facilita
facilità s. f. [dal lat. facilĭtas -atis]. – 1. Qualità di ciò che è facile: f. di un lavoro, di un problema. Più spesso indica capacità oppure attitudine a fare una cosa senza stento o sforzo, [...] che una cosa riesce facile, che non costa fatica; avere f. d’intendere, di orientarsi, di socializzare; ha grande f. di parola (detto di scrittore, oratore o anche d’altre persone in genere); avere f. di mano (di pittore o scrittore); anche con la ...
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spelling
〈spèliṅ〉 s. ingl. [dal v. (to) spell «compitare»], usato in ital. al masch. – Pronuncia lenta e staccata delle singole lettere che formano una parola (soprattutto se straniera), eseguita articolando [...] lettera con il suo nome nell’alfabeto, al fine di indicarne la corretta grafia, così che, per es., lo spelling di New York è «ènne, e, vu doppio», ecc.): fare lo s. di una parola, di una frase; dettare un telegramma facendo lo s. del proprio cognome. ...
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spendere
spèndere v. tr. [lat. expendĕre, propr. «pesare», come il semplice pendĕre: in origine infatti il denaro si pesava, nei pagamenti] (io spèndo, ecc.; pass. rem. spési, spendésti, ecc.; part. [...] ; anni, Che spender si deveano in miglior uso, In cercar pace et in fuggir affanni (Petrarca); s. qualche parola, quattro parole su un argomento, soffermarsi a parlarne: intorno a questo personaggio bisogna assolutamente che noi spendiamo quattro ...
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ultimo
ùltimo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. ultĭmus, superlativo, der. di ultra «oltre»]. – 1. a. Che è in fondo a una sequenza formata da un numero qualsivoglia di elementi; che in una sequenza ordinata [...] u. bricconata è di stamattina; la commedia, o la partita, era alle u. battute; l’u. parola, con varî sign. (v. parola, n. 6 a); le u. parole famose, frase scherz. o più spesso iron. con cui si commenta un’affermazione o una previsione perentoriamente ...
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occhio
òcchio s. m. [lat. ŏcŭlus]. – 1. a. In anatomia, organo di senso, pari, caratteristico dei vertebrati, che ha la funzione di ricevere gli stimoli luminosi e di trasmetterli ai centri nervosi dando [...] afferma la necessità della vendetta, ossia la legge del taglione, alla quale nel Nuovo Testamento (Matteo 5, 38 segg.) si oppongono le parole di Gesù: «è stato detto: Occhio per occhio, e dente per dente. Io invece dico a voi di non far resistenza al ...
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concordanza
s. f. [der. di concordare]. – 1. a. Il concordare, l’essere d’accordo, quindi conformità, esatta corrispondenza: c. di opinioni, di voleri; c’era c. fra le deposizioni dei varî testimoni; [...] processo sedimentario che non ha subìto interruzioni di lunga durata. 4. Al plur., e più raram. al sing., repertorio alfabetico delle parole di un’opera, o di più opere, di un autore, con indicazione e in genere anche la citazione di tutti i luoghi ...
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corsia
corsìa s. f. [da corsiva, femm. sostantivato di corsivo]. – 1. ant. Corrente d’acqua, di fiumi, torrenti e sim.; fig., lasciarsi tirare dalla c., abbandonarsi all’andazzo comune. In origine, la [...] di letti, disposti in genere lungo le pareti ai lati del corridoio centrale: ricoverare, essere ricoverato in corsia; la parola ha spesso una connotazione negativa: giacere, essere abbandonato, morire in fondo a una c. d’ospedale. c. Nelle corse ...
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defezione
defezióne s. f. [dal lat. defectio -onis, der. di deficĕre «venire meno, disertare», comp. di de- e facĕre «fare»; sull’uso della parola in senso politico ha influito il fr. défection]. – 1. [...] Il venire meno a un impegno, a una fede, a una parola data; in partic., abbandono di un partito politico, e, nel linguaggio sport., mancata partecipazione a una gara o competizione. Ormai letter. e ant., diserzione militare. 2. ant. Difetto, mancanza ...
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disartria
diṡartrìa s. f. [comp. di dis-2 e del gr. ἄρϑρον «articolazione»]. – In medicina, disturbo dell’articolazione della parola, caratteristico della paralisi progressiva, consistente nell’incoordinazione [...] dei movimenti dei muscoli fonatorî per difetto dell’innervazione che non avviene più nel modo normale: l’emissione della parola è esitante, sillabe e lettere vengono elise, contratte, invertite, raddoppiate. ...
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tempio
tèmpio (ant. tèmplo) s. m. [dal lat. templum, da una radice affine al gr. τέμενος «recinto sacro», τέμνω «tagliare»: v. oltre] (pl. tèmpî o più spesso tèmpli, che evita l’ambiguità con tempi plur. [...] del cielo: oh quante belle Luci il tempio celeste in sé raguna (T. Tasso). Questo sign. non è un uso traslato della parola nella sua accezione più com., ma viene direttamente dal lat., dove templa coeli aveva lo stesso valore, per estens. del sign ...
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Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase.
Linguistica
Il termine...
parola
Domenico Consoli
Ciascuno degli elementi lessicali di cui è composto il discorso. Solo due volte ha valore di " vocabolo singolo ": in tale accezione è al singolare, preceduto da ‛ ultima ', e all'interno di modi idiomatici che alludono...