteva, mietuto, ecc.). – 1. Segare i cereali maturi, a mano con la falce, oppure con [...] seminaverit homo, haec et metet»; e Prov. 22: «qui seminat iniquitatem, metet mala»); ugualmente di ispirazione biblica sono alcuni proverbî e modi proverbiali comuni: c’è chi semina e chi miete, chi fatica e chi raccoglie il frutto (cfr. Giovanni 4 ...
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(ebr. Mishlē) Libro dell’Antico Testamento, primo tra i libri didattici, appartenente più precisamente alla poesia gnomica (➔ gnome). La sua composizione avvenne secondo alcuni autori progressivamente, per l’aggiungersi dei nuovi nuclei a quello...
Il proverbio (dal lat. provĕrbiu(m), da vĕrbum «parola») è oggetto di studio di numerose discipline: letteratura, sociologia, antropologia, dialettologia, storia delle tradizioni popolari (nell’insieme delle sue articolazioni, lo studio dei...