apostrofe
apòstrofe s. f. [dal lat. apostrŏpha, apostrŏphe, gr. ἀποστροϕή, der. di ἀποστρέϕω «volgere altrove»]. – 1. Figura retorica per la quale chi parla interrompe d’un tratto la forma espositiva [...] , quanto mi piacque Quando ti vidi non esser tra’ rei! Nullo bel salutar tra noi si tacque; Poi dimandò ...». 2. Parola o frase (d’invocazione, di richiamo, d’invettiva, di offesa) rivolta animatamente a qualcuno, con cui non si era precedentemente ...
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miserere
miṡerère s. m. e v. intr. [voce lat., 2a pers. sing. dell’imperat. di misereri «avere pietà»; quindi: «abbi pietà, abbi misericordia»]. – 1. s. m., invar. a. Nome di uno, il più noto, dei sette [...] sintomo era ritenuto segno certo di esito infausto. 2. Con valore verbale, e col sign. che ha in latino, la parola è usata anche in contesti italiani, per lo più come reminiscenza delle espressioni liturgiche: «Miserere di me» gridai a lui (Dante ...
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meno
méno avv. e agg. [lat. mĭnus, neutro (con valore avverbiale) di minor, compar. di parvus «piccolo»]. – 1. avv. a. Funge da comparativo dell’avv. poco; significa quindi più poco, in minor quantità, [...] per es., il solfato di rame (CuSO) dà luogo agli ioni Cu2+ e SO42-. d. Dal sign. matematico deriva l’uso della parola come preposizione, col valore di «salvo, tranne, eccetto, fuorché»: erano tutti presenti, m. lui; m. due o tre che sono in ritardo ...
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scempio1
scémpio1 agg. [lat. sĭmplus, variante di simplex «semplice» (influenzata da duplus «doppio» e anche dal gr. ἀπλοῦς «semplice»)]. – 1. Semplice, non doppio: [il mio dubbio] Prima era sc., e ora [...] , in contrapp. alle doppie o geminate. 2. ant. fig. Sciocco, dissennato: E quel che più ti graverà le spalle, Sarà la compagnia malvagia e scempia (Dante); non son per spender parola in rispondere a inezzie così scempie (Galilei). Con questo sign. la ...
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labbro
(ant. e poet. labro) s. m. [lat. labrum, per lo più al plur.] (pl. le labbra, femm., nel sign. anatomico; labbri, masch., nei sign. analogici). – 1. a. Ciascuna delle due pieghe muscolo-membranose, [...] mai sentito una bugia dalle sue l.; dal suo l. non uscì mai un lamento, una parola offensiva; a quel fare di don Rodrigo, si sentì subito venir sulle l. più parole del bisogno (Manzoni); il suo l. non ha mai proferito una bestemmia; morire col nome ...
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introduzione
introduzióne s. f. [dal lat. introductio -onis]. – 1. a. L’azione d’introdurre, di mettere o portare dentro: i. di una sonda nell’esofago; il distributore automatico funziona con l’i. di [...] i principî, gli elementi essenziali di una disciplina, o servono comunque di preparazione, di guida. b. Discorso, narrazione, parole d’orientamento che si stampano in testa a un libro (è sempre scritta dall’autore, a differenza della prefazione che ...
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compitare
v. tr. [dal lat. computare «calcolare, sillabare»] (io còmpito, ecc.). – Leggere lentamente, distinguendo e pronunciando separatamente i varî suoni di cui sono formate le parole o dividendo [...] le sillabe: c. una parola straniera; può c. (o compitarmi) il suo cognome?; per estens., leggere male, con stento: la bambina comincia a c. qualche parola; leggeva compitando, e nessuno lo capiva. ...
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opera
òpera (ant. o poet. òpra; ant. òvra) s. f. [lat. ŏpĕra «lavoro (in senso astratto, come attività); prestazione di lavoro; giornata di lavoro, nei campi; lavoratore a giornata»; è il plur. collettivo [...] dì non perfette (Parini); s’affretta, e s’adopra Di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba (Leopardi). Oggi, la parola si usa soprattutto per indicare il fattore lavoro nel processo produttivo: l’o. e il capitale; locazione, prestazione d’o., nel ...
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ifenazione
ifenazióne s. f. [dall’ingl. hyphenation, der. del gr. ὑϕέν «segno d’unione (di lettere o sillabe)», da ὑϕ’ἕν «in una sola parola»]. – Unione o separazione degli elementi di una parola composta, [...] o delle sillabe di cui è formata (per es. in fine di riga), mediante il trattino d’unione (è termine di uso raro nella lingua italiana, e adoperato più spesso con riferimento alle tecniche grafiche che ...
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complessione
complessióne s. f. [dal lat. complexio -onis «complesso2», poi «complessione», der. di complexus -us «complesso2»]. – 1. Termine, oggi poco com., con cui s’indica, nell’uomo, la costituzione [...] . συμπλοκή), artificio consistente nell’ordinare parallelamente più membri successivi di un periodo, aventi tutti la medesima parola iniziale e la medesima parola finale; è quindi un procedimento che unisce l’anafora e l’epifora (o epistrofe). Per es ...
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Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase.
Linguistica
Il termine...
parola
Domenico Consoli
Ciascuno degli elementi lessicali di cui è composto il discorso. Solo due volte ha valore di " vocabolo singolo ": in tale accezione è al singolare, preceduto da ‛ ultima ', e all'interno di modi idiomatici che alludono...