oncia
óncia (region. ónza) s. f. [lat. ŭncia, propr. «dodicesima parte» di un’unità; der. di unus «uno»] (pl. -ce). – 1. Nel mondo antico, unità monetaria del sistema siculo-italiota e romano, corrispondente [...] In senso fig., non com., quantità minima: non ha nemmeno un’o. di giudizio; a oncia a oncia, locuz. avv., a poco a poco. Proverbî, ormai poco usati: val più un’o. di reputazione che mille libbre d’oro; è meglio (o vale più) un’o. di fortuna che mille ...
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doglia
dòglia s. f. [lat. *dŏlia, der. di dolere «provare dolore, far male»; cfr. cordŏlium «cordoglio»]. – 1. letter. Dolore, sofferenza fisica o morale: essere pieno di doglie; infin che ’l Veltro [...] pregni Sien gli occhi miei, sì come ’l cor di doglia (Petrarca); immensa Doglia m’oppresse a queste voci il petto (Leopardi). In proverbî tosc.: chi ha figlioli ha doglie; Chi ha buon cavallo e bella moglie Non istà mai senza doglie; ecc. 2. Al plur ...
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saggezza
saggézza s. f. [der. di saggio1]. – L’essere saggio; capacità di seguire la ragione nel comportamento e nei giudizî, moderazione nei desiderî, equilibrio e prudenza nel distinguere il bene e [...] s.; dare prova di s.; parole piene di s.; la s. delle persone anziane, dei contadini; la s. condensata nei proverbî; con partic. riferimento al modo di operare: la s. di un consiglio, di una decisione, di un provvedimento legislativo. Nel linguaggio ...
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coperchio
copèrchio (ant. covèrchio) s. m. [lat. coopercŭlum, der. di cooperire «coprire»]. – Elemento che serve a chiudere l’apertura superiore di vasi o recipienti, fatto in genere dello stesso materiale [...] cassa; aprire, chiudere il c. o col c.; levare, sollevare, abbassare il c.; negli strumenti ad arco, tavola che copre la cassa armonica. Proverbî: il diavolo insegna a far le pentole (o fa le pentole) ma non i c., insegna a compiere il male ma non a ...
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lingua
lìngua s. f. [lat. lĭngua (con i sign. 1 e 2), lat. ant. dingua]. – 1. a. Organo della cavità orale dei vertebrati, con funzione tattile e gustativa, che ha anche parte importante nel processo [...] un’altra l. in un momento Ne trapassa la fama (T. Tasso); L. mortal non dice Quel ch’io sentiva in seno (Leopardi). Proverbî: la l. batte dove il dente duole, si ricade spesso a parlare delle cose che più premono o assillano; taglia (o ne uccide) più ...
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filo1
filo1 s. m. [lat. fīlum] (pl. -i; con valore collettivo e in locuz. particolari anche pl. f. le fila). – 1. a. Corpo lungo, sottile, di forma cilindrica, in genere a sezione costante, di vario [...] lo faceva a Irene (Pavese); incollare a filo di pasta, in legatoria, modo d’incollare le tavole fuori testo che non possono essere cucite. Proverbî: tre f. fanno uno spago, l’unione fa la forza; a tela ordita Dio manda il f., chi s’aiuta Dio l’aiuta ...
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giusto1
giusto1 agg. [lat. iūstus, der. di ius iuris «diritto»]. – 1. a. Di persona, che osserva i principî della giustizia, che opera e giudica secondo giustizia: uomo g.; giudice g. con tutti; fam., [...] profondamente e tranquillamente); anche il g. cade sette volte al giorno, frase proverbiale, adattamento del versetto biblico (Proverbi, 24, 16) Septies enim cadet iustus et resurget, impii autem corruent in malum «perché il giusto potrà cadere ...
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pagare
v. tr. [lat. pacare «quietare», der. di pax pacis «pace»] (io pago, tu paghi, ecc.). – 1. a. Versare il denaro dovuto per un acquisto, un servizio, una prestazione, un debito, un’imposizione e [...] si paghi. b. fam. Offrire, pagando per altri: p. il caffè, il pranzo, un aperitivo; p. da bere, p. la cena. c. In proverbî e locuzioni prov.: Dio non paga il sabato, la giustizia divina può tardare ma si compie; chi rompe paga (e si aggiunge talvolta ...
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amico
s. m. (f. -a) e agg. [lat. amicus, affine ad amare] (pl. m. -ci). – 1. s. m. Chi è legato ad altri da vincoli di amicizia: avere, trovare, perdere, farsi un a.; a. intimo, a. d’infanzia; l’a. del [...] : costui fa l’a. del convento, si spaccia per partigiano de’ cappuccini (Manzoni). Anche di animali: l’a. dell’uomo, il cane. Proverbî: patti chiari, a. cari; a. cari e borsa del pari; chi trova un a. trova un tesoro; dagli a. mi guardi Iddio, ché ...
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donare
v. tr. e intr. [lat. dōnare, der. di donum «dono»] (io dóno, ecc.). – 1. tr. a. Dare ad altri liberamente e senza compenso cosa utile o gradita: d. un anello alla fidanzata; gli ho donato un libro [...] fig.: d. il cuore, donare tutto sé stesso, dare tutto il proprio affetto; io ho quel che ho donato (motto di G. D’Annunzio); proverbî: a caval donato non si guarda in bocca; chi dona tosto dona due volte. È verbo meno com. e pop. di regalare (che si ...
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(ebr. Mishlē) Libro dell’Antico Testamento, primo tra i libri didattici, appartenente più precisamente alla poesia gnomica (➔ gnome). La sua composizione avvenne secondo alcuni autori progressivamente, per l’aggiungersi dei nuovi nuclei a quello...
Il proverbio (dal lat. provĕrbiu(m), da vĕrbum «parola») è oggetto di studio di numerose discipline: letteratura, sociologia, antropologia, dialettologia, storia delle tradizioni popolari (nell’insieme delle sue articolazioni, lo studio dei...