plebeplèbe s. f. [dal lat. plebs plebis]. – 1. Propriam., parte della popolazione dell’antica Roma, formata da piccoli proprietarî, artigiani, trafficanti, nullatenenti, ecc., che inizialmente non godeva [...] lotte durissime con la nobiltà per conseguire la parità giuridica: la secessione della p.; il tribunato, i rappresentanti della plebe. 2. a. Nell’uso letter., più genericam., il popolo, contrapposto alla nobiltà: La spada di Medoro anco non ebe ...
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sesquiplebe
sesquiplèbe s. f. [comp. di sesqui- e plebe]. – Termine (propriam. «una plebe e mezzo», quindi «peggio che plebe») usato da V. Alfieri come titolo di una delle sue Satire (Non Medio Ceto, [...] no, ma Sesquiplebe) per indicare la classe di cittadini che così dovrebbe essere chiamata e non «ceto medio» ...
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plebaglia
plebàglia s. f. [der. di plebe], spreg. – La parte peggiore della plebe, o la plebe vista nei suoi aspetti peggiori: le grida, le intemperanze della p.; nei vicoli non si addensava soltanto [...] p. facinorosa e marciume umano ma anche uomini e donne di grande talento (Ermanno Rea); con valore più chiaramente soggettivo: tutti gli altri, per lui, non sono che plebaglia ...
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plebeo
plebèo (ant. raro plebèio) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. plebeius, der. di plebs plebis «plebe»]. – 1. Della plebe, appartenente alla plebe dell’antica Roma: le magistrature p.; i consoli p.; [...] dubitoso orecchio (Leopardi); anche, triviale, volgare: linguaggio p.; modi p.; un gesto plebeo. ◆ Dim. plebeùccio. ◆ Avv. plebeaménte (più raro plebeiaménte), non com., in modo plebeo, cioè grossolano, volgare, sguaiato: Quel salutar licore agro e ...
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plebiscito
s. m. [dal lat. plebiscitum, comp. di plebs plebis «plebe» e scitum «ordine», der. di sciscere «stabilire, ordinare»]. – 1. Nell’antica Roma, ogni norma votata dalla plebe su proposta dei [...] tribuni: in origine ebbe vigore di legge solo per la plebe, in seguito (dopo la lex Hortensia del 286 a. C.) fu vincolante per tutto il popolo. 2. a. Nel diritto moderno, in senso lato, ogni diretta manifestazione di volontà del popolo riguardo a ...
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neocafone
s. m. e agg. (iron.) Nuovo cafone, parvenu. ◆ Il passaggio dal vecchio paese contadino al ricco paese neocafone si può compendiare in due parole: un tempo c’era la plebe povera e ineducata, [...] oggi c’è la plebe ricca e maleducata. (Marcello Veneziani, Giornale, 25 luglio 2002, p. 6, Interni) • C’è poi il bon ton dell’occhiale, che, come quello del telefonino, sempre più spesso viene disatteso. Ormai è difficile che qualcuno si scopra lo ...
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tribuno
agg. [dal lat. tribunus, der. di tribus «tribù», formatosi come agg. nella locuz. magistratus tribunus «magistrato della tribù»]. – 1. Nell’antica Roma, denominazione di varî magistrati, funzionarî [...] e ufficiali, le cui funzioni erano in origine connesse con le tribù. In partic.: a. Tribuni della plebe, magistrati eletti annualmente dalla plebe (secondo la tradizione, a partire dal 494 a. C., e in numero diverso, da 2 a 10, nei varî tempi) per ...
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secessione
secessióne s. f. [dal lat. secessio -onis, der. di secedĕre «allontanarsi, separarsi», comp. di se- (pref. indicante separazione) e cedĕre «allontanarsi, andarsene»]. – 1. Separazione, distacco [...] forma di aperta protesta e ribellione: fare, minacciare una s.; nel partito c’è stata una s. dei riformisti dal gruppo dei conservatori; la s. della plebe romana sul Monte Sacro, secondo la tradizione annalistica, la prima delle tre secessioni che la ...
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mediocre
mediòcre agg. [dal lat. mediocris, der. di medius «medio»]. – 1. a. In origine, sinon. di medio, riferito a cosa che per grandezza, quantità o qualità è nel mezzo fra i due estremi: fu il nostro [...] ant.), la classe media, la borghesia: queste esecuzioni assai i m. cittadini sbigottirono; solo ai grandi e alla plebe sodisfacevono (Machiavelli). b. Nella lingua odierna, conserva in qualche caso il senso primitivo: lavoro, impresa di m. difficoltà ...
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nugae
‹nùǧe› s. f. pl., lat. – Propr., inezie, bagattelle, cose da poco, detto talvolta (anche nel dim. nugellae) di composizioni letterarie alle quali l’autore non dà o dice di non voler dare peso; [...] in questo senso, la parola è stata usata da Catullo, da Orazio e anche dal Petrarca. ◆ Rara la forma italianizzata nuge o nughe: Onore e castità son ciance e nughe (Tansillo); la plebe si pasce di nuge (Rovani). ...
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Parte del popolo di Roma antica che non godeva di tutti i diritti cittadini di cui era investito il patriziato.
La divisione della cittadinanza in patrizi e plebei traeva origine, secondo gli antichi, dall’opera del legislatore, attribuendosi...
plebe
Si registra, in rima con Tebe e zebe (uniche rime in -ebe della Commedia), in If XXXII 13 Oh sovra tutte mal creata plebe, detto dei traditori.
Il valore spregiativo del termine è ben precisato dal Vellutello: " mal creata plebe chiama......