pronuncia
pronùncia (o pronùnzia) s. f. [der. di pronunciare (o pronunziare)] (pl. -ce, e rispettivam. -zie). – 1. a. Il fatto e il modo di realizzare i suoni o di leggere le lettere di una lingua, o [...] . Più genericam.: regole di p.; p. esatta, corretta di un fonema, di una parola (in rapporto a determinate norme); indicare (o mettere, segnare) la p. di una parola, di una frase, mediante opportuna trascrizione fonetica; p. fiorentina o p. romana ...
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ambone
ambóne s. m. [dal gr. ἄμβων -ωνος]. – Tribuna, rialzata di alcuni gradini, con parapetto spesso arricchito di sculture o mosaici, che nelle chiese cristiane, e in partic. nelle basiliche paleocristiane [...] . Il termine, già riservato al linguaggio tecnico degli storici dell’arte, è ricomparso in uso con la rinnovata liturgia per indicare il podio con leggìo da cui viene proclamata la parola di Dio nella parte della messa detta appunto «liturgia della ...
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pronunciare
(o pronunziare) v. tr. e intr. [dal lat. pronuntiare «proclamare, annunciare pubblicamente; sentenziare; recitare, declamare», comp. di pro-1 e nuntiare «annunciare»] (io pronùncio, o pronùnzio, [...] r»; l’«h» iniziale delle forme del verbo «avere» non viene pronunciata (è, cioè, «muta»); p. bene, male una parola; vocabolo difficile a p.; con valore generico: p. con chiarezza; pronuncia bene il francese; pronuncia l’inglese assai stentatamente. b ...
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semiconsonante
s. f. [comp. di semi- e consonante, sul modello di semivocale]. – In linguistica, sinon. di semivocale, usato però quasi esclusivam. per quelle semivocali che precedono una vocale e costituiscono [...] latino, cioè tra vocali (es. gajo 〈ġài̯o〉) o in principio di parola (es. jattura 〈i̯attùra〉), non invece tra consonante e vocale (es. ; viceversa, sono numerosi i casi in cui per una stessa parola coesistono due pronunce della i o della u, più o meno ...
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giurare
v. tr. e intr. [lat. iūrare, der. di ius iuris «diritto»; propr. «pronunciare la formula rituale»] (con uso intr. o assol., aus. avere). – 1. a. Seguito da prop. oggettiva, affermare, attestare, [...] , nella 1a pers. dell’indic. pres., serve spesso a rafforzare un’affermazione, quando sembri che altri possa dubitare delle nostre parole: ti giuro che è così come dico; è quindi sinon. più efficace di affermare, assicurare, promettere: ti giuro che ...
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proparossitono
proparossìtono agg. [dal gr. προπαροξύτονος, comp. di προ- «avanti» e παροξύτονος «parossitono»]. – Nella terminologia grammaticale greca, di parola che ha l’accento acuto sulla terzultima [...] sillaba (per es., ἄνϑρωπος). Per estens., con riferimento ad altre lingue, di parola che ha l’accento tonico sulla terzultima sillaba, cioè sdrucciola (per es., anima). ...
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sonno
sónno s. m. [lat. sŏmnus]. – 1. a. Stato e periodo di riposo fisico-psichico dell’uomo e degli animali, caratterizzato dalla sospensione totale o parziale della coscienza e della volontà e accompagnato [...] simboleggiare la cessazione totale della vita fisica: il s. della morte; l’ultimo s.; il s. eterno; la parola Da la qual furon maggior sonni rotti (Dante), la parola di Cristo, che ridonava la vita ai morti; Cade, e gli occhi ch’a pena aprir si ponno ...
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catacresi
catacrèṡi (alla greca catàcreṡi) s. f. [dal lat. catachresis, gr. κατάχρησις, propr. «abuso», der. di καταχράομαι «abusare»]. – Figura retorica (dai latini chiamata abusio) consistente nell’estendere [...] sim.). Da un punto di vista etimologico, e quindi diacronico, non sincronico, si ha una catacresi anche quando una parola è usata estensivamente in un sign. che il contesto stesso della frase contraddice (brutta calligrafia; orientarsi verso nord, un ...
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giustificazione
giustificazióne s. f. [dal lat. tardo iustificatio -onis]. – 1. a. L’atto, il fatto di giustificare (nel senso sia di dimostrare sia di riconoscere giusto), e anche di giustificarsi, [...] Per estens., scusa, discolpa: dico questo a mia g.; è un errore che non ammette giustificazioni. b. Le parole con cui ci si giustifica, le ragioni addotte per giustificarsi: lettera, biglietto di g.; accettare, riconoscere valida una giustificazione ...
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monosillabico
monosillàbico agg. [dal gr. μονοσυλλαβικός, der. di μονοσύλλαβος: v. monosillabo] (pl. m. -ci). – Formato di una sola sillaba: parola m.; tema monosillabico. Lingua m., lingua nella quale [...] ogni parola è costituita da una sola sillaba, come il cinese. ...
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Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase.
Linguistica
Il termine...
parola
Domenico Consoli
Ciascuno degli elementi lessicali di cui è composto il discorso. Solo due volte ha valore di " vocabolo singolo ": in tale accezione è al singolare, preceduto da ‛ ultima ', e all'interno di modi idiomatici che alludono...