pronome /pro'nome/ s. m. [dal lat. pronomen, der. di nomen "nome", col pref. pro-¹, calco del gr. antinymía, comp. di antí "invece di" e ónyma "nome"]. - (gramm.) [parte variabile del discorso che acquista [...] significato riallacciandosi ad altri costituenti] ≈ Ⓣ (ling.) proforma. ⇑ sostituente ...
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vece /'vetʃe/ s. f. [dal lat. vecis, genit. (accus. vecem, abl. vece; non è documentato il nomin.), "vicenda, cambio, sorte"]. - 1. (ant., poet.) [il mutare, l'avvicendarsi di cose e fatti diversi: I miserandi [...] (lett.) vicenda. ▼ Perifr. prep.: in vece di [seguito da nome di persona o pronome, in sostituzione di altra persona; più frequente con grafia unita, seguito da un nome, un pronome o un verbo: in v. del direttore mi ha ricevuto un caporeparto; invece ...
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Fabio Rossi
cosa. Finestra di approfondimento
Usi pronominali e anaforici - C. è tra le parole più generiche del lessico ital., destinata per lo più a sostituire termini più specifici non disponibili al [...] ) o preceduto da che: (che) c. fai stasera?; dimmi (che) c. stai leggendo; e anche dall’esistenza di un pronome come qualcosa, in cui il sost. c. si è agglutinato, grammaticalizzandosi, al pron. qualche. Pressoché infiniti possono dunque essere i ...
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pleonasmo s. m. [dal lat. tardo pleonasmus, gr. pleonasmós, der. di pleonázō "sovrabbondare"]. - (ling.) [parola, in genere un pronome o un aggettivo, sintatticamente e logicamente superflua] ≈ ‖ ridondanza. ...
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plurale [dal lat. pluralis, der. di plus pluris "più"]. - ■ agg. (gramm.) [che si riferisce a più persone o cose, che indica o esprime il concetto della molteplicità: sostantivo, pronome p.] ≈ ‖ duale. [...] ↔ singolare. ■ s. m. (gramm.) [forma grammaticale che indica che le persone o le cose in questione sono più di una] ≈ ‖ duale. ↔ singolare ...
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cosa /'kɔsa/ [lat. causa "causa", che ha sostituito il lat. class. res]. - ■ s. f. 1. a. (filos.) [tutto quanto esiste, nell'immaginazione, di astratto o d'ideale] ≈ entità, essenza, idea. b. [tutto quanto [...] ) o preceduto da che: (che) c. fai stasera?; dimmi (che) c. stai leggendo; e anche dall’esistenza di un pronome come qualcosa, in cui il sost. c. si è agglutinato, grammaticalizzandosi, al pron. qualche. Pressoché infiniti possono dunque essere i ...
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proclitico /pro'klitiko/ agg. [der. di proclisi, sul modello di enclitico] (pl. m. -ci). - (ling.) [di parola che presenta proclisi: particella p., pronome p.] ≈ ⇑ clitico. ↔ enclitico. ...
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vossignoria /vos:iɲo'ria/ s. f. [forma sincopata di vostra signoria], disus. - [allocutivo di rispetto usato con valore di pronome di terza persona: come vuole v. ch'io badi agli spropositi che posson [...] dire tanti urloni che parlan tutti insieme? (A. Manzoni)] ≈ la signoria vostra. ‖ vostra eccellenza ...
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anafora /a'nafora/ s. f. [dal lat. tardo anaphŏra, gr. anaphorá "offerta" e "ripetizione"]. - 1. (relig.) [nelle liturgie orientali, la parte principale della celebrazione] ≈ ‖ canone, prefazio. 2. (crit.) [...] figura retorica che consiste nel ripetere una o più parole con cui ha inizio il verso o la proposizione precedente] ≈ epanafora. ‖ ripetizione, ripresa. 3. (ling.) [riferimento a qualcosa di già menzionato, per lo più mediante un pronome] ↔ catafora. ...
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declinare [dal lat. declinare, der. di clinare "chinare, piegare", col pref. de-]. - ■ v. intr. (aus. avere) 1. a. [volgersi verso il basso] ≈ abbassarsi, calare, digradare, discendere, scendere. ↔ alzarsi, [...] , scansare. ↔ accettare, accogliere. ↑ gradire. 3. (gramm.) [enunciare ordinatamente le forme che un sostantivo, un aggettivo, un pronome assumono nella declinazione] ≈ flettere. 4. (burocr.) [rendere noto: d. il proprio nome] ≈ dichiarare, dire. ...
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Parte variabile del discorso che la tradizione grammaticale classica interpretava e definiva come la categoria che ha la funzione di sostituire il nome, ma che in effetti assolve la più vasta funzione d’indicare, senza nominarli, esseri e cose,...