ferita
ferità (ant. feritate, feritade) s. f. [dal lat. ferĭtas -atis, der. di ferus «fiero, crudele»], letter. – Ferocia, crudeltà: e poi si rode Tardi pentito di sua feritate (Petrarca); spogliare [...] gli uomini della loro ferità (Pascoli). Più raram., sdegnosa fierezza: quel vostro orgoglio Pieno di feritate (T. Tasso) ...
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guardo
s. m. [der. di guardare]. – Forma poet. per sguardo, per indicare sia l’atto di guardare sia soprattutto l’espressione degli occhi e gli occhi stessi: E ’l bel g. sereno Ove i raggi d’Amor sì [...] caldi sono (Petrarca); Or tien pudica il g. in sé raccolto, Or lo rivolge cupido e vagante (T. Tasso); Pur nuova legge impone oggi i sepolcri Fuor de’ g. pietosi (Foscolo); Ne’ guardi, ne’ volti confuso ed incerto Si mesce e discorda lo spregio ...
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acerbo
acèrbo agg. [dal lat. acerbus, affine ad acer «acre»]. – 1. a. Di sapore aspro, acre, pungente: mangiare delle nespole a.; un succo a.; vino a., vino giovane e ricco di acidità totale. b. Non [...] dal Carducci come titolo di un suo noto sonetto). Riferito all’età, giovanile: A la matura etade od a l’acerba (Petrarca); un corpo a., non del tutto sviluppato; un ragazzo a., ancora immaturo; una bellezza a.; e con accezione affine: al giorno ...
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poetare
v. intr. e tr. [dal lat. pŏētari, der. di pŏēta «poeta»] (io poèto, ecc.; ma il pres. è raro). – 1. intr. (aus. avere) Comporre poesie, scrivere versi: gli umanisti preferivano p. in latino piuttosto [...] che in volgare; la corona Che suole ornar chi poetando scrive (Petrarca); dolorosamente Alla fioca lucerna poetando (Leopardi); con uso sostantivato: lettere contro alla maniera del poetare di Dante (G. Gozzi). 2. tr., non com. Trattare un argomento ...
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destro1
dèstro1 agg. [lat. dĕxter -t(ĕ)ra -t(ĕ)rum]. – 1. Pronto di mano e d’ingegno, abile, accorto, sagace: è molto d. nel fare i giochi di prestigio; il ladro è stato poco d.; un chirurgo d. e capace; [...] destra quando si conta. 4. ant. a. Diritto, retto: l’animosa leggiadria Ch’al ciel ti scorge per d. sentero (Petrarca); anche in senso morale: ogni abito destro Fatto averebbe in lui mirabil prova (Dante). b. Propizio, favorevole: Sanza voler divino ...
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poeteggiare
v. intr. [der. di poeta] (io poetéggio, ecc.; aus. avere, ma i tempi composti sono rari), non com. – 1. Comporre versi di quando in quando; più raram., scrivere versi, comporre poesia (come [...] sinon. di poetare): il Petrarca ... poeteggia in lingua comune italiana (Settembrini). 2. Usare un tono poetico: nello scrivere, poeteggia spesso; gli piace p. quando parla in pubblico. ...
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prezioso
prezióso agg. [dal lat. pretiosus (der. di pretium «prezzo, pregio»), propr. «costoso, di gran prezzo»]. – 1. a. Che ha grande valore economico, grande pregio, gran prezzo: Né mai saggio nocchier [...] guardò da scoglio Nave di merci prezïose carca (Petrarca); libri, manoscritti, quadri p.; un p. merletto; p. essenze; metalli p., soprattutto l’oro, l’argento e il platino (v. metallo1, n. 1 a); pietre p. (v. pietra, n. 3 a); anche di oggetto fatto ...
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prezzo
prèzzo s. m. [lat. prĕtium]. – 1. a. L’equivalente in unità monetarie di un bene o di un oggetto, di un servizio o di una prestazione; più in partic., si parla di p. relativo, per riferirsi al [...] vendere: mettere a p. la propria onestà, il proprio nome, la propria firma; Che sparga ’l sangue e venda l’alma a p. (Petrarca); mettere a p. la testa di uomo conosciuto reo (Beccaria). Più com. la locuz. prep. a prezzo di, a costo di, in cambio ...
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guastare
v. tr. [lat. vastare «render vuoto, deserto, devastare, guastare»]. – 1. ant. a. Devastare, distruggere. b. Offendere nella persona, mutilare; anche, giustiziare: pregò colui che a g. il menava [...] essere impiccato. 2. a. Rovinare, ridurre in cattivo stato: Vostre voglie divise Guastan del mondo la più bella parte (Petrarca); la piena ha guastato il ponte. b. Più com., riferito a meccanismi e altri oggetti d’uso, sciupare, rendere inservibile ...
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quaggiu
quaggiù (ant. quaggiuso) avv. [comp. di qua2 e giù (ant. giuso)]. – In questo luogo, più in basso rispetto alla persona cui ci si rivolge o al luogo cui ci si riferisce. Con verbi di quiete: [...] . a lassù, in cielo, nell’altra vita: q. in terra; le cose di q.; Così qua giù si gode, E la strada del ciel si trova aperta (Petrarca); Tal della mesta, immobile Era quaggiuso il fato (Manzoni). Poco com. la grafia divisa qua giù (ant. qua giuso). ...
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Poeta e umanista (Arezzo 20 luglio 1304 - Arquà, od. Arquà P., tra il 18 e il 19 luglio 1374). Nato ad Arezzo da Eletta Canigiani e da ser Pietro di ser Parenzo dell'Incisa in Valdarno, che era stato bandito da Firenze nel 1302 per dissidî personali...
Arquà Petrarca Comune della prov. di Padova (12,5 km2 con 1856 ab. nel 2007).
Petrarca vi si trasferì nel 1369 e, salvo brevi interruzioni, vi dimorò fino alla morte e qui fu sepolto (1374); tuttora ben conservata la casa con lo studio del poeta.