attonimento
attoniménto s. m. [der. di attonito]. – Il restare attonito, sbalordimento: per rompere l’a. in cui egli è caduto (Pirandello); destarsi, riscuotersi dall’attonimento. ...
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iettatore
iettatóre s. m. (f. -trice) [voce di origine merid., der. di iettare]. – Persona a cui si attribuisce il potere, anche con la sola presenza e contro la sua stessa volontà, di esercitare la [...] iettatura, cioè di portare sfortuna, di far succedere guai: una faccia da jettatore, ch’era una meraviglia a vedere (Pirandello). ...
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stagnante
agg. [part. pres. di stagnare1]. – 1. Detto di un liquido, fermo, che non scorre: acque s., che formano uno stagno, una palude, un pantano; con riferimento a liquidi organici: sangue s., umori [...] aria nuova o pulita: aria s.; miasmi, odori s.; entrarono nello scrittojo, appestato da un acre fumo s. di pipa (Pirandello). 2. fig. Che è caratterizzato dall’assenza o dalla sospensione del normale movimento o sviluppo, spec. nel linguaggio econ. e ...
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portogallo
s. m. [dal nome del Portogallo, paese da cui (oltre che dalla Spagna) la pianta e i suoi frutti si sono dapprima diffusi in Europa nel sec. 14°, provenendo dalla Cina]. – Altro nome dell’arancio [...] dolce (v. arancio, n. 1): mostrava nell’agrumeto ... certe lumie, certi p., la cui vista soltanto, a suo dire, ricreava il cuore (Pirandello). ...
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intronare
v. tr. [der. dell’ant. truono, trono «tuono»] (io intròno, ant. io intruòno, ecc.). – 1. Offendere l’udito, stordire con forte rumore, con grida, ecc.: Cerbero ... ‘ntrona L’anime sì, ch’esser [...] vorrebber sorde (Dante); il frastuono, il fermento continuo della città m’intronavano (Pirandello); i. gli orecchi, la testa, il cervello; il fragore dello scoppio m’intronò tutto; smettete di gridare tanto, che m’avete intronato. Intr., non com., ...
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scerpellato
agg. [prob. der. di scerpare], raro. – Lo stesso che scerpellino: colui lo guatava con gli occhi sc., invetrati di lagrime dal freddo (Pirandello). ...
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paraggio2
paràggio2 s. m. [dal fr. parage, provenz. paratge «parentela, nobiltà», der. di pair (ant. per) «pari, uguale»], ant. – 1. Condizione sociale (per nascita, per discendenza): dama di gran p., [...] uomo di basso p.; aveva commesso l’errore di scegliersi la moglie d’un p. superiore al suo, ch’era molto basso (Pirandello). Usato assol., s’intendeva origine nobile: cavalieri di paraggio. 2. Nel diritto feudale, la quota dei beni che il primogenito ...
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comporre
compórre (ant. compónere) v. tr. [lat. compōnĕre, comp. di con- e pōnĕre «porre»] (coniug. come porre). – 1. a. Mettere insieme, ordinatamente, più cose: c. le idee; c. le parole nel discorso. [...] . b. Atteggiare: c. il volto al sorriso, a ilarità, a mestizia; componendo il volto a un’aria di vivo interessamento (Pirandello); nel linguaggio letter., c. le membra, o rifl. comporsi, assumere un atteggiamento e una positura di compostezza. 4. a ...
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appennino
(letter. apennino) agg. e s. m. [dal lat. Ap(p)enninus]. – 1. Nome proprio della catena montuosa (detta anche gli Appennini) che, riallacciandosi alle Alpi, a nord di Genova, forma la spina [...] fino allo stretto di Messina, oltre il quale ha continuazione nei monti settentr. della Sicilia. 2. letter. Relativo alla catena montuosa dell’Appennino: seguire con la fantasia il corso di quelle acque, dalla remota fonte apennina (Pirandello). ...
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piota
piòta s. f. [lat. plautus (agg.) «piatto», «dai piedi piatti»]. – 1. Pianta del piede, piede: Forte spingava con ambo le piote (Dante); in senso fig., capostipite di una stirpe, di una famiglia: [...] portinaja ... strappava a lungo la catena del campanello che strillava come un cagnolino a cui qualcuno avesse pestato una p. (Pirandello). 2. a. Ciascuno dei pezzi di cotica erbosa, in forma di mattone, ritagliati dalla superficie di un prato o di ...
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Drammaturgo e narratore (Girgenti, od. Agrigento, 1867 - Roma 1936). Apprezzato narratore, rivoluzionò il teatro del Novecento, divenendo uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi. Pur prendendo le mosse dal verismo di scuola siciliana,...
Pittore italiano (Roma 1899 - ivi 1975), figlio di Luigi. Studiò scultura con S. Lipinsky; poi dal 1923 si dedicò alla pittura. Nel 1927, recatosi a Parigi con G. Capogrossi, studiò in particolare P. Cézanne e G. Braque (Natura morta con molle,...