giacche
giacché cong. [comp. di già e che]. – Ha valore causale ed è in genere sinon. di poiché, dal momento che; si adopera specialmente quando la proposizione causale esprime un fatto reale che è insieme [...] la cagione e la condizione di quanto è detto nella prop. reggente: giacché lo sai, perché me lo chiedi?; parlerò, giacché tu insisti. Poco com. la grafia staccata già che, che è tuttavia forma abbastanza ...
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insufficiente
insufficiènte agg. [dal lat. tardo insufficiens -entis, comp. di in-2 e sufficiens -entis (v. sufficiente)]. – 1. Non sufficiente, che è troppo poco in senso assoluto o non basta a un determinato [...] al fine, alla necessità, all’uso o alla funzione per cui una cosa non è sufficiente, espressi da un complemento o da una proposizione introdotti da per o a: il raccolto è i. per il (o per coprire il) fabbisogno nazionale; il suo stipendio è i. per ...
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ovvero
ovvéro cong. [comp. di o2 e vero]. – Forma rafforzata della cong. disgiuntiva o, usata soprattutto quando il secondo termine, a cui si premette, è costituito da un’intera proposizione: o tu ti [...] spieghi male, ovvero sono io che non capisco; ormai ant. le grafie o vero, overo. È meno com. di oppure, di cui ha lo stesso valore. Come ossia, fu di uso frequente in passato per introdurre un sottotitolo ...
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trivalente
trivalènte agg. [comp. di tri- e valente]. – 1. In chimica: a. Di atomo o radicale che ha valenza tre. b. Di composto contenente tre volte un gruppo funzionale (per es., la glicerina è un [...] durante la meiosi, come per es. avviene nei soggetti trisomici o nei triploidi. 4. In matematica, logica t., logica che prevede tre valori di verità, nella quale cioè una proposizione può essere o vera o falsa o indeterminata (v. polivalente). ...
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antimetabole
antimetàbole s. f. [dal lat. tardo antimetabŏle, gr. ἀντιμεταβολή, der. di ἀντιμεταβάλλω «mutare contro»]. – Termine della retorica classica, corrispondente al lat. commutatio, che indica [...] per la quale si ripetono in ordine inverso (con disposizione a chiasmo) e perciò con senso mutato le parole della proposizione precedente. Per es.: non si vive per mangiare, si mangia per vivere; e in Quintiliano: qui stultis videri eruditi volunt ...
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estensione
estensióne s. f. [dal lat. extensio -onis, der. di extendĕre «estendere», part. pass. extensus]. – 1. a. L’azione e il risultato dell’estendere, in senso proprio e fig.: e. di un corpo elastico; [...] , è l’insieme degli individui che il concetto denota e dei quali può quindi essere affermato come attributo; e. di una proposizione, l’insieme dei casi in cui essa è vera. 3. Nei concorsi ippici, categoria di salto nella quale gli ostacoli sono ...
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polivalente
polivalènte agg. [comp. di poli- e valente]. – 1. In chimica, di elemento che presenta più di un grado di valenza (come, per es., il ferro, che è bi-, tri-, esavalente, e raram. anche monovalente); [...] gli esitoli). 2. In logica matematica, logica p., quella nella quale sono previsti più di due valori di verità: una proposizione, cioè, può non solo essere vera o falsa (come accade nell’ordinaria logica bivalente), ma anche, per es., indecidibile. 3 ...
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contraddizione
contraddizióne (o meno corretto contradizióne) s. f. [dal lat. contradictio -onis, der. di contradicĕre «contraddire»]. – 1. a. Il contraddire, il contraddirsi: cadere in c.; cogliere [...] c. (anche detto, impropriam., principio di non c.), fondamentale principio della logica dianoetica per il quale non è possibile opporre due proposizioni di cui una asserisca e l’altra escluda un nesso fra una sostanza e un attributo (se A è B, non è ...
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assenso
assènso s. m. [dal lat. assensus -us, der. di assentire «approvare»]. – 1. L’assentire, approvazione, e le parole o l’atto con cui si approva: dare, negare il proprio a.; un cenno, un mormorio [...] di a.; per i minorenni è necessario l’a. dei genitori. 2. In filosofia, atto col quale la coscienza aderisce a un’idea, a un’intuizione, o a una proposizione che le esprima, riconoscendone il carattere di verità. ...
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secondario
secondàrio agg. [dal lat. secundarius, der. di secundus «secondo» (agg.)]. – 1. Che viene come secondo, in ordine di tempo e di luogo, e, per estens., d’importanza (si contrappone ora a primario [...] dopo, acquisito cioè dalla parola in un tempo successivo (o anche, in genere, significato meno importante). h. In sintassi, proposizione s. (o dipendente, o subordinata; anche come s. f., una secondaria), quella che dipende da una principale. i. In ...
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In genere, ciò che si enuncia, si dichiara, si afferma, e la frase stessa che contiene l’enunciato.
Filosofia
P. ed enunciato
Nella logica e nella filosofia del linguaggio contemporanee si distingue p. da enunciato, intendendo con quest’ultimo...
PROPOSIZIONE (o frase; fr. proposition, phrase; sp. proposición; ted. Satz; ingl. proposition)
Giacomo Devoto
Realizzazione linguistica di un giudizio, che contiene almeno un predicato (v.), di solito riferito a un soggetto, e non necessariamente...