conoscere
conóscere (ant. cognóscere) v. tr. [lat. cognoscĕre, comp. di co- e (g)noscĕre «conoscere»] (io conósco, tu conósci, ecc.; pass. rem. conóbbi, conoscésti, ecc.; part. pass. conosciuto). – Nel [...] come: s’incontravano sulla via mendichi laceri e macilenti invecchiati nel mestiere, fra i quali molti si conoscevano per forestieri (Manzoni). Proverbî: al paragone si conosce l’oro; la volpe si conosce alla coda; è un gran medico chi conosce il suo ...
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fatto2
fatto2 s. m. [lat. factum, propr. part. pass. sostantivato di facĕre «fare»]. – 1. a. Avvenimento, azione, fenomeno, ciò che si compie o si è compiuto: assistere, essere presente al f.; mi è capitato [...] una dittatura di f. (o, con valore avverbiale: era di f. una dittatura; e così: voleva apparire forte, ma di f. era sfinito). Proverbî: buone parole e cattivi f. ingannano i savî e i matti; dal detto al f. c’è un gran tratto; parole non fanno fatti ...
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troppo
tròppo avv., agg. e s. m. [ant. adattamento del fr. trop, voce di origine germanica che significò dapprima «molto, quantità»; cfr. truppa]. – 1. avv. a. In misura eccessiva, più del giusto o di [...] leggi trassi il t. e ’l vano (Dante, con allusione all’opera di raccolta e di ordinamento del diritto romano compiuta dall’imperatore bizantino); proverbî: il t. stroppia; l’assai basta e il t. guasta; tanto è il t. quanto il t. poco; il t. e il poco ...
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villano
s. m. e agg. (f. -a) [lat. tardo villanus «abitante della villa», cioè della campagna: v. villa]. – 1. s. m. a. Nel medioevo, chi risiedeva nella villa, la terra aperta che si contrapponeva al [...] , al collo e sulla testa La v. elegante il dì di festa (Giusti). Oggi questo sign. è vivo solo regionalmente o in alcuni proverbî: v. affamato è mezzo arrabbiato; al v. la zappa in mano; carta canta e villan dorme (cioè, con un documento scritto in ...
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quattro
agg. num. card. [lat. quattuor o quatuor], invar. – 1. Il numero intero che segue immediatamente il tre, e il segno che lo rappresenta (in cifre arabe 4, in numeri romani IV): le q. stagioni [...] dal bordo; lunghezza media 13 m, larghezza 52 cm per l’imbarcazione con timoniere, mentre quella senza timoniere è più stretta e corta. In proverbî o modi prov.: è vero (o chiaro, evidente) come due e due fanno q. (o come q. e q. fanno otto), per ...
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tanto
agg., pron. e avv. [lat. tantus agg., tantum avv.]. – 1. agg. a. Al sing., riferito a cosa, così grande, in così gran quantità, e con sign. più determinati, così lungo, così ampio, così esteso, [...] »: tanti ne guadagna tanti ne spende (sottint. soldi); tanti me ne hai dati, tanti te ne ho restituiti; spec. in alcuni proverbî (dove il verbo è sottinteso): t. teste e t. pareri (traduz. del noto prov. lat. tot capita tot sententiae); t. paesi ...
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gridare
v. intr. e tr. [prob. lat. quirītare «invocare aiuto; strillare»]. – 1. intr. (aus. avere) Alzare molto la voce, per farsi sentire o per fare rumore o per sfogare l’eccitazione dell’animo: g. [...] ha in corpo; g. tutti insieme, in coro, a una voce; allo stadio tutti gridavano contro l’arbitro; che avete da g. tanto? Proverbî: chi ha meno ragione grida più forte; chi più grida ha più ragione o ottiene di più. Per estens., parlare a voce troppo ...
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bruciare
v. tr. e intr. [lat. *brusiare, di etimo incerto] (io brùcio, ecc.). – 1. tr. a. Consumare, distruggere con l’azione del fuoco: b. la legna; b. della carta; b. l’incenso; ho bruciato un pacco [...] ; c’è qualcosa che brucia?; è un petrolio che brucia bene. b. Essere in fiamme: bruciava un pagliaio vicino all’aia. Proverbî: quando brucia la casa, tutti si scaldano, tutti godono del male altrui; quando brucia il vicinato, porta l’acqua a casa tua ...
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tu
pron. pers. sing. m. e f. [lat. tu] (radd. sint.). – 1. È il pronome di 2a persona, usato nel rivolgere il discorso ad altra persona (o cosa personificata), in tutti i casi in cui non sia adoperato [...] càpitano sempre quando meno te l’aspetti; in quel momento, èccoti lui che entra; guardo, e chi ti vedo?; analogam., in proverbî e frasi proverbiali: vivi e lascia vivere; non nominare la fune in casa dell’impiccato; ecc.). 2. Locuzioni: dare del tu ...
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febbraio
febbràio (ant. o region. febbraro) s. m. [lat. februarius, agg. der. di februus «purificante», perché presso i Romani destinato alla purificazione]. – Secondo mese dell’anno nel calendario giuliano [...] e gregoriano, di 28 giorni (29 negli anni bisestili); era l’ultimo nell’antico calendario romano. Proverbî: f. febbraietto, mese corto e maledetto; gennaio ingenera, f. intenera, marzo imboccia, con riferimento alle fasi della vegetazione nella ...
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(ebr. Mishlē) Libro dell’Antico Testamento, primo tra i libri didattici, appartenente più precisamente alla poesia gnomica (➔ gnome). La sua composizione avvenne secondo alcuni autori progressivamente, per l’aggiungersi dei nuovi nuclei a quello...
Il proverbio (dal lat. provĕrbiu(m), da vĕrbum «parola») è oggetto di studio di numerose discipline: letteratura, sociologia, antropologia, dialettologia, storia delle tradizioni popolari (nell’insieme delle sue articolazioni, lo studio dei...