prigione1
prigióne1 (ant. pregióne) s. f. [dal fr. prison, che è il lat. pre(he)nsio -onis «l’atto di prendere», der. di pre(he)ndĕre «prendere» (v. prendere e prensione)]. – 1. a. Lo stesso che carcere, [...] c. Con uso più personale e poet., stato di soggezione (soprattutto alla potenza dell’amore): Amor con sue promesse lusingando Mi ricondusse a la prigione antica, E die’ le chiavi a quella mia nemica Ch’ancor me di me stesso tene in bando (Petrarca). ...
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prigione2
prigióne2 (ant. pregióne) s. m. [uso metonimico del sost. prec.], ant. o letter. – Prigioniero: egli e molti altri servidori del re Manfredi furono per prigioni dati al re Carlo (Boccaccio); [...] ; ma se pietà ancor serba L’arco tuo saldo, e qualcuna saetta, Fa’ di te e di me, signor, vendetta (Petrarca, rivolgendosi ad Amore e riferendosi al proprio stato di soggezione alla sua potenza). I Prigioni, nome col quale vengono tradizionalmente ...
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visso
– Forma ant. e letter. del part. pass. di vivere (per il com. vissuto e l’ant. vivuto): Sarò qual fui, vivrò com’io son visso (Petrarca); Ed io pur con eroi son visso un tempo Di voi più prodi [...] (V. Monti) ...
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qualora
qualóra cong. [comp. di quale e ora2]. – 1. Quando e se, nel caso e nel momento che, con valore temporale e insieme ipotetico, e con il verbo sempre al congiuntivo (ormai in usi per lo più elevati [...] . temporale e con il verbo di solito all’indicativo: ogni dolor che ’l dì m’adduce Cresce qualor s’invia Per partirsi da noi l’eterna luce (Petrarca); q. egli avvien che noi insieme ci raccogliamo, è maravigliosa cosa a vedere ... (Boccaccio). ...
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visto
agg. e s. m. – È il part. pass. di vedere, più com. e più pop. della forma veduto (v.). 1. Con valore di participio: Quasi in un tratto vista, amata e tolta Dal fero Pluto, Proserpina pare (Poliziano); [...] meravigliosa: una ragazza di una bellezza mai vista, mai più vista, non più vista; L’abito eletto, e mai non visto altrove (Petrarca); oh lui beato Che primo può di non più viste forme Tabacchiera mostrar! (Parini). Con uso assol. ed ellittico, e con ...
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te2
te2 〈té〉 pron. pers. (senza radd. sint.). – Forma debole della declinazione del pron. tu, usata in luogo di ti (dativo o accusativo o particella della coniugazione pronominale) quando è seguita da [...] , si trova spesso la forma te invece di ti in posizione enclitica senza essere seguita da altre particelle; così, per es., in Petrarca (non in rima): Sai quel che per seguirte ò già sofferto (Rime, CLXIII); e in Manzoni, Il nome di Maria: il bronzo ...
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qualunque
qualùnque (ant. qualunche) agg. indef. m. e f. [comp. di quale e -unque, cfr. lat. qualiscumque], invar. – 1. Con funzione di indef. relativo, l’uno o l’altro che sia (senza differenza, o senza [...] ; hai agito malissimo, q. ne sia il motivo; ma nell’uso ant. anche con il verbo all’indic.: A qualunque animale alberga in terra (Petrarca). Di uso ant. o raro anche le locuz. q. volta, q. ora, q. otta, ogni volta che (può andarci q. volta egli vuole ...
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ognora
ognóra (ant. ognióra, 'ógni óra', ogn’óra) avv., letter. – Sempre: il poeta non possiede che le sue ali ognora crescenti (Deledda). È frequente, soprattutto in poesia, la forma tronca ognór (ant. [...] posso, che d’ognior lodarvi (Ariosto); anche preceduto dalla prep. a: un bel rio ch’ad ognor meco piange (Petrarca). Seguito da più (anche, raram., in grafia unita, ognorpiù), per indicare aumento continuo, movimento crescente: dico, ridico, e ognor ...
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rabbia
ràbbia s. f. [lat. tardo rabia, lat. class. rabies]. – 1. a. Malattia infettiva, detta anche, ma inesattamente, idrofobia, provocata da un virus neurotropo (rhabdovirus) che determina un’encefalopatia [...] e moderata dalla ragione: Ben provide Natura al nostro stato, Quando de l’Alpi schermo Pose fra noi e la tedesca r. (Petrarca); e d’animali: Io fo cadere al tigre la sua r. (Poliziano). In altri casi indica un’irritazione grave e profonda ma ...
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primiero
primièro (ant. primèro) agg. [dal fr. ant. premier, che è il lat. primarius; v. primaio, primario], letter. – 1. Primo in ordine di tempo, o di valore, d’importanza, ecc.: il quarto anno dal [...] 3. ant. In funzione avverbiale, per primo: Qual mi fec’io quando primier m’accorsi De la trasfigurata mia persona (Petrarca); Pèra chi osò primiero Discortese commettere A infedele corsiero L’agil fianco femineo (Foscolo). 4. Con uso sostantivato, il ...
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Poeta e umanista (Arezzo 20 luglio 1304 - Arquà, od. Arquà P., tra il 18 e il 19 luglio 1374). Nato ad Arezzo da Eletta Canigiani e da ser Pietro di ser Parenzo dell'Incisa in Valdarno, che era stato bandito da Firenze nel 1302 per dissidî personali...
Arquà Petrarca Comune della prov. di Padova (12,5 km2 con 1856 ab. nel 2007).
Petrarca vi si trasferì nel 1369 e, salvo brevi interruzioni, vi dimorò fino alla morte e qui fu sepolto (1374); tuttora ben conservata la casa con lo studio del poeta.