tendere
tèndere v. tr. e intr. [lat. tendĕre] (io tèndo, ecc.; pass. rem. tési, tendésti, ecc.; part. pass. téso; come intr., aus. avere). – 1. tr. a. Con riferimento a oggetti che si sviluppano prevalentemente [...] poet., con allusione alle insidie d’amore: Sì ch’avendo le reti indarno tese, Il mio duro adversario se ne scorni (Petrarca); per estens., t. panie, trappole, tagliole, e fig. t. insidie, un’insidia, un agguato, un tranello, disporre, predisporre. b ...
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strazio
stràzio s. m. [prob. dal lat. distractio (der. di distrahĕre «squarciare, lacerare») per riduzione di prefisso]. – 1. a. Atroce lacerazione o mutilazione di un corpo; per lo più nella locuz. [...] di una lingua, parlarla o scriverla molto male. c. ant. Scherno, dileggio: Peggio è lo s., al mio parer, che ’l danno (Petrarca); non voliate fare strazio della vedova, che voi la facciate tuttodì venire alla corte, facendola comparire a otta che non ...
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escondig
〈eskondìč〉 s. m., provenz. ant. [propr. «scusa», comp. del lat. ex- e tema di condicĕre «annunciare, significare»]. – Composizione lirica della letteratura provenzale, che il poeta scrive a [...] o scusa di particolari appunti mossigli, ripetendo più volte la protesta: «se mai ho detto (o fatto) questo ...». Un esempio italiano è nella canzone CCVI del Petrarca S’i’ ’l dissi mai, nella quale l’espressione s’i’ ’l dissi è ripetuta 12 volte. ...
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scoprire
(ant. o poet. o region. scovrire) v. tr. [comp. di s- (nel sign. 1) e coprire] (coniug. come coprire). – 1. a. Togliere ciò che serve a coprire, a riparare, a nascondere alla vista: s. una pentola; [...] : Tosto convien ch’al tuo viso si scovra (Dante); Qual io non l’avea vista infin allora Mi si scoverse (Petrarca). b. Rendere manifesto; palesare, rivelare: s. i proprî sentimenti, le proprie intenzioni; per essere troppo sicuro di sé ha scoperto ...
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inondare
(ant. innondare) v. tr. e intr. [dal lat. inŭndare, der. di ŭnda «onda», col pref. in-1] (io inóndo, ecc.). – 1. tr. a. Allagare; riferito a corsi d’acqua, o alle acque stesse, che, straripando [...] circonvicino inondato, da una parte e dall’altra, da soldatacci (Manzoni; con lo stesso sign. anche nei noti versi del Petrarca: un diluvio raccolto Di che deserti strani, Per inondar i nostri dolci campi!, dove però il traslato è già in diluvio ...
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rinnovare
(ant. rinovare, renovare) v. tr. [dal lat. renovare (der. di novus «nuovo»), rifatto secondo innovare] (io rinnòvo, ecc.; il dittongo -uo- è raro anche nelle forme rizotoniche). – 1. a. non [...] come rinnovato; riferito a piante, fare rigermogliare: Vertù che ’ntorno i fiori apra e rinove, De le tenere piante sue par ch’esca (Petrarca). b. Sostituire una cosa nuova a un’altra simile già usata o logora o non più adatta: r. la rilegatura di un ...
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arrogere
arrògere v. tr. [dal lat. arrogare, con mutamento di coniug.: v. arrogare], difett., ant. – 1. Aggiungere: E duolmi ch’ogni giorno arroge al danno (Petrarca); questi sono coloro che, arrogendo [...] i peccati a’ peccati, vivendo vi periscono sotto (Passavanti). Rimane oggi, nell’uso notarile, il solo imperat. arròge o arrògi, con valore avverbiale di «per di più, inoltre». 2. Raro come variante di ...
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quintodecimo
quintodècimo agg. num. ord. [dal lat. quintusdecĭmus]. – Forma letter. e poco com. per quindicesimo (di cui ha solo il valore ordinale, non quello frazionario) o decimoquinto: gli amorosi [...] rai ... Risplendon sì, ch’al q. anno M’abbaglian più che ’l primo giorno assai (Petrarca). ...
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vermiglio
vermìglio agg. [dal provenz. vermelh (che, come il fr. vermeil, è il lat. vermicŭlus, dim. di vermis «verme»; nel lat. tardo il vocabolo indicò la cocciniglia e il colore che se ne ricava)]. [...] mi vinse ciascun sentimento (Dante); Que’ che ’n Tesaglia ebbe le man sì pronte A farla del civil sangue vermiglia (Petrarca); la giovane, che di vergogna tutta era nel viso divenuta vermiglia (Boccaccio); un bel cespuglio vede Di prun fioriti e di ...
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nave
s. f. [lat. navis, affine al gr. ναῦς]. – 1. a. Nome generico delle costruzioni di una certa grandezza e capacità, munite di adeguati sistemi di propulsione, adibite al trasporto per acqua di persone [...] , allegorie e altri usi fig., per alludere al corso della vita del singolo: Passa la n. mia colma d’oblio Per aspro mare (Petrarca); Passa la n. mia con vele nere (Carducci, traduz. da H. Heine); o di una comunità: la n. de l’umana compagnia ...
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Poeta e umanista (Arezzo 20 luglio 1304 - Arquà, od. Arquà P., tra il 18 e il 19 luglio 1374). Nato ad Arezzo da Eletta Canigiani e da ser Pietro di ser Parenzo dell'Incisa in Valdarno, che era stato bandito da Firenze nel 1302 per dissidî personali...
Arquà Petrarca Comune della prov. di Padova (12,5 km2 con 1856 ab. nel 2007).
Petrarca vi si trasferì nel 1369 e, salvo brevi interruzioni, vi dimorò fino alla morte e qui fu sepolto (1374); tuttora ben conservata la casa con lo studio del poeta.