proverbioprovèrbio s. m. [dal lat. proverbium, der. di verbum «parola»]. – 1. Breve motto, di larga diffusione e antica tradizione, che esprime, in forma stringata e incisiva, un pensiero o, più spesso, [...] e contenente varî insegnamenti e sentenze di carattere religioso, morale e anche pratico. Per estens., andare, passare, venire in proverbio, con riferimento a situazioni e più spesso a particolari qualità di una persona o di una cosa che si citano ...
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proverbiosoproverbióso agg. [der. di proverbio], ant. – 1. Che contiene molti proverbi, o ha carattere e tono sentenzioso: un parlare, un discorso p., una frase proverbiosa. 2. Che ha tono di aspro [...] , oltraggioso: da tre parole p. quasi da tre ferite trafitti (Bembo). ◆ Avv. proverbiosaménte, in forma proverbiale; villanamente: una delle servigiali della donna ... fattasi alla finestra proverbiosamente disse: «Chi picchia là giù?» (Boccaccio). ...
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cavallo
s. m. (f. -a) [lat. caballus «cavallo da lavoro, cavallo castrato»] (pl. -i; pl. ant. cavagli). – 1. a. Mammifero ungulato perissodattilo, erbivoro, della famiglia equidi, già presente con i [...] la caratteristica forma (detto della configurazione di una piazza, di un teatro, della disposizione dei tavoli in un banchetto, ecc.). Proverbî: l’occhio del padrone ingrassa il c., gli affari vanno meglio quando c’è il controllo diretto di chi vi è ...
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amore
amóre s. m. [lat. amor -ōris, affine ad amare]. – 1. Sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia: amore [...] a. con quell’appartamento; qualche furbo, che forse sarà già un pezzo che fa all’a. a quelle quattro braccia di terra (Manzoni). Proverbî: chi ha fortuna in amor non giochi a carte (e in altra forma: chi è sfortunato al gioco è fortunato in a.); a. e ...
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morto
mòrto agg. e s. m. [part. pass. di morire; lat. mŏrtuus, part. pass. di mŏri «morire»]. – 1. agg. a. Di persona o di animale, che ha cessato di vivere: lo trovarono m.; seppellire i soldati m.; [...] Fare il m., rimanere immobile, fingendosi morto, o anche tenersi a galla sull’acqua stando disteso immobile sul dorso con le braccia aperte. Proverbî: il m. giace, il vivo si dà pace (variante dell’altro chi muore giace, e chi vive si dà pace); all ...
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mosca
mósca s. f. [lat. mŭsca]. – 1. a. Genere di insetti ditteri brachiceri dal corpo tozzo, con solo il primo paio di ali atte al volo, essendo il secondo paio modificato a formare due strutture per [...] le m. cocchiere sono pur le male bestie e noiose! (Carducci, nel suo scritto che porta appunto il titolo di «Mosche cocchiere»). Proverbî: in bocca chiusa non entran mosche, per lodare l’opportunità del silenzio; non si può avere il miele senza le m ...
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campagnolo
campagnòlo (letter. campagnuòlo) agg. e s. m. [der. di campagna]. – 1. agg. Di campagna: i topi domestici e campagnuoli (Redi); vita c.; costumi c.; festa c.; gente campagnola. 2. s. m. a. [...] (f. -a) Persona che vive abitualmente in campagna e svolge in questa la sua attività: un arguto c.; i proverbî dei campagnoli; per estens., persona semplice, un po’ goffa, talvolta anche rozza e grossolana: si comporta come un c.; anche se ha ...
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botte
bótte s. f. [lat. tardo bŭttis]. – 1. a. Recipiente in forma pressoché di doppio tronco di cono, costituito da doghe di legno opportunamente incurvate e mantenute strettamente a sesto da cerchiature, [...] rabboccare, spillare la b.; fig., perlopiù con valore spreg., è una b., pare una b., di persona assai grassa. Locuzioni fig. e proverbî: dare un colpo al cerchio e uno alla b., non prendere posizione fra due contendenti, dare ragione un po’ all’uno e ...
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anacoluto
s. m. [dal lat. tardo anacoluthon, gr. ἀνακόλουϑον (σχῆμα), comp. di ἀν- priv. e ἀκόλουϑος «seguace»]. – Costrutto sintattico consistente nel susseguirsi di due costruzioni diverse in uno stesso [...] esame la questione, che se n’era già parlato (per: di cui s’era, ecc.). Molto frequente nel linguaggio familiare e nei proverbî (Chi le tocca son sue; Non è villano perché in villa stia, ma villano è chi usa villania), è spesso adoperato come figura ...
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aprile
s. m. [lat. aprīlis, agg., di origine incerta]. – Quarto mese dell’anno nel calendario giuliano e gregoriano, il secondo nell’antico calendario romano. Proverbî: d’a. ogni goccia un barile (per [...] dire che la pioggia d’aprile è utile alle viti); a., dolce dormire; d’a. non ti scoprire, raccomandazione di andare cauti nell’alleggerirsi degli abiti, essendo in primavera frequenti gli sbalzi di temperatura. ...
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(ebr. Mishlē) Libro dell’Antico Testamento, primo tra i libri didattici, appartenente più precisamente alla poesia gnomica (➔ gnome). La sua composizione avvenne secondo alcuni autori progressivamente, per l’aggiungersi dei nuovi nuclei a quello...
Il proverbio (dal lat. provĕrbiu(m), da vĕrbum «parola») è oggetto di studio di numerose discipline: letteratura, sociologia, antropologia, dialettologia, storia delle tradizioni popolari (nell’insieme delle sue articolazioni, lo studio dei...