valore
valóre s. m. [dal lat. tardo (in glosse) valor -oris, der. di valere: v. valere]. – 1. Riferito a persona indica: a. Possesso di alte doti intellettuali e morali, o alto grado di capacità professionale: [...] indicato col simbolo |n|. In logica matematica, v. di verità, la qualifica di vero (V) o falso (F) che si applica a una proposizione o a una formula. In statistica, v. modale, v. normale o v. di massima frequenza, sinonimi di moda; v. mediano o v ...
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unicita
unicità s. f. [der. di unico]. – La condizione e la caratteristica di essere unico; il fatto che non esistono, per un elemento, altri uguali o simili: un avvenimento, un caso rilevante per la [...] una retta data passante per un punto assegnato, u. del punto d’intersezione di due rette distinte; teorema di esistenza e di u., proposizione che afferma, sotto opportune condizioni, che esiste uno e un solo ente che soddisfa determinate condizioni. ...
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unico1
ùnico1 agg. [dal lat. unĭcus, der. di unus «uno, uno solo»] (pl. m. -ci). – 1. a. Che è il solo esistente, che non ha uguali nel suo genere o nella sua specie: è la nostra u. possibilità di salvezza; [...] ne trovino altri in commercio o di cui sia stato stampato quel solo esemplare, ecc. (v. unicum). Spesso l’agg. è seguito da proposizione relativa o da participio che ne limitano e ne precisano il significato: è l’u. amico che io abbia; questo è l’u ...
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iterativo
agg. [dal lat. tardo iterativus, der. di iterare «ripetere»: v. iterare]. – In generale, che contiene o esprime ripetizione, che si attua mediante operazioni ripetute, e sim. In partic.: 1. [...] congiunzione cum usata per esprimere azione ripetuta o abituale, col perfetto indicativo in relazione a un presente della proposizione principale (come nella frase, tradizionalmente addotta quale esempio, cum ad villam veni, hoc ipsum nihil agere me ...
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pregare
v. tr. [lat. prĕcari, der. di prex precis «preghiera»] (io prègo, tu prèghi, ecc.; ant. anche priègo, prièghi, e così nelle altre forme con accento sul tema). – 1. Rivolgersi a qualcuno chiedendo [...] col compl. oggetto della persona a cui ci si rivolge, mentre la cosa che si chiede può essere espressa da una proposizione di valore finale introdotta dalla cong. che (meno com. perché) e il cong.: pregalo che ti aiuti (perché ti aiuti); mi ...
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prolessi
prolèssi (meno com. prolèpsi) s. f. [dal lat. tardo prolepsis, gr. πρόληψις «anticipazione», der. di προλαμβάνω «anticipare, prendere prima»]. – 1. Figura retorica consistente nel prevenire, [...] . 2. a. Costruzione sintattica (detta anche anticipazione) in cui si anticipano una o più parole (o un’intera proposizione) che secondo l’uso grammaticale dovrebbero invece essere collocate dopo (per es., si ha il pronome dimostrativo in posizione ...
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prolettico
prolèttico (non com. prolèptico) agg. [dal gr. προληπτικός, der. di πρόληψις «anticipazione, prolessi»] (pl. m. -ci). – 1. Che costituisce prolessi (come figura sintattica): costrutto p.; [...] proposizione p.; pronome p. o in posizione prolettica. 2. Che si riferisce alla prolessi nel sign. botanico: fogliazione prolettica. ...
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percio
perciò (o 'pér ciò') cong. – Per questo fatto, per questo o per tale motivo; ha valore conclusivo introducendo una proposizione nella quale si esprime la conseguenza di fatti già enunciati che [...] ne sono in qualche modo la causa: faceva freddo, p. ho chiuso la finestra; anche preceduto dalla cong. e (talora nella grafia unita epperciò): ha fatto il suo dovere e perciò sarà premiato. Preceduto da ...
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semanticita
semanticità s. f. [der. di semantico]. – Valore, aspetto, carattere semantico, e, in senso più ampio, la capacità di significare, di avere un significato: s. di un vocabolo, di un sintagma; [...] ; per estens., s. di un dipinto, di un film; s. delle arti figurative. Nella logica, carattere ottativo o di pura espressività di un discorso, di una proposizione, che non possono essere detti né veri né falsi, secondo la concezione di Aristotele. ...
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semantico
semàntico agg. [dal fr. sémantique, e questo dal lat. tardo semantĭcus, gr. σημαντικός «significativo», der. di σημαίνω «segnalare, significare»] (pl. m. -ci). – 1. a. In linguistica, relativo [...] struttura, o in una classe di strutture) si può dedurre dagli assiomi della teoria. Nel De interpretatione di Aristotele, proposizione s., enunciato s. (λόγος σημαντικός), puramente espressivi o ottativi, che non possono essere detti né veri né falsi ...
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In genere, ciò che si enuncia, si dichiara, si afferma, e la frase stessa che contiene l’enunciato.
Filosofia
P. ed enunciato
Nella logica e nella filosofia del linguaggio contemporanee si distingue p. da enunciato, intendendo con quest’ultimo...
PROPOSIZIONE (o frase; fr. proposition, phrase; sp. proposición; ted. Satz; ingl. proposition)
Giacomo Devoto
Realizzazione linguistica di un giudizio, che contiene almeno un predicato (v.), di solito riferito a un soggetto, e non necessariamente...