concludere
conclùdere (meno com. conchiùdere) v. tr. [dal lat. concludĕre, comp. di con- e cludĕre per claudĕre «chiudere»] (pass. rem. io concluṡi o conchiuṡi, tu concludésti o conchiudésti, ecc.; part. [...] cose assai, non ne conchiudeva mai alcuna (Machiavelli). Con senso più generico, e con complemento costituito di solito da un pronome di valore neutro, operare in modo utile: con le chiacchiere si conclude assai poco; non ho concluso nulla di buono ...
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triale
trïale agg. e s. m. [der. di tri-, sul modello di duale]. – In linguistica e in grammatica, numero t. (e, come s. m., il triale), categoria morfologica, esistente in alcune lingue dell’Australia [...] sud-orientale, che specifica nel pronome o nelle forme personali del verbo il valore di tre unità (in opposizione al singolare, al duale e al plurale). ...
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concordanza
s. f. [der. di concordare]. – 1. a. Il concordare, l’essere d’accordo, quindi conformità, esatta corrispondenza: c. di opinioni, di voleri; c’era c. fra le deposizioni dei varî testimoni; [...] e caso col suo sostantivo; il verbo nel numero (in certe lingue anche nel genere) col soggetto, e se questo è pronome la concordanza si estende alla persona; l’apposizione deve concordare nel caso con la parola cui si riferisce; ove sorgano conflitti ...
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cosa
còsa s. f. [lat. causa «causa», che ha sostituito il lat. class. res]. – 1. È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto [...] che mi è dispiaciuta; ma più comunem. si dice: e ciò mi è dispiaciuto); così per la qual cosa, perciò. 6. Pronome interrogativo, solo al sing. Unito a che, in frasi interrogative dirette e indirette e in frasi esclamative, col senso del semplice che ...
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nominale
agg. [dal lat. nominalis, der. di nomen -mĭnis «nome»]. – 1. Del nome, come categoria grammaticale: suffissi n., quelli che servono alla formazione del nome; declinazione o flessione n., appartenente [...] e in latino il gerundivo, che ha anche i varî casi); predicato n., quello consistente in un aggettivo o sostantivo (talvolta un pronome) e una copula o verbo copulativo; frase n., frase in cui manca il predicato verbale (per es.: tutti a casa!) o in ...
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stesso
stésso agg. [lat. iste ĭpse, accus. istum ĭpsum]. – 1. Sinon. più frequente di medesimo per esprimere identità; quindi: a. Che è proprio quello, che non è diverso o altro da quello di cui si parlava [...] persona»: quella donna era la gentilezza s., la bontà s.; un uomo che è la prudenza stessa. 3. Sostantivato: a. Con funzione di pronome: è lo stesso, la stessa persona: guarda, mi pare lo s. (quello s.) di prima; più spesso, con valore neutro, lo s ...
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flettere
flèttere v. tr. [dal lat. flectĕre] (io flètto, ecc.; pass. rem. flettéi o flèssi; part. pass. flèsso, raro flettuto). – 1. Piegare, sia formando un angolo sia incurvando: f. un braccio, f. [...] diminuzione. 2. In grammatica, variare le terminazioni di una parte variabile del discorso, cioè declinare (il sostantivo, il pronome, l’aggettivo) o coniugare (il verbo); e come intr. pron.: verbo che si flette regolarmente. ◆ Part. pres. flettènte ...
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deittico
deìttico (poco com. deìctico; raro dìttico) agg. [dal gr. δεικτικός, der. di δεῖξις: v. deissi] (pl. m. -ci), letter. – Che designa con evidenza, con precisione; in partic., riferito a pronome [...] o aggettivo, sinon. di dimostrativo. Con sign. più ampio, in linguistica, elementi o fattori d., quelli che servono a situare l’enunciato nello spazio e nel tempo, e a precisare chi sia il soggetto parlante ...
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variabile
variàbile agg. e s. f. [dal lat. tardo variabĭlis, der. di variare «variare»]. – 1. agg. Che varia, che può variare, che è soggetto a variare: grandezza, valore, norma v.; il prezzo è v. secondo [...] (declinazione o coniugazione), in contrapp. alle parti invariabili; nell’italiano sono parti v. il sostantivo, l’aggettivo, l’articolo, il pronome, il verbo. 2. s. f. a. In astronomia, equivalente di stella v. (v. stella1, n. 1). b. In matematica e ...
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stima
s. f. [der. di stimare]. – 1. a. Valutazione del valore economico e monetario di un bene immobile o mobile (o anche, in rari casi, di un servizio): fare o far fare la s. di un fondo rustico, di [...] che si fa di una cosa o di una persona; è per lo più indeterminato e rappresentato da un avverbio o pronome di qualità (stimare molto, poco, più, ...; quanto lo stimi?, ecc.); altrimenti dipende, senza preposizione, dal verbo (stimare o valere): vale ...
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Parte variabile del discorso che la tradizione grammaticale classica interpretava e definiva come la categoria che ha la funzione di sostituire il nome, ma che in effetti assolve la più vasta funzione d’indicare, senza nominarli, esseri e cose,...