strofinaccio
strofinàccio (ant. struffinàccio) s. m. [der. di strofinare]. – 1. Straccio di varia misura che serve per asciugare o pulire strofinando: uno s. per lavare in terra, per lucidare i mobili; [...] s. da cucina. 2. non com. Per iperbole, persona o cosa ridotta, dal lavoro o dall’uso, in pessime condizioni: non pare più una donna, ma uno strofinaccio (Pirandello). ...
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sativo
agg. [dal lat. sativus, der. di satus, part. pass. di serĕre «seminare»]. – 1. Seminativo, su cui si può seminare: terreno s.; alcuni ettari di campo sativo (Pirandello). 2. Coltivabile, coltivato: [...] piante sative. Con questo sign., è presente, in forma latina, nella denominazione specifica di alcune piante: Allium sativum (v. aglio, n. 1), Avena sativa (v. avena), ecc ...
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prezzolato
agg. [part. pass. di prezzolare]. – Assoldato, compensato con denaro per le sue prestazioni; oggi soltanto con connotazione negativa, comportante un giudizio di forte biasimo: agenti, sicarî [...] che sopra ’l corpo del morto prez[z]olate piangono (B. Davanzati); il padrone ... doveva farle una grazia: concedere di servir lei il signorino, poiché nessun’altra donna p. avrebbe potuto farlo con più amore e con più zelo di lei (Pirandello). ...
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tavoliere1
tavolière1 s. m. [der. di tavola]. – 1. Tavolino con il ripiano distinto da segni e riquadri, per il gioco dei dadi o della dama: qui è bello e fresco stare, e hacci, come voi vedete, e tavolieri [...] a un altro t., dove si giocava forte, stetti prima un buon pezzo a squadrar la gente che vi stava attorno (Pirandello). 2. Nel tavolo del biliardo, il piano, limitato intorno dalle sponde. 3. Vasta distesa di terreno pianeggiante. In realtà, questo ...
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ronfo
rónfo s. m. [der. di ronfare]. – Il fatto di ronfare, e il rumore stesso che si fa ronfando: non mi fa dormire la notte! Tira certi ronfi con quella tromba di naso, che ne trema la casa! (Pirandello); [...] nella stanza si sentiva solo il r. leggero del gatto ...
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poggiata3
poggiata3 s. f. [der. di poggio], tosc. – Terreno situato su un poggio, e quindi in posizione piuttosto elevata: acquistò ... tutta la p. dello ‘Sperone’, ch’era il miglior vigneto della nostra [...] contrada (Pirandello); se avesse i soldi, dovrebbe mettere altri filari di viti giù per la p. che si parte dalla strada (Tozzi). ...
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poggiolo
poggiòlo (letter. poggiuòlo) s. m. [lat. *podiŏlum, dim. di podium «podio»], region. – Balcone, terrazzino: un appartamentino ... che ha un bel p. donde si scopre tutta la vallata (Pirandello). [...] ◆ Dim. poggiolétto, poggiolino ...
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strombo1
strómbo1 s. m. [der. di strombare]. – Lo stesso che strombatura, ma con sign. anche più generico: fare lo s. a una porta; raccolti nello s. della finestra (D’Annunzio); quel fornelletto era [...] sotto la finestrina, munita in fondo allo s. d’una grata; e su quello s. unto e affumicato erano tutti gli attrezzi di cucina e di tavola (Pirandello). ...
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smemorato
agg. [part. pass. di smemorare]. – Di persona che difetta di memoria, che dimentica con facilità, come caratteristica abituale o ricorrente: che smemorata!, avevo un appuntamento e non ricordo [...] .; un povero s.; l’eternità di quella morte improvvisa, là, nella sua faccia in un momento smemorata di tutto, spenta (Pirandello). Per estens., distratto, sbadato, stordito: non startene lì a guardarmi come uno s.!; che smemorato, quel fattorino! ha ...
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vista
s. f. [der. di vedere, part. pass. visto]. – 1. a. La facoltà del vedere, il senso specifico che presiede alla percezione degli stimoli visivi (v. anche visione): il senso della v., l’organo della [...] faccendo v. di fare carezze ..., gli gittò alla gola (Boccaccio); tante volte bisogna anche far v. di credere (Pirandello); mostrare, lasciare intendere per determinati indizî: non faccendo l’acqua alcuna v. di dover ristare (Boccaccio). Anche far ...
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Drammaturgo e narratore (Girgenti, od. Agrigento, 1867 - Roma 1936). Apprezzato narratore, rivoluzionò il teatro del Novecento, divenendo uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi. Pur prendendo le mosse dal verismo di scuola siciliana,...
Pittore italiano (Roma 1899 - ivi 1975), figlio di Luigi. Studiò scultura con S. Lipinsky; poi dal 1923 si dedicò alla pittura. Nel 1927, recatosi a Parigi con G. Capogrossi, studiò in particolare P. Cézanne e G. Braque (Natura morta con molle,...