eccettuativo
agg. [der. di eccettuare]. – Che serve a eccettuare, a denotare eccezione; sono così chiamate da alcuni grammatici le cong. fuorché, tranne e sim. Nella logica formale, proposizione e. (o [...] eccettiva), proposizione che eccettua qualche cosa da ciò che afferma e che in realtà equivale a due proposizioni: per es., la frase «tutti corrono, eccetto Tizio» si può risolvere in «tutti corrono, Tizio non corre». ...
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condizionale
agg. [dal lat. tardo (dei grammatici e dei giuristi) conditionalis, der. di conditio -onis «condizione»]. – In genere, che esprime condizione, che è sottoposto a una condizione: clausola [...] futuro quando dipende da un verbo di tempo passato (per es.: «so che verrai – sapevo che saresti venuto»). b. Proposizioni c., proposizioni subordinate che esprimono la condizione dalla quale dipende che abbia o non abbia effetto quanto è detto nella ...
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congiunzione
congiunzióne s. f. [dal lat. coniunctio -onis, der. di coniungĕre «congiungere»]. – 1. a. Atto, effetto del congiungere o del congiungersi: la c. dei due eserciti; punto di c.; c. carnale, [...] intersezione o prodotto logico. b. In logica matematica, funzione di verità binaria che risulta vera solo se il valore delle due proposizioni a cui la congiunzione si applica è vero per entrambe. 3. a. In astronomia, la posizione di due astri aventi ...
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clausola
clàuṡola (ant. clàuṡula) s. f. [dal lat. clausŭla, der. di claudĕre «chiudere»]. – 1. a. Conclusione di uno scritto, di una lettera e sim.; chiusa di un periodo, o di un membro del periodo, [...] con riguardo all’ordine delle parole e al ritmo, soprattutto nella prosa d’arte antica; c. ritmica, parte finale di una proposizione o di un periodo dell’antica prosa d’arte, considerata dal punto di vista del ritmo dato dalla successione di sillabe ...
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predicare
v. tr. [dal lat. praedicare «far noto, celebrare, lodare», e, nel lat. tardo, eccles., «predicare»] (io prèdico, tu prèdichi, ecc.). – 1. a. Annunciare, dichiarare pubblicamente la legge divina: [...] la quaresima). d. estens. Esortare, ammonire, fare discorsi per rimproverare, consigliare e sim. (spec. seguito da una proposizione subordinata): stanno tutti a predicarmi che devo smettere di fumare; gli ho sempre predicato di avere pazienza; comuni ...
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imperativo
agg. e s. m. [dal lat. tardo imperativus, der. di imperare «comandare»]. – 1. agg. In genere, che contiene o esprime comando: frase i.; parlare, rivolgersi in tono i.; mandato i., in diritto [...] plur. (scrivi, scrivete); per le altre persone, è supplito dalle forme del presente congiuntivo. 2. s. m. Nel linguaggio filosofico, proposizione che formula un comando o una norma d’azione, che l’uomo impone a sé stesso; nella filosofia kantiana: i ...
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ma1
ma1 cong. [lat. magis «più»; v. mai] (radd. sint.). – 1. Congiunzione coordinativa avversativa, esprimente spesso esplicita contrapposizione al termine che precede, il quale è per lo più espresso [...] Talvolta dà l’avvio a frasi concessive: Ma ammettiamo pure che tu abbia ragione: resta sempre a vedere se ... Nella seconda proposizione di un sillogismo o in dimostrazioni matematiche, serve a indicare un trapasso logico: A è uguale a B; ma B è per ...
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sintesi
sìnteṡi s. f. [dal lat. tardo synthĕsis, gr. σύνϑεσις «composizione», der. di συντίϑημι «mettere insieme» (comp. di σύν «con, insieme» e τίϑημι «porre»)]. – In generale, composizione, combinazione [...] una conoscenza complessa e unitaria. In partic.: a. In Aristotele, l’attività dell’intelletto che unisce i pensieri nella proposizione, congiungendo un soggetto a un predicato mediante la copula. b. In Kant, ogni forma di unificazione del molteplice ...
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fatto2
fatto2 s. m. [lat. factum, propr. part. pass. sostantivato di facĕre «fare»]. – 1. a. Avvenimento, azione, fenomeno, ciò che si compie o si è compiuto: assistere, essere presente al f.; mi è capitato [...] l’enunciazione di un avvenimento o la constatazione di una realtà, espresse mediante un complemento (il f. di ...) o una proposizione (il f. che ...): il f. della sua tragica morte ha destato profonda commozione; il f. che sia capoufficio non è ...
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leggere
lèggere v. tr. [lat. lĕgĕre, propr. «raccogliere», affine al gr. λέγω «raccogliere; dire»] (io lèggo, tu lèggi, ecc.; pass. rem. lèssi, leggésti, ecc.; part. pass. lètto). – 1. a. Scorrere con [...] tempo; mi piace l.; la sera leggo sempre prima di addormentarmi; è una persona che ha letto molto. d. Seguìto da proposizione oggettiva o da complemento di argomento, per indicare il contenuto di uno scritto: ho letto nel giornale che il concerto è ...
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In genere, ciò che si enuncia, si dichiara, si afferma, e la frase stessa che contiene l’enunciato.
Filosofia
P. ed enunciato
Nella logica e nella filosofia del linguaggio contemporanee si distingue p. da enunciato, intendendo con quest’ultimo...
PROPOSIZIONE (o frase; fr. proposition, phrase; sp. proposición; ted. Satz; ingl. proposition)
Giacomo Devoto
Realizzazione linguistica di un giudizio, che contiene almeno un predicato (v.), di solito riferito a un soggetto, e non necessariamente...